Mentre sfuma il centocinqantesimo anniversario dell’Unità di Italia, per la nostra Valle e per l’Italia si avvicinano altre due importanti ricorrenze: il centenario dell’arrivo della ferrovia a Castelnuovo (25 luglio 1911) e il centenario della morte di Giovanni Pascoli, avvenuta a Bologna il 6 aprile 1912.
Era quasi doveroso, quindi, dedicare la Festa nel Borgo della Poesia – l’appuntamento a casa Pascoli per ricordare l’arrivo del Poeta a Castelvecchio – al rapporto di Pascoli con la strada ferrata della Garfagnana, per la quale anche lui si espresse e partecipò perché anche la Valle potesse godere di questo collegamento, fino a inizio secolo “troncato” a Fornoli, ultima stazione della linea.
All’evento hanno preso parte il sindaco di Barga Marco Bonini, i presidenti delle Comunità Montane della Valle, Nicola Boggi per la Media Valle e Mario Puppa per la Garfagnana, e i professori Umberto Sereni e Stefano Borsi. Tutti per raccontare e sviluppare il tema dell’arrivo della strada ferrata in queste zone, ritenuta l’infrastruttura più importante di tutta la Valle poiché ne ha determinato l‘uscita dall’isolamento lo sviluppo.
L’incontro si è aperto con la presentazione del programma dei festeggiamenti per celebrare il centenario del treno nella Valle, in programma il 5 novembre prossimo a Castelnuovo con una sosta speciale della vaporiera presso la stazione di Fornaci di Barga, nucleo che, senza la ferrovia, probabilmente non avrebbe conosciuto l’arrivo della Metallurgica e quindi l’attuale benessere; il tutto organizzato dalle due Comunità Montane ed i comuni della Valle, che oggi come cento anni fa tengono alla Lucca – Aulla e ne riconoscono l’importanza, ed anzi, ne chiedono il potenziamento.
Stefano Borsi, professore di storia dell’architettura presso l’università di Napoli, ha poi tracciato la storia della “nostra” ferrovia nel contesto post-unitario, inquadrando la lotta per averla come uno dei momenti culturalmente più alti per la nostra Valle, tanto che anche Giovanni Pascoli, ormai perfettamente integrato in questa terra, si fece interprete di questa necessità: unire la Valle, portare sviluppo e connessioni preziosissime.
È stato invece Umberto Sereni, professore ordinario di storia contemporanea all’Università di Udine ed ex sindaco di Barga, a “raccontare” il rapporto di Giovanni Pascoli con la ferrovia, i cui destini, se possibile, si intrecciano. Il Poeta, infatti, quando si trasferì a vivere a Castelvecchio raggiunse Lucca in treno e giunse poi Caprona in carrozza, poiché la ferrovia ancora non si addentrava nella Valle.
Il suo impegno fu tale, sia per il forte senso di appartenenza alla zona, sia – probabilmente – per motivi personali, che molto si espose perché i binari continuassero fino a Castelnuovo.
Così come arrivò, quando ripartì da Castelvecchio per curare il suo male, lo fece in treno, che nel frattempo era giunta fino a Castelnuovo; ugualmente la sua salma rientrò da Bologna su di un treno, non senza peripezie. Ma tant’è: Giovanni Pascoli volle, e potè utilizzare la tanto desiderata strada ferrata.
Come ogni autunno, quando si celebra l’arrivo di Pascoli, ed ogni primavera, quando se ne ricorda la scomparsa, l’orto della Chiusa è stato teatro non solo della conferenza, ma anche della musica a cura della filarmonica Catalani di Coreglia, e della narrazione di alcune poesie a tema declamate dall’attore Pietro Nannini, quest’anno accompagnato dalla fisarmonica di Fabrizio Gronchi.
Grazie all’organizzazione della Misericordia e dei Donatori di Castelvecchio non sono mancate neanche le leccornie tipiche e tanto amate da Giovanni Pascoli, come insaccati tipici, castagnaccio, befana e mondine accompagnate da vino novello.
Per tutto il pomeriggio, un bel pomeriggio di sole, come sempre la casa-museo è stata aperta al pubblico con visite guidate, così come la mostra sul Poeta e l’Unità d’Italia allestita nella foresteria e quella sull’emigrazione esposta nella limonaia di Casa Pascoli, mentre i ragazzi dell’associazione culturale Smaskerando hanno riproposto gli antichi mestieri “mescolandosi” con l’ambiente e i volontari della misericordia in abiti d’epoca.
Unica nota amara, la notizia che non potrà essere formato un comitato nazionale patrocinato dal Ministero dei Beni Culturali a causa dei tagli approvati con l’ultima manovra finanziaria: la Fondazione Pascoli, gli enti e gli studiosi coinvolti, comunque, non rinunceranno ad unire le forze per stilare un ricco programma dando vita ad un’associazione nazionale.