Forse proprio da record non è, ma è sicuramente di dimensioni notevoli il cinghiale bottino di caccia della squadra numero 22, meglio conosciuta come “Il carrozzone” di Renaio, capitanata da Venanzio Togneri.
Domenica scorsa, nel dirupi sottostanti il Monte Giovo, hanno ucciso un cinghiale di ben 93 kg come è risultato dalla pesa avvenuta poi nella piazza del paese. Un animale davvero possente che però niente ha potuto di fronte all’organizzazione della piccola formazione di cacciatori di Renaio dove la passione per la caccia al cinghiale è davvero tanta, come dimostrano anche le pergamene che si trovano all’interno dello storico locale del “Mostrico”, con tanto di inno ufficiale della squadra..
“Siamo una squadra piccola, ma siamo comunque forti”, è stato il commento del Venanzio soddisfatto del lavoro svolto domenica scorsa.
Ringraziamo Mary Marchetti che ci ha fornito una delle immagini che pubblichiamo nel fotoservizio.
Esaltare per aver ammazzato un animale ! Che bello ! Forse non era il caso di pubblicare, almeno quello, le foto del povero cinghiale ucciso dai cacciatori.
Invece hanno fatto bene a pubblicarla. E’ giusto che chi poi si gusta la sua polenta e cinghiale sappia quella ciccia buona tenera e saporita da cosa viene.
Trovo le foto disgustose. Nessun rispetto per il povero animale ucciso
Are you turning your collective backs on your own local culture ? … this was a comment I made back in 2007 about a 180 kilo pig freshly slaughtered in Barga ——
Believe me, I am no supporter of the hunters but they are at least somewhat in tune with the changing seasons and their position in a moving world. The killing of small birds to eat was once something that was an important part of the winter diet as it was valuable addition to the the protein input during the long winter months. These days the sight of tiny birds on the plate will undoubtedly inspire a fierce reaction from many people and rightly so.
Lets extend this argument a bit to include the slaughtered pig – maybe we should all be just going down to the Le Clerc hypermarket and buying our meat in pristine clean, carefully marketed and subtly lit plastic packages that manage to remove us mentally and physically from the fact that it is part of a butchered animal ?
The killing and preparing of a pig was once upon a time something that happened at this time of year and involved a large group in the community – it was a community event so to speak. The Lake Angels have managed to keep that kind of feeling going and brought right back into Barga Vecchia something that was gradually dying out.
I spent most of the day recording the voices of the (mainly) older people who reminisced about the “old days”, the recipes and the way of life in Barga between the two world wars. They spoke of hardships and difficult times but also of a tighter community that was based around a far different series of rules and conventions than the ones that push the community today.
On a final note – Dr. Who wrote about being spared other macabre images on barganews – I would suggest that you instead pick up your daily newspaper, switch on the tv or log on the internet and just sit back and look at the images of the civilian casualties taking place on a daily basis just across the sea from us. Let this bloody tide of images wash over you and then decide what is a macabre image – people getting blown to bits as they go about their daily lives or the images of a pig being prepared in a cantina in Piazza Angelio ?
That article with images and video can be seen here
“Lets extend this argument a bit to include the slaughtered pig – maybe we should all be just going down to the Le Clerc hypermarket and buying our meat in pristine clean, carefully marketed and subtly lit plastic packages that manage to remove us mentally and physically from the fact that it is part of a butchered animal ?”
Point taken.
Ogni anno, dopo una breve o lunga detenzione in disatrose condizioni, vengono crudelmente macellati (sgozzati, contusi, bolliti o squartati vivi) in Italia:
24 milioni di bovini e suini
29 milioni di conigli
470 milioni di avicoli
(fuori dal conteggio i capi abbattuti con macellazione – islamica – rituale halal: in media, ci vogliono 25 coltellate alla gola di un bovino adulto non stordito).
Mi trovo d’accordo con Simone, non alimentiamo ipocrisie e non nascondiamoci dietro una pietà pro-tempore poi sconfessata da quello che infiliamo nello stomaco; l’ho sempre sostenuto su queste stesse pagine. Altrimenti, è meglio tacere.
“Se i muri dei macelli fossero di vetro, la gente forse non mangerebbe più carne” (Margherite Yourcenar)
Ma de che stiamo a parla’?
La crudeltà è una cosa, il mangiare carne un’altra.
Scandalizzatevi per i cuccioli d’uomo uccisi senza motivo, non per i cinghiali.
E, badate bene, non sono cacciatore. Anzi, sono contrario alla caccia.
Ma, se volete, quella al cinghiale è ancora l’unico residuo di caccia sensato. Il cinghiale ha una speranza di difesa; minima, ma ce l’ha. Il cinghiale non viene abbattuto solo per divertimento, ma anche e sopratutto per necessità, visti i danni che arreca. E comunque è una caccia che procura cibo all’umano che la fa.
Al contrario, molto spesso, di quella agli uccelletti, uccisi per sport.
Ma in Italia la contraddizione è ormai una regola, è più facile subire condanne per maltrattamento agli animali che per omicidio.
Si uccide un uomo perchè ha investito (e non ditemi che non vi è mai accaduto…) un cane e si tenta anche di giustificare gli assassini.
Si uccidono bambini solo perchè non è il momento…
Vogliamo veramente cambiare? Cambiamo tutto allora. Smettiamo anche di andare al supermercato, al negozio sotto casa, smettiamo di comprare ciò che ci serve; mangiamo quello che riusciamo a produrre ognuno da se.
Che bello sarebbe! In 6-7 anni si rimarrebbe talmente in pochi che le risorse sarebbero più che sufficienti.
Badate bene: io ci sto, ad un cambiamento simile, ma dobbiamo farlo tutti. Solo così potrebbe avere un senso. Imponiamolo.
Ne siamo capaci?
Non credo sia giusto decidere della pregnanza di qualunque argomento si voglia trattare (“di che stiamo a parlà”), e ritengo ancora meno giusto ingiungere forme di scandalo: il sentore che aleggia è quello di una presunta moralità superiore, fastidiosa, e che non porta da nessuna parte, proprio perchè autocentrata.
E chi lo ha detto che crudeltà ed alimentazione sono due atti distinti e negli effetti distanti? Esite un universale tribunale della ragione che lo può certificare? Chi al contrario crede che mangiare carne sia un atto crudele, dannoso, élitario, socialmente ed economicamente oppressivo, si deve per forza sentir dire di essere uno schizoide disumanizzato che non ha pietà per i “cuccioli d’uomo”?
Ognuno dice la sua, ed ognuno si scandalizza per ciò che vuole, nessuno ne decide la priorità o probità.
E’ così strano scandalizzarsi per un vitello di un mese tolto alla madre, tenuto al buio, incatenato, ridotto all’anemia (la carne è più buona così), sballottato per migliaia di km senza acqua, slogato, frustato, ed infine sgozzato (il controfiletto “senza crudeltà” è servito)? E che non è crudeltà questa?
Anch’io sono del parere che la caccia, oggi, è mera crudeltà, e quelle foto del gozzoviglo tribale attorno al cinghiale abbattutto lo testimoniano crudemente. Quello che volevo sottolineare è che non si può criticare quella pratica scindendola dalla ben più gravosa questione dell’industria e dell’alimentazione carnea: sarebbe ipocrita.
Quanto alla sensatezza della caccia al cinghiale… beh, non ho parole.
Pago cena a chiunque mi venga a dimostrare nei fatti l’equiparabilità tra la struttura inerme e naturale delle difese del cinghiale e quel mostro della tecnica irto di appendici metallico-esplosive che è l’uomo.
Poi ce la favoletta dei danni che arreca la popolazione ungulata, quando è risaputo (e non perseguito!) che avvengono continue immissioni illegali di cinghiali allevati al fine mantenere la popolazione alta, cioè per mantenere la “zona di caccia” assegnata alla squadra costantemente popolata, dunque cacciabile.
Ma quanto ci vuole tanto a capire che non è affatto nell’interesse dei cacciatori eliminare i cinghiali? Risaputo che alcuni cacciatori, addirittura li portano da mangiare!
Insomma, i problemi non li crea la popolazione di cinghiali, bensì è la stessa caccia al cinghiale a determinarli.
Alla fine, però, ora che ci penso, avrei potuto benissimo scrivere “De che stiamo a parlà?”: sarebbe stato sicuramente meno faticoso…
Bene, la provocazione serve a qualcosa.
Spero solo che ai proclami seguano i fatti.
Io, di solito, ciò che dico lo faccio.
Ho lottato contro leggi disumane contro gli umani, lotto contro chi maltratta (non utilizza per alimentazione, maltratta, sono due cose diverse) gli animali.
Suggerisco, comunque, anche di smettere di comprare vegetali: i prodotti utilizzati per la loro produzione uccidono!
O, forse, è meglio trovare le giuste vie di mezzo che permettano di conciliare l’uno e l’altra situazione.
No, perchè se ragioniamo solo sui danni che l’uomo produce (ed è di tutta evidenza che l’uomo è la peggior creatura dell’universo) esistono poche soluzioni, salvo la radicale.
Anche in questo momento, scrivendo queste righe, arreco un danno all’universo, contribuendo all’inquinamento ed al riscaldamento del pianete.
Se cominciamo a ragionare in quest’ottica (sono OT, vabbè… è uguale) dobbiamo anche cominciare a ragionare di ridimensionamenti della nostra normale attività ben più pesanti di quelli che ora i nostri politici hanno avuto paura di dover prendere e sono corsi a nascondersi dietro le gonne dei tecnici…
Tornando ai fucili, anche andare al tiro a segno diventa uno sport dannoso: il piombo inquina a prescindere. Che si fa, ci facciamo promotori di una legge che vieti le armi tout court? Primo firmatario IO.
Potrei pure rinnovare un’altra serie di descrizioni su come viene prodotta la carne, ma qui mi si continua a dire che esistono due forme di maltrattamento: una riservata agli “animali” ed un’altra agli “animali utilizzati per alimentazione”, come se la SOFFERENZA si declinasse e si recepisse diversamente a seconda delle diverse specie; è un pensiero magico : se lei, Valter, ed io, riceviamo un pugno nello stomaco, non credo che il dolore inferto stia a vedere se lei si chiama Valter ed io mi chiamo Andrea, egualmente, seviziare un cane randagio o castrare senza anestesia un maiale, come lei dice, “da alimentazione”, sono entrambi maltrattamenti (ma forse penserà che il maiale, visto che è uno sporco animale “da alimentazione”, soffirà di meno – o magari, per niente – rispetto ad un docile animale “da compagnia” come il cane.)
Non voglio guardare nel piatto di nessuno, ma non ci si può nascondere appunto dietro dei “proclami”: se uno mangia carne, abbia il coraggio, o quanto meno, la coerenza logica, di dire che è necessaria una forma di “maltrattamento” (che eufemismo!) per produrre la braciola.
Tutto qua, poi ognuno continui a comprare al banco ciò che vuole e a “proclamare” quello che pensa.
La realtà è che “la ciccia è bona”, e privarsene sarebbe come entrare in clausura, e i relativi processi di negazione volti a salvaguardare la liceità delle proprie azioni e ad allontanare le grida dei mattatoi, si sprecano a bizzeffe.
Alla fine l’importante è sentirsi assolti.
Probabilmente parlo una lingua che non è comprensibile ai più, è una cosa che mi capita spesso, forse perchè sono un utopico sognatore.
“Animali” e “animali utilizzati da alimentazione”….
No, non è questo il concetto.
Io sono per il rispetto degli animali.
Certo, non si mangia carne senza ucciderli.
Ma questo non vuol dire crudeltà.
Non nel mio concetto almeno.
Altrimenti è crudeltà anche tenere un cane in casa anzichè lasciarlo randagio.
Poi mi taccio, tanto il non essere compreso è una mia specialità
Buongiorno,
sono figlia di un cacciatore incallito, fra l’altro proprio uno di quei cacciatori che hanno ucciso il cinghiale nelle foto.Fin da piccola sono cresciuta vedendo il mio Papà preso da questo sport che è forse la più grande passione della sua vita. Intendiamoci bene, non mi piace la caccia ma non mi piace nemmeno il cinismo. I cacciatori esistono da millenni prima per necessità adesso, forse, per hobby, ma non scandalizziamoci nel vedere queste foto, penso ci siamo cose ben peggiori al mondo d’oggi di cui scandalizzarci. Facile impietosirsi davanti a certi scatti ma non quando al ristorante ordiniamo una bella fiorentina al sangue, oppure quando con gli amici organizziamo una grigliata all’aperto. Sono perfettamente d’accordo con quanto scritto da Valter Ghiloni, penso non ci sia altro da aggiungere.
Valter, posto che in linea di massima sono d’accordo con te ( il mio era un appunto a chi si scandalizza vedendo quello che poi mangia a Natale con la polenta nel suo piatto, non alla caccia in se ) ci sono comunque delle vie di mezzo.
In questo caso c’è poco da dire, sono cacciatori che uccidono un animale per il proprio sostentamento, una cosa che c’è da sempre e che fa parte della cultura del posto ( mica viviamo nell’India vegetariana ).
Ma questo non significa che sia legittima una dieta così come ci è imposta dai mass media e che ci ha portato a ingurgitare quintali di carne mangiandola spesso due volte al giorno per buona parte della settimana ( così come altro … vedi lo zucchero bianco, vedi tutti i farinacei non integrali …la pasta …il latte … ).
Questo ha portato alla proliferazione di industrie alimentari che si sono trasformate in vere e proprie catene di montaggio ottimizzate per l’uccisione e la distribuzione di animali che, per l’amor del cielo, non sono dei bambini che muoiono in guerra, ma sono comunque forme di vita.
Accanto a questo, e tralasciando il discorso etico che comunque ha una sua importanza, mangiare tutta questa carne fa malissimo quindi non occorre, a mio parere, diventare autoproduttori, o smettere di andare al supermercato, ma darci una regolata forse si.
“Il cinghiale non viene abbattuto solo per divertimento, ma anche e sopratutto per necessità, visti i danni che arreca. E comunque è una caccia che procura cibo all’umano che la fa.” ……
contradisce quello scritto nell’articolo “Un animale davvero possente che però niente ha potuto di fronte all’organizzazione della piccola formazione di cacciatori di Renaio dove la passione per la caccia al cinghiale è davvero tanta, come dimostrano anche le pergamene che si trovano all’interno dello storico locale del “Mostrico”, con tanto di inno ufficiale della squadra..” Cacciare per procurare cibo all’umano ???? nel 2011 ? va bene che c’è la crisi ma che sostenere che nel 2011 si va a caccia per necessità di cibo mi sembra un pò esagerato…
Riporto…
..” Cacciare per procurare cibo all’umano ???? nel 2011 ? va bene che c’è la crisi ma che sostenere che nel 2011 si va a caccia per necessità di cibo mi sembra un pò esagerato…”
Solo chi ha continui contatti con operai disoccupati, cassintegrati, mobili…. come cappero si dice di lavoratori in mobilità? Mobilizzati o mobilitati? Mobili o forzatamente im..mobili?
può capire che oggi, nel 2011, in provincia di Lucca ci siano se non molte diverse, tante, famiglie che, caccia o non caccia, qualche problemino per mettere il piatto in tavola cominciano ad averlo.
Ma il Capo ha detto che i ristoranti sono pieni, e noi ci crediamo.
Va tutto bene, il sole splende….se pioverà di più qualcun altro finirà sott’acqua ma tanto domani è un altro giorno…
Sonia said: ” Cacciare per procurare cibo all’umano ???? nel 2011 ? va bene che c’è la crisi ma che sostenere che nel 2011 si va a caccia per necessità di cibo mi sembra un pò esagerato… ”
keane said: “Believe me, I am no supporter of the hunters but they are at least somewhat in tune with the changing seasons and their position in a moving world. The killing of small birds to eat was once something that was an important part of the winter diet as it was valuable addition to the the protein input during the long winter months. These days the sight of tiny birds on the plate will undoubtedly inspire a fierce reaction from many people and rightly so.”
D’accordo con Te, Simone. Sono un provocatore.
Anche se credo fermamente che nel piano di autoregolazione sarebbe importante non fare qualche passo indietro, ma alcune centinaia di passi e forse anche più. Ci scandalizziamo per la carne e le industrie che la producono e mangiamo ananas o ciliegie a Natale.
Siamo fondamentalmente ipocriti e per questo sostengo un ritorno alle origini…
Circa il “caccia sì, caccia no…”, la necessità di caccia per alimentazione o meno….
Bhe, mi sembra che ci stiamo comportando, tutti mi ci metto io per primo, come i nostri degni rappresentanti che non sono altro che la nostra proiezione. Ognuno, io per primo…, è convinto di aver ragione e mai la darà all’altro.
Ma, ripeto, non mi scandalizzo più, ormai alla nostra società fa più impressione un animale di un uomo… i continui omicidi che avvengono passano sempre più inosservati (e non mi riferisco solo a quelli di uomini adulti uccisi per reato… ma a pratiche mediche più o meno legali al momento…).
ma la caccia, la caccia, la caccia……e la pesca?