Pochi minuti fa le campane del Duomo hanno suonato a lutto per annunciare alla comunità barghigiana la triste notizia dalla scomparsa di Suor Carmelina, Madre Carmelina Ippolito, venuta a mancare questa mattina a Roma dove dal 2008 si era ritirata presso la Casa Madre delle Suore Giuseppine di Chambéry.
A Barga suor Carmelina è stata una vera istituzione ed in tanti le volevano bene. E’ stata, come la definì alcuni anni fa lo scrittore barghigiano Gualtiero Pia: l’ultima superiora delle suore giuseppine di Chambery che per oltre sessant’anni ha educato il cuore e la mente delle numerose convittrici dell’educandato dell’ex Conservatorio Santa Elisabetta
Suor Carmelina giunse da Roma a Barga nel 1946 ed il suo soggiorno in questa terra è durato ben 62 anni. Divenne in seguito Madre Superiora, da tutti stimata e amata che si è sempre contraddistinta per il suo impegno e la sua missione..
Cessata l’attività relativa all’educandato femminile le Suore del Conservatorio si trasferirono nel Palazzo Balduini, dove le consorelle gestiscono ancora con impegno l’Asilo Donnini, storica scuola materna di Barga.
Suor Carmelina però continuò giornalmente la sue visite al Conservatorio curandone il mantenimento, sostando a lungo in preghiera nella chiesa davanti alla splendida pala robbiana, rendendosi anche utile all’assistenza spirituale degli anziani ricoverati in un’ala dell’edificio.
Nel 2008 il suo definitivo ritiro a Roma, ma il suo ricordo e la sua presenza sono rimasti costanti a Barga e così pure il suo amore per questa terra. Proprio per questo le esequie di Suor Carmelina Ippolito si terranno venerdì a Barga (l’orario non è ancora stato reso noto)ed a Barga la sua salma sarà tumulata dopo la cerimonia religiosa.
Nei giorni della sua partenza a Barga non mancarono per lei anche alcuni omaggi speciali: : uno di Keane con un’opera dedicata a Suor Carmelina che riproduciamo in questo articolo e l’altro, conseguente al primo, di Graziella Cosimini con un ricordo di questa suorina speciale.
Ecco che cosa scriveva allora Graziella:
Che cosa sta facendo Keane?
– Cosa inventa oggi?
Ha appeso una tela, grande, in Piazza del Comune.
Ecco, una figura appare all’improvviso; una figura dai contorni inconfondibili balza agli occhi e li cattura. Esile, dritta, nera, è ritratta di spalle.
Sospesa, eppur saldamente ancorata alla terra, sembra che l’abbia sorpresa una folata di vento.
Si è infilato fra le pieghe del velo, increspandolo, appena, da una parte.
È il vento dispettoso che, nascosto nei vicoli, aspetta chi passa per Barga vecchia.
E lei è una suora. – Suor Carmelina?
A darle vita sulla tela è stato Keane, l’artista che sa sempre cogliere nel segno, perché al segno non si ferma.
Due soltanto i colori: il bianco e il blu così scuro che sembra nero; poche linee, in verticale, quelle essenziali; un accenno di movimento e il gioco è fatto, la magia compiuta: la vita con il suo intreccio di realtà e poesia, di evidenza e di significati profondi è lì, fissata e ci investe.
Guardo e inizia il viaggio nelle emozioni in un rimando di immagini, impressioni e ricordi che il quadro evoca e fa dilagare nell’anima.
Eccole, le suore, precedute dal secco scatto del portone che si chiude alle loro spalle. Passano silenziose sfiorando l’umido selciato di pietra, in certi pomeriggi autunnali, deserti. Al rintocco delle campane di San Rocco, appaiate, il capo chino, vanno verso un richiamo a cui rispondono senza indugio.
Fuori del tempo, non ne sprecano un secondo; la muta preghiera, scandita dal cuore, non muove le labbra, ma accompagna i passi.
I passi, quelli nei lunghi corridoi tirati a specchio del Conservatorio non hanno più suono.
Li odono ancora, solo nella memoria, le educande, le adolescenti inquiete di allora che fra qualche lacrima e molti sogni, impararono a diventare donne sotto il vigile sguardo di Suor Carmelina e di Suor Melania.
Le Suore del Conservatorio di Santa Elisabetta, destinate nell’evolversi dei tempi a rimanere sole nell’austero refettorio, silenziose custodi, finché è stato possibile, della nostra storia.
Per lei, solamente per lei, Suor Carmelina, padrona di casa amorosa e attenta, le piante hanno continuato a verdeggiare nei bei tripodi antichi negli angoli baciati dalla luce velata dal pulviscolo sottile della polvere.
Le stanze, da tempo mute, hanno avvertito la sua presenza fino a che il vuoto e la solitudine si sono fatti troppo pesanti da sostenere lungo il corso degli anni che si sommavano.
Solo in un luogo, rimasto come è nato, pieno di luce e di mistero, il tempo non è entrato: nella Cappella.
Il segreto della vita di Suor Carmelina e delle sue sorelle è lì, dove l’azzurro e il bianco si esaltano e cantano la gloria del vero padrone di casa, a Lui giovinette, si votarono.
Altro tempo. Altra poca.
– Che coincidenza! Ma lo sapevi Keane che proprio in questi giorni Suor Carmelina ha lasciato Barga per Roma?
– Non lo sapevi?
– È così. È venuto il nipote a prenderla per portarla con sé. Era a Barga dal 1943. Una vita intera.
Qualche goccia di pioggia comincia a cadere dal cielo di maggio che si è fatto grigio.
Gli occhi scorrono lentamente sul quadro.
Indugiano con un filo di commozione.
La figura sulla tela sembra proprio avviata verso un ritorno. Leggera, composta, raccolta in se stessa, è passata or ora, per la piazza.
Come di abitudine. Come sempre.
Graziella Cosimini
httpv://www.youtube.com/watch?v=_pTqxbVEPys