Presidio permanente da questa mattina dei lavoratori dello Scatolificio Corsonna di Castelvecchio Pascoli che stamani si sono recati in azienda ed hanno trovato i portoni sigillati.
Sulla porta di ingresso una lettera dove il liquidatore dell’azienda informava i lavoratori che a seguito dell’avvenuta apertura della procedura di mobilità: “comunicata alle organizzazioni sindacali ed alla Provincia per raccomandata ed anticipata via fax in data 5 aprile, nonché consegnata ad un rappresentante dei lavoratori”, si informava i lavoratori che il personale dipendente “è posto in ferie retribuite dal 13 aprile fino allo scadere dei termini procedurali”.
La decisione di sbarrare le porte, come fa sapere Fabio Graziani della CGIL, non era stata resa nota alle R.S.U. e alle organizzazioni sindacali. Da subito, è stato deciso di attivare un presidio, cui partecipano i lavoratori e i loro rappresentanti e l’iniziativa potrebbe andare avanti per diversi giorni, fino a quando comunque non ci saranno ulteriori sviluppi della situazione e soprattutto verrà chiarita meglio l’attuale posizione dei lavoratori. Perché in realtà non si capisce bene se questi siano o meno in mobilità visto che l’accordo per la mobilità non è stato sottoscritto dai lavoratori stessi.
Stamani sul posto si è recato anche il sindaco del comune di Barga, Marco Bonini e dopo la sua mediazione le porte sono state aperte; almeno per consentire ai lavoratori di avere luoghi al coperto in caso di maltempo.
Ma che cosa è successo in concreto? Ce lo ha spiegato Enrico Mucci, rappresentante della RSU del Corsonna che qui potete ascoltare anche in questa audio intervista:
Ieri è scaduto l’anno di cassa integrazione straordinaria ed in teoria i lavoratori del Corsonna, che adesso sono rimasti in tutto in 78 tra operai ed impiegati, dovevano andare in mobilità.
Si confidava però sulla possibilità di una estensione della cassa in deroga pagata dalla Regione, che aveva già comunicato la sua disponibilità. “Bastava – spiega Mucci – che il giudice che segue il concordato firmasse la richiesta della cassa in deroga, ma questo non è avvenuto”.
I lavoratori ovviamente non condividono questa decisione. C’erano per loro i presupposti per firmare la richiesta visto che la cassa in deroga può essere concessa se esiste una prospettiva di mantenere nello stabilimento una attività produttiva.
Questa prospettiva per il Corsonna, sottolinea Mucci, esiste. Nelle ultime settimane è emerso il nome di un imprenditore della zona che sarebbe intenzionato a compare l’immobile ed a portare nello stabilimento una nuova produzione, diversa dall’attuale. Ma che darebbe la possibilità (almeno per 15 operai all’inizio) di trovare una nuova occupazione
Il giudice però non ha ritenuto valida questa possibilità indicando come unica possibilità la mobilità. Una prospettiva non condivisa ovviamente dai lavoratori che non hanno firmato l’accordo per la mobilità.
Non essendoci un accordo, secondo i lavoratori, per due mesi in base alle leggi vigenti, da oggi, scaduta la cassa integrazione, gli stessi sono tornati in carico al Corsonna e così si sono presentati all’ingresso dello stabilimento a disposizione dell’azienda per lavorare.
“Non abbiamo trovato – ci spiega Mucci – nessun rappresentante dell’azienda , ma solo la porta chiusa con un cartello dove il liquidatore ci comunicava che eravamo messi in mobilità e che per questo eravamo in ferie. Una contraddizione secondo noi perché se veramente fossimo in mobilità (ma noi, lo ricordo, non abbiamo mai firmato l’accordo), saremmo di fatto licenziati e quindi non potremmo essere messi in ferie.
Quindi abbiamo deciso di restare qui. Di rispettare il nostro orario di lavoro in attesa che ci siano degli sviluppi”.
Chiediamo al Senatore Andrea Marcucci di interessarsi
vivamente alla situazione al fine di evitare o attenuare
questi problemi.
Io credo che sia stato eletto nelle liste del PD anche per salvaguardare i nostri fondamentali interessi, quale il diritto al lavoro, e cercare una soluzione che non metta sul lastrico parte della polpolazione della nostra valle.
Naturalmente non solo lui, ma anche gli altri parlamentari eletti da noi, Garfagnana e Valle del Serchio, come il Sig. Nedo Poli, la sig.ra Raffaella Mariani, quelli della regione come il il Sig. Marco Remaschi e il Sig. Ardelio Pellegrinotti e tutti quelli
che sono consiglieri provinciali che hanno avuto il voto dalle nostre parti dovrebbero mettere un po’ più di grinta in una questione grave come questa.
Luti Giuseppe