Dopo Bulgari, Alcatel, Ar Alimentari, Ferretti, ed in attesa della Fiat, il made in Italy in questi ultimi quattro mesi continua a perdere pezzi: ora tocca ad un vero simbolo e vanto della Penisola, la Ducati.
La crisi del made in Italy, che fino a qualche tempo fa sembrava aver investito solo il settore alimentare ed era culminata nelle vendite a colossi stranieri di marchi prestigiosi come Parmalat, Perugina, Bertolli e Gancia, ora sembra interessare i settori dei beni di lusso e dell’industria dei motori. Tempo fa abbiamo scritto della cessione del marchio Ferretti, da anni leader mondiale della cantieristica per le imbarcazioni di lusso da diporto, al gruppo cinese SHIG; domani invece, salvo imprevisti dell’ultima ora che verosimilmente non ci saranno, sarà la volta della Ducati, che verrà ceduta ufficialmente alla tedesca Volkswagen dopo un lungo tira e molla con la Mercedes: decisivi gli 860 milioni di euro messi sul piatto per acquistare la casa di Borgo Panigale, debiti (inferiori ai 200 milioni di euro, secondo le fonti vicine all’accordo) inclusi.
Ufficialità che arriverà solo domani, ma notizia che circola già da alcune settimane. La Ducati vanta un rapporto di stretta collaborazione con la Mercedes attraverso la AMG, l’azienda che progetta e realizza i modelli sportivi del marchio tedesco. La chiusura della trattativa quindi pone fine ad una situazione di stallo e imbarazzo per le parti in causa, ma certo non può rendere felici ed orgogliosi gli italiani che vedono emigrare all’estero un altro “pezzo di eccellenza”.
Nel caso della Ducati, possiamo dire che l’Italia perde un vero fiore all’occhiello, con i suoi motocicli conosciuti in tutto il mondo, non solo per le prestazioni ma anche per il design tipicamente italiano. Nata nel 1926 per volontà dell’ingegnere Antonio Cavalieri Ducati, l’azienda nel 2006 vantava 1300 dipendenti ed un fatturato di 304,8 milioni. Nel maggio 2008, la rivista di settore “Motociclismo”, ha di fatto incoronato la Ducati come il miglior marchio costruttore di moto sportive: il voto dei lettori ha infatti permesso di salire sul podio della sezione riservata alle moto sportive tre modelli della casa di Borgo Panigale, ossia la 1098, la Desmosedici RR e la 848, che hanno colonizzato le prime tre posizioni di gradimento.
Le attuali risposte della politica, interessate più a tutelare conti pubblici e capricci di Ue, Bce e banche, sembrano volutamente ignorare un settore produttivo che sta cadendo a pezzi.
La progressiva morte del made in Italy è un segnale tanto ignorato quanto ineludibile, visti gli ultimi eventi.
Quante altre eccellenze italiane saluteranno la Penisola? – source