Un paese di meno di cento abitanti sulla montagna appenninica rischia di sembrare un luogo senza futuro. Non sono pochi i casi in cui questi numeri si accompagnano ad altri dati davvero poco confortanti: assenza di esercizi pubblici, mancanza di imprese vitali, vita culturale e comunitaria pressoché azzerata, la TV generalista a far compagnia agli ultimi anziani. E’ l’Appennino fantasma, quello che nella crisi rischia di perdere gli ultimi servizi residui, gli ultimi abitanti. Ai borghi fantasma si contrappongono quelli della speranza, quelli che continuamente mostrano segnali incoraggianti, segnali che sembrano andare contro una tendenza all’abbandono che talora si trasforma in rassegnazione.
Tra Garfagnana e Valle del Serchio si trovano esempi di entrambe le categorie, così come le molte sfumature che la realtà frappone tra gli estremi.
Uno dei luoghi della speranza, ma l’opinione rischia di esser di parte, è Sillico, in Garfagnana. Potrei parlare di feste estive, di mostre di pittura, di una mostra permanente dedicata alla vita di un tempo, dei Sentieri del Moro ma quello di cui scrivo è ben altra cosa. Una cosa piccola, semplice ma straordinaria: al Sillico, come si dice in Garfagnana, è nata una biblioteca.
E’ una biblioteca speciale perché nasce dall’iniziativa della comunità e cresce con donazioni di libri fatti dalla comunità stessa. Una comunità intesa in senso allargato: non solo i residenti ma anche i molti sillichini (reali o di adozione) che vivono altrove ma gravitano sul borgo, fanno parte di una comunità allargata che non si piega e a rassegnarci non ci pensa proprio. A volte qualcuno tra i più anziani ricorda il borgo e la comunità di qualche decennio fa e lo fa col tono di chi vede un paese morire ma a guardare quella biblioteca non sembra essere così.
Per saperne di più abbiamo parlato con Paola Filippi, la persona che coordina (ma questa parolona la uso solo io) le attività della biblioteca. “In paese ci sono molte persone a cui piace leggere” – ci dice Paola – “e qualcuno di noi conosceva l’idea del book – crossing. Da lì è nata l’idea di un luogo di scambio dei libri per favorire la lettura e sempre più persone hanno cominciato a portare i libri, a donarli”. “Il punto di forza” – prosegue – “è che non ci sono vincoli: tutti i libri sono ben accetti, chi vuole li prende, li legge e li riporta”.
“Da un po’ di tempo è iniziata una catalogazione perché il numero dei libri presenti cresce e l’idea è che possa crescere ulteriormente”, prosegue Paola. Alla domanda “Se qualcuno volesse donare dei libri può farlo?” Paola risponde con entusiasmo: “Certo che si: basta venire al Sillico e portarli fino alla porta della biblioteca, nella saletta comunale detta della sezione“. La chiave è facilmente reperibile e basta chiedere a qualcuno che si incontra per strada.
Le cose vanno così nei borghi della speranza appenninica….