Ma sono rosse o blu le nuove sale degli Uffizi? Questa è la storia di un dilemma tra me e una mia amica, sul vago ricordo del colori delle pareti nella nuova ala di ponente del museo. Sappiamo bene fino a quanto si spinge la voglia di avere ragione e di prevalere sull’altro, ma soprattutto di accaparrarsi il premio sancito dalla stretta di mano. Una scommessa, il solito caffè, ma finché non ci si sbatte il naso non si è contenti: un po’ alla San Tommaso insomma. Il modo migliore per conquistare l’ambito premio è fare una visita di persona.
Marta, un pomeriggio, mi chiama chiedendomi quando sarei stato libero per andare a vedere queste “benedette sale”, ormai diventate causa di discordia. Nel pacchetto della giornata era inoltre incluso l’aperitivo sulla Loggia de’ Lanzi messo poi da parte per il delizioso vento che quel giorno spostava sedie e orde di turisti.
Andiamo al succo della questione. Dopo aver ritirato i nostri biglietti e fatta la poca fila prevista per i prenotati, siamo finalmente entrati nel grande scrigno vasariano delle meraviglie. Dopo aver visto le sale famose, tra cui la Tribuna restaurata, i percorsi per i non vedenti e fatti i lunghi corridoi che fanno venire quasi voglia di imitare i ragazzi di “Bande à part”, si arriva alla fine di quello di ponente con il maestoso Laocoonte di Baccio Bandinelli.
Si prosegue verso la nuova scala, passando dalla preesistente caffetteria e veniamo condotti al piano inferiore dalle scale che sono un fascio di luce, pietra serena e ottone dalle forme molto minimal e eleganti arpionate in una struttura a torre dove la luce naturale avvolge il tutto. Credo sia molto bello vedere questi esempi di architettura contemporanea che si armonizzano così bene creando così anelli di congiunzione tra passato e presente servendosi di alcuni dettagli.
Una volta arrivati ai “Nuovi Uffizi” (così chiamata questa nuova zona, è parte di un progetto ben più ampio) il dilemma se le sale sono rosse o blu, si risolve con un ex aequo. Infatti sulla sinistra dell’atrio si aprono le sale blu dedicate ai pittori stranieri e inaugurate nel dicembre dello scorso anno; sulla destra, invece, il rosso cremisi fa da sfondo alle sculture ellenistiche e ai pezzi migliori della “maniera moderna” precedentemente alloggiate nelle sale superiori.
Le prime raccolgono le opere dei cosiddetti stranieri che coprono un raggio cronologico che va dal Cinquecento al Settecento ospitando opere di spagnoli, francesi, fiamminghi e olandesi andando così a mettere in mostra molti quadri contenuti nei magazzini. Ricordiamo solo alcuni nomi del calibro di Goya, Velasquez, Rubens, Bruegel.
Le sale di rosso cremisi dipinte, si aprono con una bella raccolta di marmi ellenistici garantendo così una maggiore lettura; il percorso prosegue con gli artisti manieristi ovvero con Andrea del Sarto, Rosso Fiorentino, Pontormo, Bronzino e Raffaello.
Per concludere, va detto che il complesso museale ha ancora al suo interno aree in fase di lavorazione (in piazza si possono notare i ponteggi) con lo scopo di offrire ai visitatori, nei prossimi anni, un grande museo di grande respiro internazionale, ma soprattutto aumentando le superfici espositive e proponendo altri e nuovi servizi.
Per maggiori info: www.nuoviuffizi.it