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Il mondo pascoliano in mostra presso la Fondazione Ricci

Immagini del mondo pascoliano: questo il titolo della bella mostra inaugurata nel pomeriggio di sabato 20 ottobre presso la sede della Fondazione Ricci e organizzata dalla stessa fondazione e dalla sezione barghigiana dell’Istituto Storico Lucchese.

Decine i pannelli, le immagini, i documenti in mostra allestiti in una sorta di percorso tematico che parla del mondo di Giovanni Pascoli citando luoghi, passioni, rapporti umani, con grande ricchezza di documenti e contenuti.

Otto le sezioni in cui è organizzato il percorso, che inizia da un simbolico punto di partenza: la storia e le immagini della casa di Castelvecchio, dove il poeta e la sorella si trasferirono in cerca di una nuova vita; fino a giungere alla sezione finale dove un’ampia raccolta di giornali riporta la cronaca della vita – e della scomparsa – del Poeta di sua sorella Mariù.

Tra le sale espositive trovano spazio anche alcuni aspetti forse inediti di Giovanni Pascoli, con una ricca esposizione di disegni autografi che ritraggono i membri della famiglia o la casa stessa, ed alcuni rebus che il poeta si dilettava a disegnare.

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All’interno della mostra è rappresentata anche la passione fotografica di Giovanni Pascoli, giunta fino a noi sotto forma di numerosi scatti che ritraggono amici in visita a Castelvecchio o scene agresti.

Ma il mondo pascoliano è raccontato anche attraverso il rapporto che Pascoli ebbe con alcuni artisti dell’epoca e soprattutto con il fraterno amico Alfredo Caselli, vero e proprio uomo di fiducia e titolare del Caffè omonimo in cui solevano ritrovarsi non solo il poeta ma anche Giacomo Puccini, Alfredo Catalani e Eugenio Luporini.

I numerosi documenti (alcuni in copia, altri originali) che compongono la mostra provengono dalla biblioteca statale di Lucca, dall’archivio di Casa Pascoli, dagli archivi privati di Antonio Nardini, di Alfreda Verzani, di Christian Tognarelli e della famiglia dei Cardosi Carrara e sono stati allestiti da Cristiana Ricci, Antonio Nardini e Gioela Massagli.

Dalla mostra è nato un volume omonimo in cui molto approfonditamente i tre curatori espongono la loro ricerca; tra i loro scritti anche un intervento di Alfreda Verzani, scomparsa alcuni anni orsono.

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