Riceviamo e pubblichiamo due commenti ricevuti dalla noistra redazione dopo quello che è successo nei giorni scorsi, in seguito all’allaerta sismica. Sono del nostro metereologo David Sesto e di Lorenza Cardone.
Buongiorno,
fra i tanti commenti che si sono avvicendati in seguito all’allerta sismica della scorsa settimana, vorrei aggiungere il mio punto di vista.
Premetto che abito nel centro storico di Barga e dunque sento la problematica della sismicità della nostra zona molto vicina.
Dissento da chi imputa quanto accaduto all’effetto sentenza dell’Aquila: vorrei ricordare che in quella sentenza si è infatti ribadito che i terremoti non si possono prevedere, né tantomeno si può escludere che accadano.
La Commissione grandi rischi il 31.03.2009 fece proprio questo: “escluse” la possibilità di scosse sismiche distruttive e per questo è stata condannata.
Ribadisco il concetto: non fu condannata perché non previde il sisma, ma perché rassicurò quando non aveva elementi scientifici per farlo.
In merito all’allerta della scorsa settimana, trascorsi i giorni della polemica “si doveva avvertire non si doveva avvertire”, vorrei che i miei amministratori facessero qualcosa di concreto per evitare situazioni come quella appena trascorsa. Vorrei che anziché pensare alle telecamere nel nostro Comune si pensasse all’opportunità di un monitoraggio sismico del centro storico di Barga con rilevatori dei movimenti degli edifici e ad uno studio che porti ad una classificazione della pericolosità degli edifici.
In questo modo, si potrebbero individuare quali sono le situazioni critiche, ovvero quali edifici arriverebbero al collasso se sottoposti all’accelerazione sismica che ci si attende nel nostro territorio, per poi procedere ad un adeguamento sismico puntuale.
Qualcosa di molto simile al progetto VILLA 1920 degli Stati Generali della Garfagnana Terre del Serchio.
Mi piacerebbe che partisse un progetto innovativo che coinvolgesse tutti: amministrazioni locali a coordinare e cercare fondi necessari a supporto del progetto, privati ed anche Regione Toscana, andando a creare un percorso snello da un punto di vista amministrativo e burocratico per arrivare ad un comportamento in caso di sisma cosciente e illuminato: se sappiamo quanto siamo sicuri, quali sono i rischi e come ci dobbiamo comportare, è molto più difficile che si venga colti dal panico in caso di sisma.
Grazie
Lorenza Cardone
LA MIA SULLA GESTIONE DELL’EMERGENZA
L’allerta del 31 gennaio 2013 resterà ben impressa nella mente delle persone per molti anni a venire. A poco più di 24 ore di distanza, con la mente un pò più fredda rispetto alle mie molteplici esternazioni su facebook, voglio dire la mia personale opinione in merito a ciò che abbiamo vissuto.
Come prima cosa ci tengo a precisare che tutte le persone, volontari e lavoratori della Protezione Civile, dell’Unione dei Comuni, dei Comuni stessi e chiunque si è speso, in ogni modo, per organizzare ed allestire zone di ricovero alle persone che non si sentivano di restare nelle proprie abitazioni, devono solo essere ringraziate: anche loro, in momenti cosi concitati, hanno continuato nella propria opera con le proprie famiglie distanti, sicuramente preoccupate dal clima di incertezza per un evento che, fortunatamente, non si è verificato.
E’ innegabile che qualcuno, comunque, abbia sbagliato nella gestione mediatica dell’evento. L’INGV ha poi chiarito che l’ormai famosa comunicazione altro non era che un normale aggiornamento, inviato ben due volte al giorno, della situazione relativa allo sciame sismico della Garfagnana. In quel comunicato, che la maggior parte di noi ha letto, non si parla di allerte, evacuazioni o allarmi, solo della possibilità, peraltro normale nel caso di uno sciame sismico, di altre scosse.
Tale comunicazione è stata però mal interpretata ed il panico, sopratutto dopo l tweet del Comune e della Protezione Civile di Castelnuovo che recitava testualmente “A seguito della comunicazione pervenuta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri si consiglia di uscire di casa e rimanere all’aperto”. Ora, non serve un esperto di comunicazione per affermare che di fronte a certi messaggi, imprudentemente pubblicati su di un Social Network e senza adeguate spiegazioni, il panico si diffonda senza freni.
Ovviamente, una volta che le indicazioni sono partite, che il passaparola tra la popolazione aveva preso piede, che alcuni degli stessi volontari della Protezione Civile, allertati ma senza indicazioni bene precise stessero avvisando gli abitanti di un imminente pericolo, tutti i Sindaci, probabilmente ben consci della recente sentenza del terremoto dell’Aquila, hanno ufficializzato l’allerta.
La cosa che però non sopporto è che qualcuno sostenga che l’allerta sia arrivata dall’INGV. L’italiano riusciamo a leggerlo ed a meno che non esistano comunicazioni segrete su quel fax non si ravvisa alcun allarme.
Un’amara riflessione mi viene in mente. Sarebbe forse il caso che certi ruoli siano ricoperti da “tecnici” e non da politicanti di professione? Chiunque, sulla base di quella comunicazione abbia lanciato un’allerta del genere, è, a mio modo di vedere, non adatto a ricoprire un ruolo di tale responsabilità.
In presenza di uno sciame sismico le scosse di assestamento possono durare anche delle settimane intere con episodi anche percepibili dalla popolazione ma sempre inferiori alla magnitudo iniziale. Ecco che la scossa di 3.3 rientra perfettamente in tale casistica e, sebbene nessuno abbia la famosa sfera di cristallo per leggere il futuro, tutto farebbe pensare ad un decorso normale del terremoto, solo più lungo di quanto ipotizzabile in origine.
Concludo con una proposta che voglio lanciare al nostro Comune oltre che allUnione dei Comuni. Perchè, una volta passata questa fase di criticità, non trovare qualche modo per sensibilizzare ed informare la popolazione, in modo scientifico, sui terremoti e sui fenomeni meteorologici che possono provocare danno nel nostro territorio?
Credo che una presa di coscienza in modo pienamente consapevole da parte della maggioranza della popolazione possa solo aiutare la gestione di eventuali criticità che, speriamo mai, dovessero verificarsi.
David Sesto
Parlare con il senno di poi è sempre facile, chiunque di noi al posto dei nostri amministratori avrebbe scelto il male minore e informato la popolazione, nessuno avrebbe rischiato. A differenza di altri comuni, l’informazione a Barga è stata equilibrata, si sono indicate come a rischio le case vecchie e quelle ai piani alti, lasciando massima discrezionalità ai proprietari di valutare le proprie abitazioni. Nel 1985 abitavamo al III piano nel centro storico, 55 scalini e 6 pianerottoli, prendemmo le coperte e scappammo via, quest’anno abbiamo dormito tranquilli in casa e dato ospitalità a parenti meno fortunati perché viviamo in una casa ben costruita. Sono d’accordo con Lorenza e con Boschi, se non si può prevedere il terremoto si può però costruire e ristrutturare bene. Non è il terremoto che uccide, sono le case fatte male che ammazzano la gente (visto che almeno da noi, diga di Vagli permettendo, lo tsunami non può avvenire). Resta il fatto che la sentenza dell’Aquila ha pesato, la Protezione Civile ha giocato sporco e lasciato il cerino in mano ai nostri Amministratori e questo succederà ancora, contateci pure. Per questa ragione mi ha molto stupito che all’incontro con Gabrielli nessuno dei presenti abbia detto che, visto che più volte è stato ribadito che la nostra zona è ad ALTO RISCHIO SISMICO, almeno i presidi ospedalieri esistenti non vengano smantellati, visto che sono antisismici e che il giorno che il terremoto distruttivo arriverà ci faremo un baffo con 75 o 150 posti letto, ovunque essi siano. Visto che il Prefetto Gabrielli, chiaramente in imbarazzo, ha cercato di arrampicarsi sugli specchi salvo poi arrivare a dire la verita’ sulla sentenza dell’Aquila, chiedo a tutti i Sindaci che saranno chiamati da qui in avanti a prendersi responsabilità altrui di PRETENDERE che il nostro territorio non sia impoverito di strutture ospedaliere INDISPENSABILI al soccorso immediato dei feriti e che arrivino i fondi necessari affinchè la gente possa sistemare le case in modo da non rischiare la pelle.
Alle polemiche seguite al terremoto dell’Aquila, fu detto all’epoca che MAI era stata data un’allerta alle popolazioni in caso di rischio terremoto: noi sappiamo che non è così, gennaio 1985 e adesso gennaio 2013. Visto che siamo un popolo così ordinato e diligente da permettere di sperimentare evacuazioni in grande scala senza scene di panico (che succederebbe a Napoli? Non oso pensarci) , ci usino pure come laboratorio ma almeno non ci aiutino a non morire.
Anna Maria Marchetti
ERRATA CORRIGE: ..almeno ci aiutino a non morire.