Il terremoto è un ricordo lontano ma non troppo: dopo il forte sisma del 25 gennaio, infatti, sono state diverse le perizie effettuate sugli edifici del territorio per saggiarne i possibili danni. Alcuni sono stati evacuati per permettere lavori di messa in sicurezza.
Così è stato per alcune abitazioni di via Gobetti, via Pascoli ed Albiano e per un paio di grandi palazzi in centro storico, uno in piazza Garibaldi ed uno in largo Biondi, sede, tra l’altro, del nostro giornale. Interventi anche sulla Biblioteca comunale (in corso di trasferimento a Villa Gherardi) e su Piazza Galletto.
In centro storico, in rispetto delle ordinanze emesse, sono dunque sorti diversi ponteggi a protezione delle strutture e delle vie sottostanti i quali si vanno a sommare alle impalcature già installate, a giugno scorso, attorno a Palazzo Pancrazi. Anche il GVS (Gruppo Volontari della Solidarietà) ha dovuto lasciare la sede di via del Pretorio e per il momento è ospitato presso i locali dell’oratorio del Sacro Cuore. Uno spazio che però non è idoneo alle attività manuali condotte dal Gruppo, che a questo proposito lancia un appello agli enti e ai cittadini perché contribuiscano a individuare un nuovo posto per accogliere stabilmente gli amici diversabili.
Gli strascichi del terremoto del 25 gennaio scorso sono ancora ben percepibili non solo per le scosse di assestamento che ancora continuano (anche se solo raramente avvertite dalla popolazione) ma anche per i provvedimenti presi per far fronte ai possibili danni causati dal sisma.
È bene chiarire subito che in molti casi le lesioni messe sotto controllo dai tecnici sono danni pregressi, solo aggravati dagli ultimi movimenti tellurici; sia come sia, comunque, anche se ci sentiamo di dire che non ci sono grandi rischi per l’incolumità, i disagi continuano e non sono pochi. Ci riferiamo, ovviamente, al sistema di impalcature che è fiorito in centro storico andando ad ingabbiare palazzi storici e traverse e al conseguente allontanamento dei residenti dai palazzi “segnalati”.
[dw-post-more level=”1″] La prima vittima illustre – non del terremoto ma delle perizie tecniche – è stata la biblioteca comunale ospitata a Palazzo Giannetti per la quale, nei giorni immediatamente seguenti al sisma, è stato deciso lo sgombero in via precauzionale per consentire una definitiva messa in sicurezza dello storico palazzo, decisione avallata anche dai tecnici del Genio Civile della Provincia di Lucca. I lavori sono attualmente in corso per trasferire i circa 40mila volumi presso altra sede, individuata a Villa Gherardi.
In sordina, poi, sono arrivate le transenne in piazza Galletto, sempre in centro storico. Qui, la piazzetta, da anni, sta subendo un lento ma costante sprofondamento che trascina con se anche il muro di recinsione di un paio di abitazioni. Già danneggiata dalla subsidenza, la parete in questione, dopo lo “sgrollone” del 25 gennaio, ha mostrato altri segni di cedimento, con l’accentuarsi della crepa che l’attraversa.
nella gallery: Palazzo Biondi; l’ingresso di via di Borgo su Largo Biondi; Via di Borgo; Piazza Galletto; l’entrata di via della Fontana; via della Fontana; l’ingresso della Volta del Menchi; il palazzo che affaccia su Piazza Garibaldi; l’ingresso in piazza del Sargentone; la sede del GVS in via del Pretorio
I proprietari non hanno potuto far altro che chiedere l’intervento di un ingegnere e di una ditta che mettesse in sicurezza l’area in disaccordo con il comune che, più volte interpellato, non hai mai ritenuto che ci fosse necessità di un intervento urgente.
Sono seguite poi numerose visite da parte dei tecnici nelle abitazioni, chiamati a valutare crepe nuove o presunte tali: oltre cento gli interventi richiesti nel nostro comune, alcuni dei quali non hanno dato buon esito. Ne sanno qualcosa gli abitanti del caseggiato in piazza Garibaldi, i primi ad essere evacuati da un grande palazzo composto da diverse unità immobiliari, la cui altana è stata valutata come a rischio di collasso in caso di sisma analogo all’ultimo importante verificatosi.
Interventi previsti, anzi, imposti: impalcatura dell’intero palazzo per proteggere la viabilità che lo circonda; immediato smantellamento e ricostruzione del manufatto danneggiato; sgombero delle famiglie residenti nel palazzo e nelle case circostanti che, in caso di crollo, sarebbero potute rimanere coinvolte. Anche in questo caso, sia chiaro, il danno era già esistente. Per questi giorni, comunque, è previsto il ritorno a casa dei condomini, fuori dal 5 febbraio scorso.
Nel mese di febbraio I saggi tecnici sono proseguiti ed altre abitazioni tra via Gobetti, via Pascoli, Albiano, sono state evacuate. Poi, quando tutto sembrava tornato alla normalità, anche su palazzo Biondi, all’imbocco di via di Borgo, è stato applicata un’analoga ordinanza: sgombero precauzionale degli abitanti e innalzamento di ponteggi a protezione dei passaggi sottostanti; saggio tecnico per chiarire se le crepe – già esistenti prima del sisma – al quarto e quinto piano debbano essere ritenute pericolose o meno.
Altri lavori, dunque, altri pali, altri ponteggi a imprigionare il centro storico, adesso trasformato in alcune sue parti in una gabbia di ferro.
Ha fatto invece poco chiasso (forse perché non transennato né circondato da fettucce bianche e rosse) la chiusura della sede del Gruppo Volontari della Solidarietà che si trova al piano terra della canonica del Duomo. Anche qui il sisma ha aperto o accentuato lesioni ed il GVS, che qui ha i laboratori dove produce manufatti al telaio, in ceramica o a decoupage per finanziare il gruppo e per tenere in attivi gli utenti, ha dovuto lasciare la storica sede, occupata da diversi decenni.
A questo proposito, il presidente Myrna Magrini, dopo aver vagliato in silenzio le strade possibili per trovare una sede alternativa, lancia un appello a tutti i cittadini, dato che la sistemazione temporanea presso i locali dell’oratorio del Sacro Cuore impediscono di portare avanti le attività manuali.
“I laboratori del Gruppo Volontari della Solidarietà, frequentati da amici diversabili, sono stati chiusi – Scrive il GVS in una nota – Le ultime, violente scosse sismiche hanno maggiormente evidenziato le carenze e la precarietà dei locali situati sotto la canonica. La sofferta decisione è stata presa, in comune accordo, dal proposto e dal consiglio direttivo, volontari, familiari e operatori del G.V.S. Desiderano ringraziare pubblicamente don Stefano per l’accoglienza e la condivisione e anche per aver messo attualmente a disposizione l’oratorio del sacro Cuore.”
Ma questa, purtroppo, può essere solo una situazione provvisoria, dato che l’oratorio è utilizzato da molte altre realtà ed è quindi impossibile trasferirvi tutti i materiali necessari per le abituali attività.
“Il Gruppo si è immediatamente attivato per ricercare altri ambienti idonei per dare continuità al lavoro intrapreso – Continua la nota – Il problema purtroppo non è di facile soluzione e soprattutto necessita dell’apporto e del contributo di soggetti diversi”.
“Il G.V.S., impegnato da quasi trenta anni in attività e iniziative per dare voce e chi non ha voce, rivolge, pertanto, un accorato appello all’Ente Locale, alle autorità, alla Parrocchia, alle Istituzioni, ai cittadini affinché, riconoscendo la validità, l’importanza, la serietà dell’opera dell’Associazione sul territorio, nel campo del volontariato e del sociale, vogliano farsi avanti e dare una mano per trovare una soluzione adeguata e far sì che il Gruppo possa continuare a sostenere gli amici diversabili e offrire un piccolo sollievo alle loro famiglie.”
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