[…] Altra memoria è di questi ultimi tempi, quando la signora Cesira Cabrelli, che incontrai alla Biblioteca di Barga di via Giannetti in compagnia della prof.ssa Marta Rossi, iniziò a raccontarmi una storia affascinante che visse da bambina con altri suoi amichetti.
Si tratta di ricordi di giochi, tra cui quello di infilarsi con gli amichetti del tempo in un pertugio aperto nel muro che si trova a sinistra salendo le scale che da piazza Angelio conducono al Crocifisso.
Dalla Biblioteca ci recammo sul posto e nell’immagine possiamo vedere la signora Cesira indicare con il bastone dov’era quel pertugio, da cui entravano.
Dentro iniziava un cunicolo che li portava sotto la piazza Angelio. Il gioco durò sino a quando, chi di dovere, non rimediò chiudendo quell’accesso. Ricordava Cesira che quel cunicolo andava anche in altre direzioni, ma non ricordava se l’avessero praticate.
Al centro della piazza possiamo ancora vedere un tombino che chiude un’antica cisterna per la conservazione dell’acqua piovana a uso dei castellani nei momenti di bisogno, specialmente per annacquare gli orti. Come successiva nota storica si riferisce che in Barga di cisterne ce n’erano diverse databili al Medievo, tra cui quella di piazza del Comune, in cui si facevano confluire le acque della Loggia del Mercato. Altra era sul Duomo, dalla parte degli Avelli, con tracce che ci portano all’esistenza di un’altra cisterna sul prato dell’Arringo, dove in ambedue confluivano le acque del tetto del Duomo.
Altra cosa rispetto alle cisterne erano i pubblici e privati pozzi artesiani, di cui Barga era ben fornita sin dall’ignota fondazione, osservando però che non per tutto l’anno i barghigiani potevano contare sulla loro vitale funzione, perché nelle estati più calde si abbassavano troppo e si poteva pescare anche acqua fangosa, mettendo a rischio la salute; in qualche caso qualcuno di essi poteva anche prosciugare, con grave danno degli abitanti. Uno stato delle cose che preoccupò non poco il Consiglio della Terra, fino a che non riuscì a portare in Barga l’acqua delle Rupine, il cui progetto ebbe inizio sul finire del sec. XV e si finì solo con gli inizi del XVII con la costruzione dell’acquedotto che passa sopra il Ponte di Macchiaia.
Dalla zona dei ricordi della signora Cesira Cabrelli, passiamo a poco sopra, all’interno dell’antico Monastero degli Agostiniani, precisamente nello spazio retrostante la casa che fu abitata dal farmacista Vincenzo Simonini, che al piano terra di piazza Angelio aveva l’omonima farmacia. Ebbene, ricordava lo stesso dottore, che in quello spazio c’era un cunicolo o galleria che andava in direzione del Duomo. Questa galleria fu da lui praticata con altre persone e dai ricordi rimasti, patrimonio oggi anche di Cinzia Giannoni che direttamente li udì, si può dire che dopo diverse decine metri dovettero fermarsi di fronte a dei crolli. Da quanto camminato lì sotto quantificarono la fermata circa sotto il Duomo, distante in linea d’aria dall’ingresso circa 40 o 50 metri. Nel disegno possiamo vedere il Monastero di S. Agostino, dove abbiamo evidenziato l’area in cui si presume esistesse l’accesso alla galleria.
Questa immagine del Monastero fu eseguita nel 1741 dal perito Domenico Cecchi di Castiglione Lucchese per il Terrilogio che eseguì su commissione di quei frati e illustrante i beni da loro posseduti.
Quest’antico Monastero, soppresso con le riforme Leopoldine l’anno 1783, risaliva almeno al 1369, quando i frati degli eremi di S. Margherita a Sommocolonia e S. Ansano Giuncheto, furono accolti in Barga.
L’area circostante il Duomo, per l’antichità abitativa e la sua conformazione, ci dà l’abbrivio ad altre memorie. Per esempio, che da Porta Reale o vicinanze prendessero avvio due cunicoli. A sinistra uscendo che andava a sboccare sotto il curvone di Bellavista, sulla via che va Fornaci; leggermente a sinistra l’altro che andava nei poggi sopra l’ospedale di S. Francesco, a quanto capì dal racconto della signora Cesira Cabrelli, in quelli che si affacciano sulla via Hayange.
Da ragazzo sentivo narrare che anche in Latriani, la valle sottostante Barga che sta dietro al Duomo, precisamente vicino alla Loppora, arrivava un altro cunicolo. In questo caso non saprei proprio dire se tutto questo racconto fosse stato il frutto della fantasia, un’immaginifica e affascinante creazione popolare.