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La Valle ricorda Giovanni Pascoli con il volume “E la poesia venne a cercarci”

È stato presentato sabato 23 marzo presso il Conservatorio di santa Elisabetta il volume “E la poesia venne a cercarci”, un lavoro di Pietro Paolo Angelini sulla permanenza in questa Valle del poeta Giovanni Pascoli.
La presentazione, alla quale era presente anche l’autore, è stata introdotta dal  presidente della Fondazione conservatorio di santa Elisabetta Alberto Giovannetti, dall’assessore alla cultura Giovanna Stefani e dal presiedente della Fondazione Pascoli Alessandro Adami. A presentare il volume è stata invece Sara Moscardini, nostra collaboratrice e archivista presso Casa Pascoli per il progetto di digitalizzazione.
Allestita presso i locali del Conservatorio anche la mostra curata da Umberto Sereni  “La mia cara città – Lucca e Giovanni Pascoli”.

 

Nell’avvicinarsi al 6 aprile, data della morte di Giovanni Pascoli e conclusione ufficiale del Centenario Pascoliano, un altro importante contributo al Poeta è stato presentato a Barga.

Si tratta del volume scritto da Pietro Paolo Angelini (edito dall’Unione dei Comuni della Garfagnana per la  collana Banca dell’Identità e della Memoria) “E la Poesia venne a cercarci”, un omaggio alla presenza di  Giovanni Pascoli e di sua sorella Mariù nella nostra terra.

Una permanenza, quella del Poeta, che ben presto gli permise di entrare in simbiosi con le genti, le usanze, le tradizioni, i luoghi che, divenuti materia di ispirazione, sono stati poi narrati dai versi del poeta permettendo alla Valle del Serchio di riscoprire la propria storia e la propria identità.

 

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Il volume di Angelini tratta la biografia dei fratelli Pascoli, concentrandosi in particolare sull’arrivo e la permanenza  a Castelvecchio, dove Giovanni sviluppò e approfondì i temi della natura, della purezza, della “fanciullezza” immortalando, per sempre, le caratteristiche di questa nostra società rurale.

Tra le pagine di “E la poesia venne a cercarci” i fatti biografici sono narrati e intrecciati con l’evoluzione poetica, con la vita privata e pubblica di Giovanni Pascoli, andando così a creare un verso spaccato sulla vita del Poeta nella nostra Valle e sul rapporto con i suoi abitanti.

Ampio spazio è riservato anche alla figura di Mariù, sorella e vestale del Poeta senza la quale non saremmo in possesso di così tante informazioni su di lui. È per merito di Maria, infatti, che gli scritti, le immagini, le corrispondenze di Pascoli sono rimaste intatte e perfettamente conservate. Con la digitalizzazione dell’archivio Pascoli, inoltre, nuovi carteggi e nuove perspettive stanno emergendo, così che la figura del poeta e di sua sorella potranno essere narrate con ancora maggiori particolari.

Primo frutto della “riscoperta” dell’archivio – contenente oltre 67mila carte – è appunto il volume scritto da Pietro Paolo Angelini, il quale lungamente ha lavorato sui documenti originali, affidandosi inoltre a articoli di giornale dell’epoca e a testimonianze orali.

La presentazione di questo lavoro, già avvenuta in altre sedi nei mesi scorsi, lo scorso 23 marzo si è tenuta anche a Barga presso il Conservatorio di santa Elisabetta alla presenza di un folto pubblico e dell’autore. Relatrice Sara Moscardini, nostra collaboratrice e  archivista presso Casa Pascoli per il progetto di digitalizzazione, l’intervento della quale è riprodotto qui sotto.

Come cornice alla prestazione presso il locali del Conservatorio è stata proposta anche la mostra curata da Umberto Sereni “La mia cara città”, una raccolta di immagini e documenti d’epoca con cui il professore di storia contemporanea e studioso pascoliano ha analizzato e raccontato il rapporto tra il Poeta, Lucca e il mondo culturale dell’epoca.

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