Ci va veramente giù duro il consigliere comunale di opposizione Guido Santini di Fornaci, sul provvedimento per l’istituzione di un registro comunale delle unioni civili. L’iniziativa è stata approvata dalla maggioranza nei giorni scorsi in consiglio comunale con un ordine del giorno che in verità avrebbe creato anche qualche malumore nelle file della maggioranza, che comunque ha votato compatta.
Comunque sia la posizione di Santini è abbastanza netta: vede come il fumo negli occhi l’iniziativa assunta dall’Amministrazione Comunale perché di fatto, afferma, va a discapito delle “famiglie vere” ed il dare la possibilità ai conviventi di poter accedere a graduatorie o sgravi fiscali come per le famiglie sarebbe anche un costo ulteriore per la comunità.
Meglio comunque non indugiare oltre. Ecco il testo integrale della dichiarazione inviata alla stampa da Guido Santini:
“’La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio…’.
Non lo sostengo io ma la Costituzione della Repubblica Italiana – scrive – Nella storia dell’uomo non c’è civiltà che non abbia inteso tutelare il nucleo familiare come sede ideale per la crescita ed educazione dei figli, nonché come prima e fondamentale struttura della società, sulla quale fondare tutte le altre sovrastrutture dello Stato. Nessuno si è mai sognato di attaccare un’istituzione che fa parte della natura umana e come tale non è inventata dal diritto ma semplicemente accolta dai vari ordinamenti giuridici, che hanno in più modi sancito la centralità della famiglia costituita da un uomo e da una donna con l’eventuale prole.
[dw-post-more level=”1″]L’istituzione del registro delle unioni di fatto si presta, sotto diversi aspetti, al riconoscimento come famiglia di tipologie di convivenze differenti e, si guardi bene, non è un atto puramente simbolico in quanto determina un costo per la comunità, a tutto discapito delle famiglie vere. Una volta riconosciute queste unioni infatti sarà impossibile negare loro pari dignità, per esempio, nelle graduatorie per l’assegnazione degli alloggi popolari e per tutti gli sgravi fiscali ed aiuti che il Comune intenderà istituire a vantaggio dei nuclei familiari. Per quello che riguarda le politiche sociali del Comune i semplici conviventi che non hanno formali vincoli reciproci accederanno agli stessi benefici dei coniugi che, contraendo regolare matrimonio civile, si sono invece assunti precise responsabilità di fronte alla legge. I giovani sposati che aspettano di mettere al mondo un figlio perché si trovano in una situazione di disagio economico saranno messi sullo stesso piano delle coppie omosessuali. In un momento in cui le risorse per questi interventi appaiono destinate a contrarsi sempre più si trova il modo di disperderle ulteriormente.
Queste sono le politiche per la famiglia che il nostro Comune porta avanti. Complimenti”.
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medioevo…
Non credo Medioevo. Ed ho già spiegato altrove il perchè.
Il passaggio sulla differenza tra diritto naturale e diritto positivo che ho formulato in altra discussione è niente più niente meno quanto afferma Santini.
Il problema della nostra civiltà è che si pensa giusto concedere ogni qual cosa appaia o venga indicato come un diritto individuale.
Ma così facendo si perdono di vista i punti di riferimento.
Tant’è che ciò che solo 40 anni fa era illecito (e immorale per i credenti) ora è lecito e spesso tollerato se non praticato dai (pseudo) credenti.
Non è civiltà, è imbarbarimento della civiltà.
Al punto che non mi stupirebbe se tra qualche anno ciò che ora è ritenuto immorale e illecito diventi una istanza tutelata dalla legge.
Dovrebbe far riflettere la frase, ripetuta più volte nel corso degli ultimi due anni a proposito di un noto personaggio “in casa propria ognuno può fare ciò che vuole…”
No. Non è così. Neppure in casa propria. Ci sono dei confini legali e prima di tutto naturali invalicabili.
Altrimenti si finisce per giustificare tutto e tutti.
E questo sì, è Medioevo.
Al contrario di quanto affermato da vari dispensatori di morale di turno, il diritto è una tecnica sociale,un fenomeno culturale e non naturale, uno strumento che disciplina, anzi, che realizza e rende possibili gli stessi rapporti umani. Questo almeno il senso MODERNO del diritto.
Poi certo, uno la può pensare come vuole, può cioè continuare a credere in un diritto naturale inscritto nei geni, nel corpo, nelle menti, negli affetti delle persone, addirittura nella storia stessa, vista da questi inquisitori pruriginosi come il ripetersi di un tempo sempre identico a se stesso, immobile e confacente alla LORO visione cosmica. Quanto è facile appellarsi all’argomento ‘naturale’, all’ordine millenario e ad un dio antico ed abominevole che crea il mondo e gli uomini solo per legarli nei ceppi di un ‘diritto naturale’.
Che simpatici questi consiglieri della destra, che hanno l’ardire di definire una volta per tutte la ‘natura umana’: forse li vedremo presto a riconvertire omosessuali all’eterosessualità, riportare i conviventi all’ovile della sacra famiglia, e magari risposare a spese del comune i divorziati, perchè rispondenti a situazioni non contemplate dal LORO diritto naturale.
Il voto del consiglio comunale di Barga è stata una scelta coraggiosa, di grande progresso civile e di alti valori. E’ stato anche un gesto di laicità, questa bellissima parola, da non confondere col laicismo, ma ad un modo di intendere la politica come prendersi cura di tutti e di tutte, anche di tutti coloro che non rientrano nelle visioni particolariste dei nuovi, ma pur sempre goffi araldi del ‘diritto naturale’.
Capisco perchè la Nazione va come va….
E non mi stupisce vedere ciò che si vede dal Parlamento.
Se questi sono i figli dell’Italia, poveri noi.
Caro Salvoni, io sono di destra quanto Lei potrebbe essere un indiano d’america.
Come sono di sinistra quanto potrebbe lei esser di destra.
Non è questo il punto.
E se ragioniamo sempre per progresso o conservazione di strada ne faremo molto, molto poca. Già il vento del declino soffia. Speriamo non sia una bufera.
…E questo alla faccia di chi accusa gli altri (pochi) frequentatori di questo spazio di saper solo provocare: è troppo chiedere di rispondere nel merito alle questioni senza lasciarsi andare ad attacchi personali? Una volta era la norma sui forum, senza bisogno di firmarsi con nome e cognome, ma ora nei bei tempi della democrazia del web pare che ognuno possa fare/dire di tutto e di più. Se sia medioevo o meno non mi riguarda e francamente mi interessa poco.
Così come non riesco ad entrare nella questione diritto naturale/diritto positivo o anche solo se il provvedimento dell’amministrazione comunale sia un esempio di scelta illuminata o semplice demagogia: la mia testa è troppo piccola per queste cose.
Quello che mi sento di dire è che il risultato delle dichiarazioni del consigliere Santini (nel suo piccolo un rappresentante delle istituzioni) può essere soltanto quello di alimentare una eventuale guerra fra poveri. Proprio quello di cui abbiamo bisogno in un momento come questo: complimenti.
A provocazione si risponde, però… altra regola dei forum
Naturalmente sono disquisizioni vecchie come l’uomo quelle che toccano l’etica e la morale e che trovano qui espressione, principalmente, in due validi interlocutori di opposte opinioni.
A chi è preoccupato di una società troppo prodiga di “concessioni” verso l’individuo, direi di dormire sonni tranquilli. L’umanità sa già dove deve andare e ci va indipendentemente dalle decisioni di un Consiglio Comunale.
Il percorso è stato intrapreso qualche milione di anni fa. Ha visto i dinosauri, gli uomini delle caverne, il medioevo con l’inquisizione e il cilicio, il ’68, il “parlamento” di Battiato e chissà cosa vedrà domani. A prescindere dalle nostre individuali convinzioni.
Una cosa è certa: non ci sono verità assolute. Mai.
Proprio i “veri credenti” sapranno che il Bene e il Male sono insiti nell’uomo e, nelle loro varie forme e sfaccettature, lo accompagnano fino alla morte. E la società è fatta di uomini.
Naturalmente Noi siamo certi di rappresentare il Bene!!! 🙂
Grazie.
Concordo con Ghiloni e Tortelli che la discussione non può essere funzionale alla propria convinzione politica, anche se ovviamente ciò incide. Io credo che su alcune delicate questioni dobbiamo avere un atteggiamento laico nel senso più ampio del termine. Non dobbiamo partire da stereotipi, peraltro discutibili e facilmente confutabili, ma analizzare la società odierna e tentare di trovare soluzioni ai problemi dei cittadini che si trovano svantaggiati a causa della tipologia dei propri, “sacrosanti” rapporti affettivi. Affondare la nostra capacità di giudizio nel lontano passato ed affidarsi a vecchie regole (etiche e morali) per valutare situazioni che emergono oggi è un errore. Non dobbiamo perdere la nostra capacità, di creature pensanti, di nuove elaborazioni che ci consentano di superare e risolvere “nuovi” aspetti della vita di relazione. Sulla questione in discussione sono anche convinto che vi possano essere delle criticità, ma più che altro afferibili a problemi di natura economica che il riconoscimento delle unioni civili potrebbe in futuro toccare, ma qui entriamo in un’altra sfera di discussione. Termino ricordando a chi si è appellato al diritto naturale degli uomini/donne che questo diritto è profondamente mutato nel tempo in virtù di quelle elaborazioni, di cui ho fatto cenno, elaborazioni che con molte difficoltà sono un punto di sintesi (ancora in divenire) fra una visione laica della società ed una concezione religiosa della stessa.