Maurizio Biagini
Mare solo…
L’immagine più poetica del mare è senza ombra di dubbio “il mare d’inverno”. Celebrato in poesie, canzoni e tanta, tanta arte.
Quel momento, a fine stagione, che lui, il grande blu, torna ad avere la sua dignità. Una dignità naturale, che, ripetutamente, anno dopo anno, gli viene estorta con l’arrivo della bella stagione, in un prolificare di strutture, ombrelloni, chioschi e poi umanità, tanta umanità.
Spesso priva del minimo senso civico, che spunta ed arriva in ogni litorale a qualsiasi latitudine e che all’unisono concorre ad una violenza immane, fatta di grida, immondizie ed ogni genere di nefandezza. contro di lui, che taciturno attende, con la saggezza di un grande vecchio, il ritorno dell’autunno.
Ma anche durante la stagione più calda, c’è un momento che “lui” sembra quasi sorridere. La sera, quando anche l’ultimo dei bagnini (oggi si deve dire assistenti bagnanti), ha svolto le sue mansioni: ha ripulito, riordinato, riassettato.
Allora torna ad essere solo. E fiero. E generoso.
“Lui”, il mare, maestoso e quieto per comunque accontentare quella folla che gioisce nei quattro mesi estivi e che educatamente e rispettosamente, rimanda ad altri momenti le sue ire e le sue impetuosità.
Ecco: è quello il momento, quell’attimo, magico ed unico, dove il mare con fare quasi irriverente sembra fare l’occhiolino alla prima oscurità, che interessa a Maurizio Biagini. Che con fare d’artista, cerca di fermare e rendere universale.
Ma non indaga le onde, il continuo salire e scendere delle maree, anzi focalizza la sua attenzione su sdraio ed ombrelloni. Vuoti, ordinati, finalmente silenziosi. E allora ecco nascere “mare solo”.
Un ciclo pittorico di grande spessore, anche se seriale, ripetuto come fosse un mantra, come se fosse un onda. Eppure, sono opere uniche, le sue. Ognuna con una forza ed un equilibrio risolto con grande maestria.
Realizzate di getto con quel gesto che lo contraddistingue, e quello stile che collocano queste sue opere in una “via di mezzo”: quasi metafisiche, quasi pop. Eppure poetiche. Eppure sue.
Un’arte istintiva, vibrante, degna e dignitosa quella di Maurizio, “ragazzaccio” di Livorno dal cuore grande e artista vero.
Article by Roberto Milani
Maurizio Biagini nasce a Livorno, dove oggi vive e lavora.
Figlio d’arte, i primi approcci alla pittura avvengono a metà degli anni ‘70 nello studio del padre Gianfranco. Risalgono alla fine di quel decennio i primi paesaggi dal vero, di chiara impronta post macchiaiola, e alcune marine dove già si scorge la sua tipica vena malinconica.
A soli 17 anni volge la sua attenzione verso la Pop Art americana e l’incisione. Usa la tecnica della litografia per incidere i primi volti e si serve di citazioni di grandi personaggi come Andy Warhol e Patty Smith.
Pochi anni dopo il suo lavoro inizia a porsi come opera di denuncia: figure solitarie, bambini, uomini inermi, lucciole in attesa del cliente, ubriachi, sbandati. Ritrae i deboli talvolta in quadri monocromi, talaltra usando una tavolozza ricca di colori. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Carrara, che poi abbandonerà, poiché troppo irrequieto e controverso per seguire lezioni di tipo classico.
La sua ricerca lo porta a cimentarsi su opere di grandi dimensioni: la figura umana quasi trasborda dalle tele, dove i soggetti sono di chiara impronta figurativa, proponendo allo spettatore la sua attenzione per la “Nuova Figurazione”. Inizia in questo periodo anche una ricerca sui materiali da impiegare: carta, sabbia, catrame.
Negli anni ’90 visita varie mostre e, per l’ennesima volta, la Biennale di Venezia: il suo interesse si concentra sulla Transavanguardia e il Pop italiano. La sua ricerca, ora, è improntata a valorizzare prima i materiali e poi la velocità di esecuzione. In essa si racchiudono le sue due principali doti: la gestualità e un’enorme capacità di sintesi.
Con il nuovo millennio assistiamo a nuove sperimentazioni: l’artista inizia un’indagine sul mondo animale, dipingendo tori e aquile. Anni, questi, in cui il suo lavoro trova una continuità mai avuta: dipinge infatti per cicli, spostando la centralità della sua pittura. Le citazioni del passato, un tempo casuali, ora diventano fondamentali, necessarie; l’estro pittorico passa quasi in secondo piano; sulle tele quello che più appare evidente ad una prima lettura sono proprio i drammi quotidiani che Biagini, come un moderno indagatore, va a ricercare.
Successivamente la sua arte sottolinea in maniera definitiva la voglia di denuncia, il desiderio di consolidare un’identità pittorica.
Sono gli anni in cui il suo nome viene apprezzato anche in ambito internazionale: cominciano così le prime mostre all’estero.
Negli anni, ha partecipato a molti concorsi nazionali, vincendo numerosissimi premi e ricevendo consensi e riconoscimenti da parte della critica e del pubblico.
Fra i tanti ricevuti, molti premi acquisto tramite i quali sue opere sono state collocate in pinacoteche comunali e nazionali: Roma, Viareggio, Cascina, Castiglioncello, Lucca, Donoratico, Campiglia Marittima, Venturina, Torrita di Siena, Massarosa, Lastra a Signa, Arezzo, Sinalunga, Carrara, Gallarate, Ravenna, Cesena, Forlì, Larciano, solo per citarne alcuni.
Tra essi spiccano i primi premi a Bolgheri nel 2000 e nel 2003, Venturina, Lastra a Signa, Perugia, Grosseto, Premio Provincia di Livorno al Rotonda 2010 e il 1° premio Rotonda Città di Livorno nel 2011.
Suoi quadri sono stati acquistati da collezionisti sia in Italia che all’estero; sue opere si trovano a Milano, Parma, Firenze, Siena, Roma, La Spezia, Alessandria, Treviso ed in particolare nelle province di Livorno e Pisa. All’estero, in collezioni private in Francia, Nuova Zelanda, Scozia, U.S.A., Germania e Svizzera.
Hanno scritto per lui, tra gli altri, Tommaso Paloscia, Dino Carlesi, Simone Innocenti, Sandra Mazzinghi, Silvia Menicagli, Costanza Musetti, Fosco Monti, Paolo Marini, Massimo Muciaccia, Silvano Gazzarri, Mauro Barbieri, Alice Barontini, Stefano Barbieri, Anna Maria Popolare, Luca Fracassi.
Principali mostre personali e collettive: 1987: Cascina (collettiva), Viareggio (collettiva); 1988: Castiglioncello (collettiva), Cascina (collettiva), Rosignano Solvay (personale), Cecina (personale); 1989: Lastra a Signa (collettiva), Firenze (collettiva), Lucca (collettiva); 1991: Venturina (personale); 1993: Firenze (collettiva), Castiglioncello (collettiva); 1996: San Piero in Palazzi (personale); 1998: Gabbro (Li) (collettiva); 2002: Premio nazionale Rotonda, Livorno (collettiva); 2003: Premio nazionale Rotonda, Livorno (collettiva), Piombino (collettiva), Cascina (collettiva), Castiglioncello (collettiva), Livorno (personale), Roma (personale); 2004: Roma (collettiva), Premio nazionale (collettiva), Firenze (personale); 2005: Premio nazionale Rotonda, Livorno (collettiva), Firenze (collettiva), Desenzano del Garda (collettiva); 2008: Capoliveri (personale); 2009: Premio nazionale Rotonda, Livorno (collettiva), Centro Michon, Livorno (collettiva), Casciana Terme (personale), Premio nazionale Combat (personale); 2010: Siena Fortezza Medicea (collettiva), Firenze borghese Art (personale), Premio nazionale Rotonda, Livorno (collettiva), Premio nazionale Combat (collettiva); 2011: Lorenzana (collettiva), Pietrasanta (collettiva), TST Art Gallery, Livorno (personale), Premio Combat (collettiva), Vicchio (personale), Livorno (personale), Rosignano (personale), Casciana Terme (personale), Arte Fiera Carrara (collettiva), Arte Fiera Forte dei Marmi (collettiva), Conegliano (personale), Conegliano (collettiva), Premio nazionale Rotonda, Livorno (collettiva), Associaz. Arte Livorno 2000 (collettiva), RO-ART (collettiva); 2012: TST Art Gallery, Livorno (collettiva), Gordio Art Pisa (personale), Galleria Chiellini, Livorno (collettiva), Arte Fiera Carrara (collettiva), Galleria “Les Artistes” (Al) (personale), Centro Michon, Livorno (bi-personale), Body Painting (Castiglioncello) (performance), Premio Combat (Li) (collettiva), Premio Rotonda, Livorno (collettiva), Palazzo Mediceo, Seravezza – Gruppo Labronico (collettiva), Spazio R. Vecci – Borgo Giannotti, Lucca (personale), Shameless (Lorenzana, Pi) (collettiva), Presentazione di riqualificazione Urbana attraverso l’arte, Amministrazione Comunale Casciana Terme; 2013: Galleria Chiellini, Livorno (collettiva), Galleria Living Art Tasting, Castagneto Carducci (personale), TST Art Gallery, Livorno (personale), “Non si muore tutte le mattine”, Art Monaco ’13 Salon d’art Contemporain Cote D’azur.
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La Recherche Studio
Siamo stati invitati da un gruppo di sgangherati come noi, ma forse anche più di noi, ad esporre a Villa Libano, una vecchia struttura, con un vago odore di albergo a ore.
A Barga. Un avamposto medievale della Media Valle in Garfagnana.
Quale posto migliore?
Abbiamo portato immagini che rappresentano il vento di libeccio. Un vento prepotente e dispettoso che agita la costa che si affaccia proprio dietro le montagne che circondano la Garfagnana. Il mare portato nella selva.
Sono immagini di persone che si muovono percosse dal vento ed avvolte da un velo sottile di plastica. Libere di nascondersi e di svelarsi attraverso il movimento. E’ un lavoro che si potrebbe dire, quasi di strada, con immagini raccolte in Toscana, a Lanzarote ed in Sicilia.
Mentre Guglielmo, quasi 13 anni, mi aiutava ad attaccarle, guardavo le sue piccole mani appiccicate come piccoli polpi alle grandi immagini, scorrere delicatamente.
Un pensiero a mio padre, che non potrà mai vedere questo. E che infinitamente ringrazio
J.K – A.A – P.C
La Recherche Studio site can be seen here
httpv://www.youtube.com/watch?v=QmNf9pOFlew
Legoland presenta: ” Metti una sera a Villa Libano ” www.stefanotommasi.com Stefano Tommasi Fotografie