Alberto Grossi is a video maker who has been making a series of short films about the destruction of the mountains by the excavation of marble in the marble quarries in the Apuane mountains.
He was last here in Barga during 2013 (full article here)
As Alberto eloquently said that day, when somebody mentions the word “Apuane” we almost all think of the word “marble” and as a consequence, Michelangelo but he maintains that we should not be lulled into a false mindset which involves culture when something else far more destructive is actually taking place.
In this area of Tuscany, wide stretches of fine sand slip gently into the sea protected by natural marble cathedrals: the Apuan mountains.
One of the most original mountain chains in Italy, for centuries the Apuan mountains have been used to extract the finest Italian marble from the local quarries, the same marble that turned into amazing works of art under Michelangelo’s hammer and chisel.- source – Italy Magazine
httpv://www.youtube.com/watch?v=olrPPHGVlWY
RAI TV has just transmitted an hour long investigation into the destruction of the mountains by the excavation of marble with Alberto Grossi as one of the many speakers in the program.
Un viaggio emozionante tra passato e presente, alla scoperta di un universo che ruota attorno alla montagna e al suo oro bianco. Crash arriva nel nord della Toscana per raccontare l’estrazione del marmo nelle Alpi Apuane e la sua tradizione antichissima, che guarda indietro nel tempo e arriva fino ai nostri giorni. E’ la storia di un mestiere, di una città – Carrara – e delle montagne che raccontano le fatiche e i sacrifici dei cavatori. E’ la storia della scultura, perché, a partire da Michelangelo, una parte importante dell’Arte italiana e mondiale ha origine proprio da queste cave.
Due mondi che corrono paralleli, quello dell’escavazione in cima, e quello della lavorazione al piano, delle segherie e dei laboratori, che solo vent’anni anni fa costituivano la ricchezza di Carrara, di Pietrasanta e di tutto il territorio circostante. Attualmente, invece, si possono contare solo una decina di laboratori che mantengono in vita la tradizione della scuola del marmo, tra artigiani e famosi scultori, provenienti da tutto il mondo. Nell’ultimo decennio, le Alpi Apuane sono diventate un enorme distretto minerario; i blocchi vengono estratti ed esportati, con la riduzione sempre più evidente di tutto l’indotto; solamente il 15% dell’estrazione è riservato alla scultura, il resto è destinato all’industria commerciale. Ma chi sono i beneficiari di questa enorme ricchezza?
Il territorio è un’enorme fabbrica a cielo aperto, dai ritmi frenetici, dove macchine potenti tagliano senza sosta queste montagne, percorse da un via vai incessante di camion. L’emergenza ambientale è evidente così come la progressiva perdita di una memoria centenaria di un sapere artigiano.
“L’ultimo respiro di Michelangelo” racconta questi mondi, dagli scultori nei loro laboratori fin dentro le mastodontiche gallerie dove si estrae il marmo; dalle testimonianze degli ultimi cavatori sino al racconto delle tecniche moderne; dalle ragioni degli industriali a quelle dei cittadini e dei comitati nati per la salvaguardia delle Alpi Apuane; e infine ai grandi artisti come Mitoraj e Vangi, che si lasciano osservare mentre terminano la loro ultima opera. – source