Marco Tamburini, uno dei migliori musicisti italiani delle ultime generazioni, trombettista che ha saputo muoversi con agilità e intelligenza in territori musicali molto diversi, è morto a causa delle ferite riportate in un incidente venerdì sera, poco prima delle 20 a Bologna in via Zanardi. Tamburini è deceduto all’ospedale Maggiore dov’era subito stato ricoverato in condizioni gravissime. Avrebbe compiuito 56 anni proprio oggi. Il trombettista era in sella alla sua motocicletta e si è scontrato con uno scooter e un altro ciclomotore. Per le altre persone coinvolte nell’incidente le ferite sono state lievi, per Tamburini la situazione si è dimostrata immediatamente gravissima e a nulla sono valsi gli sforzi dei medici per salvarlo.
Tamburini è stato un eccellente rappresentante di una generazione di musicisti, cresciuta negli anni Ottanta, capace di uscire dagli schemi abituali dei generi. Diplomato al conservatorio di Bologna nel 1979 ha subito iniziato a muoversi con sicurezza nel campo del jazz, dove si è costruito una solida fama suonando al fianco di personaggi italiani del calibro di Stefano Bollani, Gianni Basso, Danilo Rea, Giovanni Tommaso, Giorgio Gaslini, e con trombettisti celebri come Rava e Fresu, e internazionali come Steve Lacy, Curtis Fuller, Joe Lovano, Steve Coleman e Christian Escoudè, nei teatri e nei club di tutto il mondo. Ma ha anche, allo stesso tempo, saputo muoversi nell’ambito del pop, della canzone d’autore, del funk, collaborando con Vinicio Capossela, Raf, Cesare Cremonini e soprattutto Jovanotti, con il quale aveva sviluppato un rapporto strettissimo.
Nato a Cesena nel 1959, ha iniziato lo studio della tromba nella sua cittá presso l’Istituto Musicale “A.Corelli” per poi diplomarsi nel 1979 presso il Conservatorio Giovanni Battista Martini di Bologna e ha fatto il suo esordio sulla scena jazz italiana nei primi anni ottanta.
Nel corso della sua carriera ha condiviso il palco con alcuni dei più noti jazzisti italiani, tra i quali Gianni Basso, Franco Ambrosetti, Pietro Tonolo, Giovanni Tommaso, Paolo Fresu, Enrico Rava, Gianluigi Trovesi, Dado Moroni, Giorgio Gaslini, Danilo Rea e Stefano Bollani.
Numerose sono state anche le collaborazioni, dal vivo o in studio, con celebri musicisti d’oltreoceano come Eddie Henderson, Sal Nistico, Steve Coleman, Ray Mantilla, Joe Lovano, Steve Lacy, Louis Heyes, Ben Sidran, Curtis Fuller, Slide Hampton, Paul Jeffrey, Gary Bartz, George Cables, Ray Drummond, Billy Hart, Cameron Brown e Jimmy Cobb. Da qualche anno inoltre collaborava stabilmente con il chitarrista francese Christian Escoudé. Ha inciso dischi con molte etichette tra le quali Splas(h), Caligola, la casa discografica Ermitage per quest’ultima con la produzione di Gianni Salvioni.
Ha partecipato, a capo dei propri gruppi o come sideman, a tutti i più importanti festival jazz internazionali, tra i quali Umbria Jazz, Siena Jazz, Roma Jazz Festival, Eurovision Song Contest di Ivrea, Dubai Jazz Festival, Jazz Wochen di Basilea, North Carolina International Jazz Festival e Wiesen Jazz Festival.
Si è esibito in tutta Italia e nel mondo in club e teatri prestigiosi, come il Blue Note di Milano, il Birdland di New York, il Sunset Club di Parigi e il Teatro Megarodi Atene.
Parallelamente a questa intensa attività in ambito jazzistico, ha lavorato anche come turnista per molti cantanti pop, tra cui Raf, Vinicio Capossela e Jovanotti. Con la sua sezione fiati ha accompagnato George Michael e Grace Jones nelle edizioni 2000 e 2004 del Pavarotti International. Nel 2010 ha realizzato con Lorenzo Cherubini la nuova colonna sonora per il film “Sangue e Arena” con Rodolfo Valentino edito dalla casa discografica Ermitage per il Gruppo L’Espresso con la produzione di Gianni Salvioni.
Nel 2013 ha suonato nel tour di Jovanotti, Lorenzo negli stadi – Backup Tour 2013, e nel 2014 partecipa al ”Logico Tour” di Cesare Cremonini.
Tamburini era creativo, spesso sorprendente, simpatico e a suo modo geniale, in grado di suonare “classico” e “moderno” senza mai perdere le caratteristiche del suo stile, adattandosi bene ai musicisti con i quali collaborava e riuscendo al tempo stesso a influenzarli con la sua verve e le sue idee. – source Repubblica