In questi giorni sui muri del comune di Coreglia Antelminelli sono apparsi degli strani manifesti funebri. C’è scritto: “La Madre Cultura e il Padre Libero Pensiero, ancora increduli e profondamente addolorati, annunciano la scomparsa del loro diletto Figlio “Il Giornale di Coreglia”, barbaramente soppresso da chi fino ad ora lo aveva tenuto per mano”.
Cosa è successo? “Il Giornale di Coreglia” è una testata nata nel 2003 per volere del Comune, che voleva un periodico che fosse un collegamento tra l’Amministrazione e i cittadini, senza dimenticare i tanti coreglini sparsi nel mondo.
E così, per tutti questi anni, i gli abitanti del comune si sono visti arrivare, gratuitamente, a cadenza trimestrale, questo giornale che è stato subito apprezzato per la professionalità con cui è stato realizzato sotto la direzione di Giorgio Daniele. Oltre alle notizie locali, tante le iniziative culturali realizzate collateralmente come la mostra su Garibaldi di Antonio Possenti (che fu cittadino onorario di Coreglia), la mostra sui 150 anni dell’Unità d’Italia, i tanti concorsi dedicati alla figurina di gesso, il ricordo e la pubblicazione del diario dell’avvocato Giovanni Gelati (“Giusto tra le Nazioni” per aver salvato due bambini ebrei), la targa in ricordo della visita di Carlo Carrà e Giuseppe Ungaretti.
Poi, però, lo scorso anno qualcosa si è rotto. Il giornale ha interrotto le sue pubblicazioni. Elisa Guidotti, coreglina doc, collaboratrice e promotrice di varie iniziative per non far chiudere il periodico, ci spiega cosa è successo:
“Il sindaco aveva annunciato di voler dare in gestione il giornale a personale esterno al Comune anche per “modernizzare”, a suo dire, la testata e per evitare ulteriori “costi”. Costi che, però, non ci sono mai stati (per l’Amministrazione comunale) visto che il giornale si è sempre retto sull’aiuto delle due principali fondazioni di credito del territorio (Cassa di Risparmio di Lucca e Banca del Monte di Lucca) oltre a vari sponsor locali. Anzi, alla fine dell’anno, spesso, rimaneva un attivo di 5-6.000 euro che veniva utilizzato per organizzare eventi culturali. Comunque, la paventata chiusura ha suscitato, in zona e anche fuori provincia, una serie di reazioni contrariate. Molti i messaggi di sostegno anche dall’estero, ad esempio, come i miei parenti norvegesi, discendenti di figurinai coreglini, che leggevano il giornale con assiduità. C’è stata pure una petizione che ha raggiunto oltre 1.200 firme. Dopo questa impressionante risposta popolare, il sindaco ha affermato che c’era stato un malinteso e tutto tornava come prima. Sono, allora, usciti altri due numeri e poi, alcune settimane fa, la sorpresa: una parte del finanziamento (6.000 euro su 8.000 euro) della Fondazione Banca del Monte di Lucca, previsto per il giornale, è stata destinata, su volere espresso del primo cittadino, a un progetto denominato “punti luce”. Un progetto di illuminazione per una non meglio precisata via di Coreglia su cui però agli atti del Comune, come è stato risposto (il 6 marzo) su precisa interrogazione del consigliere di minoranza Piero Taccini, non c’è niente. Aspettiamo un chiarimento doveroso, anche perché così il giornale non potrà uscire. Si è voluto far sparire l’anima di un paese, si è voluto far tacere uno strumento che era la voce di tutti”.
Anche don Nando Ottaviani è dispiaciuto della chiusura del giornale. Ci ha dichiarato: “In questi giorni che sono a benedire le famiglie ho potuto constatare come il giornale fosse apprezzato e letto dalla gente. Infatti, nelle varie case, è sempre alla portata di mano in salotto o vicino alla televisione, pronto ad essere consultato perché ricco di informazioni che riguardavano tutto il comune e le sue frazioni. Modestamente anche il sottoscritto partecipava con qualche articolo in collaborazione con il parroco di Piano di Coreglia, nella sezione voce ai parroci. Anche quello era un modo per entrare nelle case delle nostre comunità per portare conforto oppure nel commentare avvenimenti inerenti la vita sociale oltre che cristiana. Spero che un domani il Comune faccia un passo indietro per poter far si che il giornale possa ritornare in tutte le famiglie”.