Il diario di Eva liberamente ispirato agli scritti di Mark Twain e Charles Darwin di Angelo Savelli con Lucia Poli e con Stefano Gragnani e Simone Faucci. Nel 1859 Charles Darwin pubblica L’evoluzione delle specie. Lo fa dopo alcuni anni di incertezze e reticenze ben immaginando il putiferio che avrebbe scatenato con questa sua rivoluzionaria tesi scientifica che fa discendere l’uomo dalla scimmia attraverso la selezione naturale. La stessa ventennale prudenza aveva avuto Copernico prima di mettere nero su bianco che era la terra a girare intorno al sole e non viceversa. E quella di Darwin era la seconda sonora batosta data dalla scienza all’imperitura presunzione egocentrica dell’uomo.
Chissà come la prese Emma, la devota moglie di Darwin, che proprio non arrivava a capire le idee dell’amato consorte. La poetessa Carol Ann Duffy ce ne da un folgorante ritratto umoristico quando gli fa liquidare il marito in tre righe: "Siamo andati allo zoo e gli ho detto: c’è qualcosa in quello scimmione che mi fa pensare a te!". E intanto continuava a curare il loro lussureggiante giardino dietro la casa di Down nel Kent, dove crescevano e si mescolavano ogni specie di piante e d’uccelli, insetti e altri tipi d’animali; Eden "domestico" che secondo alcuni fu la vera fonte d’ispirazione del grande biologo per ipotizzare la legge dell’evoluzione, confermata poi con gli "esotici" viaggi alle Galapagos.
Una quarantina d’anni più tardi Mark Twain, uno dei più grandi scrittori umoristici non solo d’America ma di tutto il mondo, in uno scrittarello d’occasione propone ironicamente la realizzazione di un monumento ad Adamo ed Eva, i nostri adorabili progenitori ingiustamente liquidati dalle folli e blasfeme congetture del signor Darwin.
Il monumento che non si farà, sarà però realizzato dallo stesso Twain nel 1906 con la scrittura del delizioso Diario di Adamo ed Eva, un’opera leggera ma fortemente ironica con cui l’autore sembra reagire al clima pesantemente antidarwiniano scatenatosi nella puritana America, dove si apre una guerra di religione tra evoluzionisti e creazionisti che, incredibile a dirsi, dura tutt’oggi coinvolgendo il parlamento e lo stesso presidente degli Stati Uniti.
In questa cornice polemica ed al tempo stesso umoristica lo riproponiamo oggi attraverso l’ironia di un’attrice brillante ma sagace come Lucia Poli, non nuova alle incursioni teatrali nella letteratura anglosassone, che si ritroverà impegnata in un divertente pastiche in bilico tra Charles Darwin, Mark Twain e, perché no, Piergiorgio Odifreddi, ambientato in un selvatico giardino fin de siècle che evoca le colorate foreste naïves di Rousseau il Doganiere ma con qualche piccante ammicco a Lady Chatterley ed al suo adamitico amante. source
regia di Angelo Savelli | musiche di Jean Pierre Neel | scene di Mirco Rocchi | costumi di Mirco Rocchi | luci di Alfredo Piras
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