La Fondazione Ricci Onlus, si è sempre resa protagonista d’iniziative che fossero strumento di conoscenza, conservazione, valorizzazione delle tradizioni, della storia e del patrimonio artistico e culturale del territorio della Media e Alta Valle del Serchio.
In quest’ottica la Fondazione Ricci Onlus ha promosso e sostenuto negli anni che vanno dal 2001 al 2009, l’ordinamento e il completamento dell’inventariazione dell’Archivio Storico Risorgimentale Antonio Mordini di Barga, già iniziata negli anni Ottanta dal Comune di Barga, con lo specifico obiettivo di tutelare e valorizzare questa ingente fonte storica e per favorirne la sua divulgazione culturale.
Questa iniziativa fu fortemente voluta e sostenuta dal Fondatore Giovanni Mario Ricci, non solo per la stretta amicizia con la famiglia Mordini ma soprattutto nella consapevolezza dell’enorme valore che quest’Archivio riveste per lo studio della storia risorgimentale italiana.
Il Senatore Antonio Mordini (1819-1902), che fu Ministro della Guerra e degli Esteri nel Governo Provvisorio Toscano, Prodittatore di Garibaldi in Sicilia, Commissario del Re a Vicenza, Vice-Presidente della Camera dei Deputati, Ministro dei Lavori Pubblici, Prefetto di Napoli, quattordici volte Senatore del Regno, stampò un’orma incancellabile nella storia del Risorgimento, come ricordò il Presidente del Consiglio On. Giovanni Spadolini, quando nel 1982 inaugurò la mostra che espose i documenti più significativi dell’Archivio in occasione dei festeggiamenti garibaldini.
L’Archivio, composto dall’enorme carteggio formato da migliaia di lettere e documenti conservati dal Senatore Mordini, che ebbe relazioni con i più importanti personaggi dell’epoca, da Garibaldi a Mazzini, da Crispi a Cavour, fu inizialmente suddiviso e raggruppato proprio dal Senatore che pose le basi dell’ordinamento dell’attuale archivio.
La Fondazione Ricci Onlus è fermamente convinta che avere continuato e portato a termine questo ordinamento archivistico abbia significato compiere un evento culturale, poiché in tal modo i documenti qui contenuti, cessano di essere dei semplici reperti per acquistare significati che saranno, attraverso il loro studio, utili alla cultura e alla vita storica della comunità, in un rapporto di complementarità e unione con le altre strutture di promozione culturale esistenti nel territorio come gli altri archivi, le biblioteche, i musei.
Come asserisce Ernst Cassirer, ogni nuova comprensione del passato apre contemporaneamente una nuova prospettiva sul futuro, la quale a sua volta si traduce in un impulso per la vita intellettuale e sociale (Saggio sull’uomo e lo strutturalismo nella linguistica moderna, Roma 1982.)
Proprio in previsione di un suo futuro, ampio, utilizzo indirizzato non solo a studiosi e ricercatori e, che la possibilità di consultazione di quest’Archivio, possa integrarsi con iniziative di ricerca e di valorizzazione dei documenti in esso contenuti e con attività didattiche e promozionali, la Fondazione Ricci Onlus, dopo aver terminato il riordino dell’inventariazione, negli anni dal 2006 al 2009, ha portare avanti questo importante lavoro sia riversando tutta la schedatura cartacea su supporto informatico adatto alla pubblicazione dell’Inventario Generale dei documenti in esso contenuti, sia predisponendo il vasto lavoro di ricerca rivolto alla realizzazione dell’indice dei nomi in essi contenuti. Questo consentirà anche di porre le basi per una futura informatizzazione e messa in rete dell’Archivio stesso.
La storia di questo importante Archivio Storico Risorgimentale, da sempre conservato nel palazzo Mordini a Barga, nelle stanze accanto allo studio, dove sono riuniti gli atti parlamentari, i cimeli e le onorificenze concesse al Senatore Antonio Mordini, si può leggere nelle pagine scritte dalla dott.ssa Baroncelli. Mentre le vicende relative al suo ordinamento sono ben riassunte dal dott. Tori, Direttore dell’archivio di Stato di Lucca e dalla Dott.ssa Toccafondi, Sovrintendente Archivistico per la Toscana.
L’ultima depositaria e profonda conoscitrice di quest’archivio è stata la signora Noemi Clarice Mordini Lombardini, moglie del prof. Antonio Mordini, etnologo, nipote del Senatore. La Fondazione Ricci Onlus, nel ringraziare la famiglia Mordini e in particolare proprio la signora Clarice la cui costanza e disponibilità, hanno permesso alla dott.ssa Maria Pia Baroncelli di portare a termine questo complesso lavoro di catalogazione e riordino, ha ritenuto doveroso, dopo la sua recente scomparsa, dedicare questo Inventario alla sua memoria.
Sentiti ringraziamenti li rivolgiamo alla dott.ssa Baroncelli per il lunghissimo e minuzioso lavoro svolto con tanta pazienza e dedizione, e al dott. Giorgio Tori, che ha supportato in tutti questi anni, tecnicamente e scientificamente il lavoro di controllo e di classificazione dell’archivio Mordini in collegamento con la Soprintendenza Archivistica della Toscana, alla quale va la nostra riconoscenza.
Al Presidente della Provincia di Lucca, Stefano Baccelli, al Sindaco del Comune di Barga uscente, Umberto Sereni, e al nuovo Sindaco, Marco Bonini, al Presidente della Fondazione Cassa Risparmio di Lucca uscente, Gian Carlo Giurlani e al nuovo Presidente Giovanni Cattani, al Direttore, Marco Agretti, rivolgiamo la nostra gratitudine per il determinante sostegno finanziario al compimento di questo importante e duraturo contributo alla nostra Storia.
Dott. Arch. Cristiana Ricci – Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Ricci Onlus
Images courtesy of Giornale di Barga
ARCHIVIO MORDINI. PRESENTAZIONE
Lungo nel tempo e complesso per la sua stessa natura, l’ordinamento e l’inventariazione dell’archivio di Antonio Mordini giunge, finalmente, a compimento.
E’ dell’ottobre del 1956 la prima ispezione effettuata dall’allora archivista di Stato, Elio Conti, poi illustre professore dell’Università di Firenze, nella quale si segnalava la straordinaria importanza di quel personaggio “la cui figura fu studiata, sulla scorta di queste carte, da Michele Rosi, nella sua opera Il Risorgimento italiano e l’azione di un patriota cospiratore e soldato nel lontano 1906”, e se questa citazione è sufficiente per dimostrare l’importanza di quel complesso documentario per lo spessore storiografico del Rosi e per il nome ed il ruolo avuto da Antonio Mordini, si comprende facilmente l‘interesse a più riprese manifestato per quelle carte da molti studiosi, desiderosi di poterle conoscere nella loro integrità e significazione.
Mi occupai dell’Archivio Mordini, nei primi, verdi, anni del mio lavoro di archivista. Nel 1973, incaricato dalla Soprintendenza Archivistica per la Toscana, lo visitai per la prima volta, “ Il materiale. -scrissi nella mia relazione- è sistemato in due casse della lunghezza di circa due metri e dell’altezza di circa un metro. Si tratta di filze, per lo più non molto voluminose, nelle quali sono raccolte lettere e carte sciolte”. Tre anni dopo il Soprintendente, dottoressa Francesca Morandini, emetteva il decreto con il quale si notificava ai suoi proprietari, signora Noemi Clarice Lombardini e Leonardo Mordini, la dichiarazione di importante interesse storico, in base alle disposizioni dell’articolo 36 del DPR 30 settembre 1963 n.1409.
Cominciò così quel lungo percorso cui si è accennato in apertura, e che, dopo un’ispezione del collega Augusto Antoniella, si materializzò nell’assegnazione di una borsa di studio al dott. Roberto Pertici per parte della Regione Toscana, al fine di procedere al riordinamento ed alla inventariazione dell’Archivio. I lavori iniziarono e proseguirono sino al marzo del 1982, quando il Pertici, per motivi personali, fu costretto a rinunciare all’incarico. Nella sua relazione comunicava di aver provveduto ad una indagine preliminare del materiale e ad una prima e provvisoria sistemazione, secondo un elenco molto sommario. L’incarico passava così nel giugno di quell’anno nelle mani della dottoressa Laura Mazzoni, allieva del professor Raffaele Romanelli, dell’Università di Pisa. Nel frattempo si era costituito un Comitato per i festeggiamenti garibaldini, con l’obiettivo di allestire una mostra dei documenti più significativi dell’Archivio, in occasione della venuta a Barga del Presidente del Consiglio, on. Giovanni Spadolini. Fra il giugno e il settembre di quell’anno la Mazzoni, affiancata dalla dottoressa Giuseppina Lucignani di Barga, procedette alla schedatura di 54 filze di documenti, che permisero al sottoscritto l’ordinamento della Mostra, allestita nei locali al piano terreno del palazzo Mordini che fu inaugurata, il 24 settembre, dal presidente Spadolini.
I lavori si interruppero un’altra volta e tanto la Lucignani che la Mazzoni dovettero sospendere l’attività per motivi di carattere finanziario, che mediante l’intervento del Comune di Barga, della Provincia di Lucca e della Regione furono superati nel mese di novembre, permettendo alla Mazzoni di continuare la schedatura del materiale archivistico, con esaurienti elenchi di tutte le lettere, relazioni e carte per un totale di 75 filze. Nel 1984 lo stato di avanzamento della schedatura era assai prossimo alla conclusione, anche se si mostrò subito necessario riprendere in mano parte delle schede per uniformarne le caratteristiche descrittive.
Il 15 ottobre del 1984 l’incarico della Mazzoni, per motivi di famiglia, giungeva al termine ed il lavoro di ordinamento subiva un’ennesima interruzione. Stanti le notevoli disponibilità finanziarie destinate all’operazione, di lì a poco il lavoro veniva affidato alla dottoressa Maria Pia Baroncelli che già nell’ottobre dell’1987 concludeva la schedatura delle 122 filze che costituivano, allora, il complesso documentario. Fu così definito dal sottoscritto il piano di ordinamento, che previde la divisione delle carte in serie destinate e ripercorrere le tappe principali della vita e dell’attività politica di Antonio Mordini. Nel 1988, dopo il recupero degli allegati e la numerazione delle carte, il controllo dei mittenti e dei destinatari il materiale fu diviso nelle serie previste e la Baroncelli iniziò il lungo lavoro di redazione dell’inventario analitico.
Seguirono poi lunghi tempi di aggiornamento e di completamento. Furono infatti rinvenute altre carte, che dovettero essere rifuse con il materiale già ordinato o che , per la loro natura intrinseca, andarono a costituire delle miscellanee. Furono poi ordinati i manifesti, i giornali, le leggi e decreti, le stampe, sino al raggiungimento delle 134 filze che costituiscono, definitivamente, il corpus completo dell’Archivio. E l’intervento della Fondazione Ricci Onlus si dimostrò decisivo per il completamento dell’iniziativa e la pubblicazione dell’Inventario.
Concepito sulla falsariga degli strumenti archivistici della tradizione lucchese, in particolar modo con riferimento ai volumi V-VIII degli Archivi Gentilizi dell’Archivio di Stato di Lucca, questo inventario costituirà uno strumento essenziale per la conoscenza di quanto è a noi giunto dell’esperienza di Antonio Mordini. Esempio luminoso di come la cura e l’attenzione di una famiglia, attraverso più generazioni, abbia saputo tramandare agli storici una vicenda umana e politica che fu, certamente, delle più significative della storia del nostro Risorgimento nazionale.
Per chi ha destinato gran parte della sua vita lavorativa alla conservazione ed alla valorizzazione delle fonti documentarie non può non essere, questo traguardo, un giorno di festa e di soddisfazione. Esprimo così il mio più vivo compiacimento a tutti coloro che hanno cooperato a questa impresa, prima fra tutti la famiglia Mordini, il Comune di Barga, la Provincia e la Regione. Un plauso particolare a Maria Pia Baroncelli, nel ricordo dei frequenti, costruttivi incontri, e della tenacia dimostrata nel conseguire un obiettivo che sembrava sfuggire di volta in volta. E naturalmente alla Fondazione Ricci Onlus che ha sostenuto, con lucida determinazione, la pubblicazione del presente Inventario.
Giorgio Tori