In occasione della Giornata Mondiale del Teatro, a Barga ospiteremo due iniziative con Lunetta Savino (la celebre Cettina di Un medico in famiglia) e Paolo Bessegato. Venerdì, 26 marzo, alle 18, nella Sala Consiliare di Palazzo Pancrazi, è previsto un incontro con gli attori, interpreti di “45 giri di parole d’amore” dedicato alla musica degli anni sessanta e settanta, mentre alle 21,15 il nostro settecentesco teatro ospiterà lo spettacolo.
Lunetta Savino, nota al grande pubblico televisivo per aver interpretato la mitica Cettina (Concetta Gargiulo) nella fortunata fiction della Rai “Un medico in famiglia” e Agnese Borsi ne “Il bello delle donne” su Canale 5. Nel 2007 il pubblico italiano le ha attribuito il Premio Gassman come migliore attrice. Al cinema ha lavorato recentemente anche con Ozpetek.
Leait presenta 45 giri di parole d’amore di Giuseppe Di Leva con Lunetta Savino e Paolo Bessegato musiche di Lucio Battisti – Sergio Endrigo – Mina -Peppino Di Capri – Domenico Modugno – Bruno Martino – Rita Pavone – Caterina Caselli – Fred Buscagliene – Julio Iglesias – Piero Focaccia – Giorgio Conte
Musiche eseguite dal vivo da: Fabio Battistelli (clarinetto) Enzo Veddovi (fisarmonica) Ananda Gari (batteria) Giacomo Dominici (contrabasso) arrangiamenti musicali di Enzo Veddovi
45 di parole d’amore non è uno spettacolo di canzoni oppure con le canzoni, ma il testo nasce da una drammaturgia costruita coi testi delle canzoni degli anni Sessanta e Settanta, sceneggiature di corti atti unici, dialoghi e brevi monologhi creati dall’intreccio delle parole delle canzoni d’amore. Quindi un omaggio ai parolieri dell’epoca, spesso veri poeti, cacciatori di ritmi, metafore e altre figure retoriche, a volte con agganci nella letteratura classica, tornando, con voglia di divertirsi, a certi refrain che hanno accompagnato diverse generazioni con affetto e ironia.
Come passare da Mina a Catullo, ad esempio: il poeta è ricordato da tutti gli studenti del liceo per “odi et amo, quarid faciam fortasse requiris, nescio sed fieri sento et excrucior” laddove la tigre di Cremona intona “ti odio e poi ti amo e poi ti odio e poi ti amo”. Ma anche Leopardi e gli hippies, Palazzeschi e Lucio Battisti in collegamenti curiosi ed intelligenti.
Vengono proposte sketch brevissimi e fulminanti tratti da testi di canzoni sul modello delle tragedia in due battute di Achille Campanile con risultati spassosi, come anche varianti goliardiche ai testi (“prenda questo in mano, zingara”), variazioni sui temi del telefono e sull’uso del “se”. Molto divertente l’analisi di significati, presupposti e conclusioni di “Piange il telefono”, a torto ritenuta emblema di italianità quando invece trattasi di canzone tradotta dall’originale francese, come anche l’imitazione di Mina in “Se telefonando” fatta prima con i gesti della cantante e poi con modalità da “non udenti”.
Insomma da “Non son degno di te” ad “Anonimo veneziano” una lunga carrellata di riferimenti e rimandi che riporta indietro nel tempo, anche grazie agli azzeccati costumi e all’oggettistica di scena.
Paolo Bessegato rivela una capacità ottima di fare i dialetti veneto e romagnolo e un gusto notevole per la battuta immediata. Lunetta Savino, dopo le convincenti prove al cinema, nella fiction televisiva e a teatro (sia nel drammatico che nella commedia, da ultimo emozionante Nora nella riscrittura di Casa di bambola operata da Leo Muscato per la Leart’, che produce anche questo spettacolo), si scopre in una nuova, inedita veste teatrale.
Sul palco quattro musicisti suonano (benissimo) dal vivo: Fabio Battistelli al clarinetto, Enzo Veddovi (autore anche degli arrangiamenti) alla fisarmonica, Ananda Gari alla batteria e Giacomo Dominici al contrabbasso.
La regia dello stesso Paolo Bessegato vivacizza lo spettacolo con frequenti entrate ed uscite dei due protagonisti davanti ai musicisti; la regia è misurata e attenta a offrire il massimo dal testo di Giuseppe Di Leva: si ride con misura, si guarda al passato con affetto e ironia, con distaccato disincanto mai superficiale. E la leggerezza, unita all’intelligenza, è vincente. – Francesco Rapaccione – source
httpv://www.youtube.com/watch?v=zw7Sqzo3no4
WORLD THEATRE DAY
World Theatre Day was created in 1961 by the International Theatre Institute, and is celebrated annually on March 27 by ITI Centers and the international theatre community. Various national and international theatre events are organized to celebrate the International Message and remarks from national cultural leaders.
The first World Theatre Day International Message was written by Jean Cocteau in 1962. This year ITI asked Dame Judi Dench to pen the International World Theatre Day Message..
Dame Judi Dench – Message 2010
World Theatre Day is an opportunity to celebrate Theatre in all its myriad forms. Theatre is a source of entertainment and inspiration and has the ability to unify the many diverse cultures and peoples that exist throughout the world. But theatre is more than that and also provides opportunities to educate and inform.
Theatre is performed throughout the world and not always in a traditional theatre setting. Performances can occur in a small village in Africa, next to a mountain in Armenia, on a tiny island in the Pacific. All it needs is a space and an audience. Theatre has the ability to make us smile, to make us cry, but should also make us think and reflect.
Theatre comes about through team work. Actors are the people who are seen, but there is an amazing set of people who are not seen. They are equally as important as the actors and their differing and specialist skills make it possible for a production to take place. They too must share in any triumphs and successes that may hopefully occur.
March 27 is always the official World Theatre Day. In many ways every day should be considered a theatre day, as we have a responsibility to continue the tradition to entertain, to educate and to enlighten our audiences, without whom we couldn’t exist.