Si attendevano importanti sviluppi dal tavolo istituzionale che era stato convocato questo pomeriggio a Palazzo Ducale dalla Provincia, per affrontare la crisi dello stabilimento Corsonna di Castelvecchio dove sono a rischio 89 posti di lavoro. Non a caso a Lucca erano scesi anche gli operai del Corsonna che hanno manifestato davanti alla sede della Provincia.
Le istituzioni, Provincia e Comune di Barga in testa, volevano aprire un confronto con la proprietà e con i sindacati per stabilire un percorso per poter affrontare la situazione ma il confronto alla fine non c’è stato perché la proprietà del Corsonna (la famiglia di Luigi Marcucci) non si è presentata a causa di una riunione urgente del consiglio di amministrazione.
L’incontro è servito così a informare di fatto le istituzioni sulla situazione in atto e le stesse hanno voluto incontrare tutti i manifestanti. Erano presenti il presidente della Provincia, Stefano baccelli, gli assessori provinciali Bambini e Pedreschi, il sindaco di Barga Marco Bonini ed il presidente della Comunità Montana Nicola Boggi oltre a Morelli di Assondustria incaricato dalla proprietà del Corsonna di rappresentarla all’incontro.
Tutti gli occhi sono puntati sulla possibile intesa con un imprenditore trevisano che sarebbe disposto a rilevare lo stabilimento prendendolo in affitto per 12 anni e poi eventualmente acquisendolo al termine di questo periodo.
Tra le condizioni poste per arrivare all’accordo, l’impegno dei dipendenti a garantire fino ad allora la continuità del loro lavoro, ma non solo visto che l’accordo andrà in porto solo se prima verrà avviato un concordato preventivo con la nomina di un commissario giudiziale (sarebbe prevista per lunedì) e con la successiva cassa integrazione di tutti i dipendenti.
Solo a questo punto ci sarebbe l’impegno della nuova gestione di assicurare praticamente da subito il posto di lavoro a 45 dipendenti. Per altri 20 l’assunzione, forse, potrebbe scattare più avanti, se tutto andrà bene ovviamente, mentre per 24 dipendenti non ci sono possibilità certe.
Come riferito da Morelli per conto della famiglia Marcucci, sarà data la possibilità a chi lo vorrà di avviare anche le procedure per la mobilità e ci sarebbe la disponibilità della vecchia proprietà a recuperare 4 o 5 figure impiegatizie da spostare su altre loro attività. Peraltro, proprio le figure professionali degli impiegati sarebbero quelle a maggiore rischio nel taglio previsto dal piano industriale anticipato dai probabili acquirenti.
I sindacati hanno prima stigmatizzato l’assenza dell’azienda, ma anche il modo in cui la proprietà ha gestito la crisi rendendola nota solo all’ultimo momento e non permettendo così di avviare tutte le consuete procedure che avrebbero dato un po’ più di respiro e di garanzie. Duro il giudizio anche sul fatto che si sia voluti subito percorrere la strada del concordato preventivo.
Ma quali sono le prospettive, come si andrà avanti nella vertenza? Nell’intervista audio che trovare qui sotto ecco che cosa ne pensano il presidente della provincia Baccelli ed i sindacalisti intervenuti: