Pensateci bene. Tutto è informazione e viceversa. E’ così che si costruisce un’opinione. Così viviamo il tempo che ci circonda: batterio killer, partite vendute, crisi economica, referendum, violenze. Per tutti i gusti insomma. Cosa significa essere giornalisti, e fare informazione di qualità, ce lo ha spiegato uno che, diciamolo pure, poteva. A Barga è venuto Bruno Manfellotto, il direttore de l’Espresso. A teatro ha tenuto, in quindici densi minuti, una lezione di giornalismo rendendo più che mai attuale l’eredità e la passione di Arrigo Benedetti, maestro a Paese Sera. Per capire invece la sua passione è bastato vederlo sfogliare i numeri de l’Espresso che conserviamo con cura nella nostra biblioteca, quelli degli anni della direzione di Benedetti. Li sfogliava, commentava il taglio delle fotografie, i titoli. Accarezzava la carta delle pagine con la mano. Roba del 1955, ma viva. Li capisci perché l’Espresso oggi lo dirige lui.
Bene. Non tanto. L’ho detto e scritto, lo ridico e lo riscrivo. Di barghigiani non se ne sono visti molti, meno ancora la specie del giovane barghigiano. Eppure stava scritto dappertutto, niente scuse.
Cercare di capirci qualcosa, farsi un’opinione, è fondamentale, non basta guardare le televisioni di Silvio B.
Beh, ormai è andata. Fatemi almeno un favore però. Andate in biblioteca, nella nostra, di tutti, e fate come lui, sfogliate quei giornali che sanno di vita vissuta e raccontano storie di uomini. Grazie.