Tempi ormai ristretti per provare a risolvere le problematiche esistenti – l’ultimo tavolo di confronto a livello regionale avverrà il 18 giugno prossimo – ma comunque un forte impegno a lottare fino infondo a tutti i livelli, dai genitori, al mondo della scuola, alle istituzioni, fino ai parlamentari di zona, per risolvere le principali preoccupazioni che affliggono il mondo scolastico della Valle del Serchio.
Questo in sintesi l’imperativo emerso dall’incontro, convocato dalla Conferenza zonale dei sindaci per l’Istruzione con il suo presidente Renzo Pia, tra i rappresentanti della scuola (insegnanti, dirigenti scolastici, genitori e studenti) ed i parlamentari del territorio (gli onorevoli Nedo Poli e Raffaella Mariani, il senatore Andrea Marcucci ed il consigliere regionale Marco Remaschi i presenti).
Nell’audio che trovare sotto il presidente della Conferenza, renzo Pia, riassume i temi dell’assemblea convocata e quelle che sono le principali problematiche:
E’ stato il presidente dell’UNCEM, Oreste Giurlani a richiedere una mobilitazione generale per impedire che a livello di dirigenza regionale scolastica si prendano decisioni che andranno fortemente a penalizzare il mondo scolastico della Valle del Serchio; una realtà montana che ha bisogno di attenzioni e di soluzioni diverse da quelle che sono prospettate e che andranno fortemente a penalizzare il percorso educativo e non solo quello, di tanti giovani.
I parlamentari presenti hanno confermato la loro disponibilità ad intervenire con le proprie forze ed i propri mezzi come si può ascoltare negli interventi di Marcucci, Mariani e Poli:
Alla fine è stato deciso di inviare ai parlamentari (affinché si attivino con delle interrogazioni parlamentari), ma anche alla Regione Toscana, un documento che in sintesi è lo stesso già approvati a suo tempo dalla conferenza zonale per l’istruzione e che riassume quelle che sono le principali situazioni che devono essere recuperate.
Tra i punti forse più sentiti dell’assemblea, con la partecipazione di insegnanti, genitori e studenti della stessa scuola, il problema del futuro del Liceo Classico di Barga dove sta creando preoccupazione la mancata autorizzazione della classe II (corrispondente ad una IV classe). Solo nove gli iscritti per la quarta, per i quali ora il rischio è di dover continuare gli studi trasferendosi nell’unico Liceo classico esistente (oltre a quello di Barga) a Lucca, il Machiavelli con grossi disagi in ordine logistico e di trasferimento ed economico.
A rischio del resto l’intero Liceo Classico dove non si raggiungerà il prossimo anno il numero previsto di 27 per gli iscritti alla prima classe. “Situazioni inaccettabili – ha riassunto per tutti la dirigente dell’ISI di Barga, Giovanna Manelli – sia per i disagi degli studenti della futura quarta, sia per il futuro di un indirizzo che è fondamentale mantenere in Valle del Serchio” di cui sotto abbiamo raccolto una audio intervista su questo problema:
Nel documento che verrà approntato nei prossimi giorni la richiesta dello sdoppiamento della classe terza presso l’IPSIA di Castelnuovo, da decidere negli organici di fatto; le richieste di sdoppiare da una a due le sezioni della scuola dell’infanzia di Gramolazzo (30 bimbi presenti) e di due classi prime anziché una (30 alunni in tutto) alla scuola media di Castiglione.
Non mancano anche i problemi relativi ai tagli di organico soprattutto nelle scuole primarie della Valle e della carenza di insegnanti di sostegno; la chiusura della scuola primaria di Fosciandora e le problematiche degli indirizzi musicali di Castelnuovo e Piazza al Serchio, nonché problematiche presenti a San Romano e Sillano.
Si cercherà di portare avanti, parlamentari in primis, un’azione comune per risolvere il più possibile di queste problematiche in sede di approvazione degli organici di fatto.
Tra gli altri problemi da risolvere e su cui lavorare, i drastici tagli ai trasporti scolastici pubblici che per il prossimo anno rischiano, in una zona disagiata come la Valle del Serchio, una riduzione del 30% a causa dei tagli sulla spesa corrente imposti agli enti dal Governo. Un problema che rischia di mettere in crisi l’intero sistema dei trasporti.
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