È stata inaugurata ieri sera con grande soddisfazione di don Stefano Serafini e di tutto il paese di Sommocolonia la rinnovata casa canonica del borgo, ristrutturata e rinnovata per accogliere i campeggi estivi parrocchiali.
Sembrerebbe una cosa da poco, ma in realtà è da leggere come un atto d’amore degli abitanti verso il proprio paesino, dato che proprio il paese stesso ha deciso con impegno e caparbietà di non abbandonarla a se stessa ma di riqualificarla per accogliere durante l’estate i gruppi della diocesi che già da anni arrivano qui per trascorrere qualche settimana davanti a uno dei più bei panorami del comune di Barga.
Dopo una messa concelebrata dal proposto nella chiesa di san Frediano assieme ai Don Elvis e Monsignor Luigi Gabellini che ogni anno portano i loro ragazzi in camposcuola quassù, la festa è proseguita sulla bella terrazza del paese, senza tralasciare però un taglio del nastro ufficiale ed il racconto di come questa operazione è stata possibile. Sono intervenuti il vicesindaco Alberto Giovannetti, il presidente della Comunità Montana Nicola Boggi e Massimo Nardini – che assieme ai fratelli Gilberto e Giuliano, a Bruno e Anna Biondi, Antonella Martinelli, Anna e Francesco Cecchini – più di tutti si è speso per riportare alla bellezza la casa canonica.
Prima della luculliana cena all’ombra del campanile la canonica è stata aperta al pubblico per visitarne le stanze rinnovate, e nessuna spiegazione può essere più esaustiva della poesia scritta Giovanna Biagi per capire il grande lavoro svolto dall’associazione Sommocolonia, la nuova veste di quello che fu il comitato:
Carissimi sacerdoti e parroci convenuti / giovani, ragazzi, famiglie e parrocchiani
e voi che ospiti qui siete, meglio ancora conosciuti / come “quelli della Canonica”, oppur detti “i Pisani”.
Sia un sorriso accogliente l’amichevole saluto / con l’augurio di un’estate che dia gioia in compagna,
per i campiscuola estivi noi vi diamo il benvenuto / a Sommocolonia stiate con la vostra allegria!
San Frediano e l’anno nuovo ci hanno tosto consigliato / di rifar l’impianto elettrico dell’intera abitazione
una presa o lampadina? Ma era tutto rovinato / cosi un coro si è sentito “altro che manutenzione!”.
Come un vento sbarazzino l’entusiasmo ci ha travolto / Ogni luogo perlustrato con minuzia e dedizione
tutto abbiamo migliorato, tutto intorno a noi sconvolto / col volere intervenire dando una sistemazione.
Pagato il Gonnelli per l’impianto, presto l’allegria è scemata / quando a noi davanti è emersa una nuova, aspra questione
i difetti quella luce ora nitida mostrava / non restava che una strada: trovar la soluzione!
Neanche il bagno, a febbraio, potevamo noi usare, / travicelli troppo vecchi non ce la facevan più
così pure il pavimento occorreva rinsaldare /e per reggere la volta pietra e pietra mettere su .
Il via Massimo l’ha dato, l’entusiasmo sale sale / con l’aiuto di altri due, di Giuliano e di Gilberto
mattonelle son cambiate, sanitari e davanzale / che diventa grande e bello più spazioso questo è certo!
Che? La porta si apre male? Proprio, no, non c’e problema / si ribalta pure quella senza alcuna esitazione!
Giungon poi tenui profumi che preannuncian primavera / ma quel cielo un po’ più terso ci mostrava del grigiore
stanze e vani sporchi e opachi decadenti e un poco scuri / Quanto l’Anna e l’Antonella apparivan preoccupate:
cosa fare su, di sopra… come imbiancar i muri / e con essi il vano scale… quanto eran tormentate!
S’aggiungeva a queste cose, un problema da affrontare / con don Stefano parlare per decider l’intervento!
Da ginnastica scarpette si dovevano indossare / visto che lui corre sempre: auto e scooter… via col vento!
Per potere approvare del paese l’intenzione / E raggiunger degli accordi si veloci ed efficienti
S’aspettava a fine messa: era la giusta occasione / Lì l’ok tanto sperato rese tutti assai contenti.
E la casa ora appariva accogliente e rifinita / abbellita dai decori, con saggezza ritrovati,
dignitosa ed accogliente dalle tende impreziosita / con libri su scaffali pronti ad essere sfogliati.
Eravamo assai raggianti… – S’è raggiunta ormai la cima?- / eppure qualcosa ancora rimaneva a noi da fare:
ci guardava implorante la nostra cara cucina / – Date anche a me un’occhiata, se volete qui mangiare!
Così con grande fervore, mossi dalla compassione, / si pensò alla dispensa che da Bruno fu ritinta
e le porte che imbiancate davano soddisfazione / come la scaffalatura che parea di luce cinta!
Dovevamo, a questo punto, proseguire, esser concreti / non fermarci e continuare i lavori cominciati
e agli spifferi pensare della camera dei preti / che dalle finestre vecchie eran gratis dispensati!
Che gran mobilitazione! Una ditta incaricata / D’alluminio le rinnova ed il vento freddo reo
fuori resta imprigionato mentre l’Anna incantata / con Francesco suo marito regge lieta lo scaleo.
C’è nel cuor dei volontari il legame con la terra / Con la storia parrocchiale e i ricordi di un paese
Che ha vissuto i dolori di una guerra fratricida / E vorrebbero regalare la speranza a mani tese
Chi si impegna con passione di telar l’arte insegnare / chi vorrebbe alimentare i ricordi del passato
e i reperti della guerra alla gente ognor mostrare / per testimoniare al mondo quello che un giorno è stato
Queste rime non perfette dal voler son sgorgate / Ringraziare voi di cuore che di più ancor farete
mossi dal nobile intento di vedere nel paese / volti noti e sconosciuti con insieme qualche prete
risalir le antiche scale che conducono chiesa / ascoltare dalle pietre storie antiche del passato
ammirare il panorama dal terrazzo che distesa / mostra in questa nostra valle la bellezza del Creato
Sia ospitale questo luogo per chi nel silenzio vuole / ascoltare quella Voce, la natura contemplare,
ritrovare quella pace, che annientata dal rumore, / vuole crescere fraterna e il cammino a ognun mostrare
Qui portate campiscuola, le risate dei fanciulli, / le preghiere con gli sguardi che si specchiano nel cielo
le canzoni, le chitarre, le mangiate ed i trastulli / in un clima condiviso lieto, gaio e sereno
Riprendiamo i nostri passi, proseguiamo a questo punto / Il percorso già iniziato con la inaugurazione
Con chi nella valle è nato e con chi da Pisa è giunto / Con l’affetto, la speranza ed un po’ di commozione
Siam felici di trovarvi, condividere il cammino / ed un nuovo invito giunga, un istante vi preghiamo,
a voi e all’ Amministrazione per sentirci più vicino / alla festa a noi si cara, che del Carmine chiamiamo.
Sarà gioia e gran piacere star con voi di nuovo insieme! / Or lasciamo le parole e godiamo queste ore
Grati a Chi ce l’ha permesso e qui ha gettato un seme / Che diventi sana pianta di fiducia nel Signore