Terzo titolo mondiale consecutivo per il fortissimo Mirco Balducci che ancora una volta ha trionfato in Brasile dove nei giorni scorsi ha conquistato la terza maglia iridata.
Mirco, originario di Tiglio e che vive a Grosseto, corridore del Team Galluzzi-Acqua e Sapone, ha vinto l’oro mondiale nella specialità cross country categoria M1, risultato che lo pone di diritto tra i grandi della disciplina.
Prima di questa grande vittoria da ricordare il primo titolo mondiale nel 2009 a Praloup in Francia e nel 2010 nella stessa cittadina brasiliana di Balneário Camboriú, dove quest’anno ha messo sul tavolo il tris.
Balducci (che qui vediamo in una foto d’archivio) è stato protagonista dall’inizio alla fine. E ‘andato subito all’attacco cercando di non compiere errori data anche la difficoltà e la tecnicità del percorso che non essendo particolarmente lungo non permetteva in alcun modo di sbagliare nemmeno una pedalata.
La corsa si è svolta in condizioni non certo facili con il maltempo a dire la sua e fango, tanto fango a complicare il tutto.
Tanta è stata però la determinazione dell’atleta tigliese che fin dal primo giro del circuito è balzato solitario in testa con un’andatura insostenibile per gli altri concorrenti. Il momento più difficile al terzo giro quando Balducci cade ed il distacco degli inseguitori si fa pericolosamente ridotto.
Lotta a denti stretti fino alla fine e tanta è la sua determinazione che il vantaggio sugli altri concorrenti cresce ancora: un minuto e quarantotto secondo tra lui e l’argentino Javier Ernesto Macias, tre volte campione panamericano, e ben quattro minuti rispetto al messicano Sedly Rivas Gomora, poi medaglia di bronzo.
Come racconta il giornale Il Tirreno di Grosseto dopo la gara il primo pensiero di Mirco Balducci, ventesimo successo di una stagione senza precedenti, è per la famiglia. «Dedico questo successo a mia moglie Sara e ai miei due bimbi
Stavolta è stata davvero dura – aggiunge Balducci – perché il percorso già molto duro è stato reso ancora più impegnativo dalla pioggia. Dopo la caduta ho temuto di non farcela, ma ho stretto i denti e alla fine sono riuscito ad arrivare in fondo.».