The revolutionary priest from Genova, Don Andrea Gallo was last in this area in June of 2011 when he attended a packed meeting in Gallicano (article here) organised at Il Pane e le rose. The theme of that meeting was “From the Risorgimento to the Republic of Italy that we want.”
His words then caused some considerable polemic with some observers apparently angry that revolutionary phrases were coming out of a priests mouth.
A recent video and interviews on nation media has once more brought him face to face with more angry protests as he made his position clear on the No Tav protests with have been taking place in the Val di Susa against the construction of a high speed rail link joining Turin to Lyon.
I’m with those who protest against the TGV, I’m with the ‘Valley of the partisans’ who have chosen democracy and the protection of health against business and closed clubs. “Don Andrea Gallo, founder of the community of St. Benedict at the Port of Genoa, is on the side of people who “fight for the truth against a useless, dangerous and disastrous construction.” “In these parts there is a spirit of freedom – observes the street wise priest – in the catacombs of the monastery of monks of Susa was the headquarters of the Committee of National Liberation.
This is a real strength for the future of the environment and democracy. “”In the Valley have created an uproar and its not going to be easy for it to die down,” remarked Don Gallo. Pointing the finger at those who condemn the movement, calling to Palazzo Chigi: “Why doesn’t the government not listen to the real committees of the Val di Susa? How can you not hear the voice of the people and then go to Brussels to defend this useless cathedral to high speed ?
Monti and his ministers had to make a point with the people and experts, and they have not listened to anyone.
The call to the government is strong: make a truce, and listen to the committees’ – Don Gallo
httpv://www.youtube.com/watch?v=xLrzLuvlU20
More sky-high tension and clashes in Val di Susa. As the challenging day drew to a close, there were more incidents just after 9 pm when officers moved in to remove the barricade that had partially reformed after being removed a few hours earlier. Some groups of demonstrators threw stones, injuring a Carabiniere and a police officer. A number of protesters were also injured when officers charged, using tear gas and fire hoses. But the charges were successful and police retook the entire former No TAV protest area from the motorway carriageway to the SS 25 highway. The protesters fled en masse with hundreds flooding onto the road as a cloud of tear gas extended up to a kilometre from the canister launch points. Shortly before 10 pm, the blockade at the Chianocco exit of the A32 Turin-Bardonecchia motorway had again been dismantled. Pursued by officers, retreating No TAV protesters arranged to regroup at Bussoleno market. Among the demonstrators was Sandro Plano, chair of the Val di Susa and Val Sangone mountain community: “It’s like living in a parallel world. All the talk about dialogue and finding a political solution has come to nothing. The response was ‘go in like a steam train’. They want to make a show of strength. The politicians want to show who’s boss”. – source
In questi giorni La faccenda TAV -No TAV è quanto mai attuale, e la settimana che ci siamo appena lasciati alle spalle è stata densa di eventi, anche gravi, che hanno riportato la determinazione della gente della Valle di Susa sulle prime pagine.
Tra chi si dichiara contro questa imponente infrastruttura troviamo don Andrea Gallo, il rivoluzionario parroco genovese che appena pochi mesi fa partecipò a un dibattito in quel di Gallicano trattenendo per oltre due ore la platea.
Le ragioni del suo essere “No – Tav” le ha affidate prima a lavallecheresiste.info, e poi a il Manifesto, dichiarando: «Io sto con chi protesta contro la Tav, sto con i ‘partigiani della Valle’ che hanno scelto la democrazia e la difesa della salute contro affari e cricche».«Da quelle parti c’è uno spirito di libertà… nelle catacombe del convento dei frati di Susa c’era la sede del comitato di Liberazione nazionale. Questa è una vera e propria resistenza per il futuro dell’ambiente e della democrazia». «In quella Valle hanno creato una rabbia, e non sarà facile farla rientrare».
E dalle pagine del quotidiano domanda allo Stato: «Perchè il governo non ascolta i veri comitati della Val di Susa? Come si fa a non sentire la voce del popolo e poi andare a Bruxelles a difendere questa cattedrale inutile dell’alta velocità? Monti e i suoi ministri dovevano fare il punto con la popolazione e gli esperti, e invece non hanno ascoltato nessuno. Il grido al governo è forte: fate una tregua, e ascoltate i comitati».
Attivisti di Barga erano presenti le recenti manifestazioni No Tav, questo è il loro rapporto:
Sabato mattina: il sole scalda il cielo su Torino che sembra ridere al nostro fianco. Puntuali arriviamo alle 11.20 al ritrovo dei binari alla stazione di Porta Nuova.
All’esterno grandi vetrate stile francese, all’interno grandi magazzini stile… triste.
Formichine festanti, gioiose, veloci si aggirano tra i binari, si rivedono amici, vecchie conoscenze, tutti si salutano, l’atmosfera è rilassata e la stazione, per un giorno, si veste dei colori della primavera che oggi ci accompagnerà e proteggerà in una camminata di pace.
Io ho avuto la fortuna di conoscere alcune persone molto belle che lavorano con i bimbi, con i disabili, persone intelligenti e generose, e la gioia e l’onore di sfilare dietro il loro striscione.
Facciamo il BIGLIETTO (che nessuno controllerà) e proviamo a salire sul treno ma è già tutto stracolmo da un po’.
Al secondo tentativo siamo più fortunati e saliamo.
Torino – Bussoleno. La partenza è dal piazzale della stazione che è invasa da visi, facce, musi, tutti quanti rigorosamente a volto scoperto, tutti quanti sorridenti, felici, rilassati, che si ritrovano e uniscono nei rispettivi soviet!!!
Ci sono tutti: dagli anarchici ai partiti, dagli autonomi ai volontari, mancano solamente i violenti e le divise.
Mentre facciamo volantinaggio scambiandoci materiale e idee, con piacere ritrovo alcuni attivisti di piccoli gruppi militanti che ancora resistono.
Grandi, è stato un tuffo al cuore.
Il corteo è partito, alla testa sbuffa allegro un trattore con sopra una gigantesca piovra.
Da queste parti la mafia non la vogliono, la combattono!
Nessuno tra i valligiani vuole la TAV, ogni casa ha una bandiera, la scritta “Sarà dura” è ovunque, esistono negozi No TAV, tutto e tutti qua sono No TAV, nessuno di questi indigeni la vuole!
Dietro, l’asfalto si colora di migliaia di scarpe, di vestiti, striscioni, bandiere, tante bandiere al vento, decine di centinaia di treni sbarrati.
Passa il furgone del vino senza etichetta, passa un gruppo di bimbi in monopattino, la musica festante di ottoni della street band fa ballare la gente. Anche i treni che ci sorpassano lenti per godersi lo spettacolo ci fischiano e ci salutano.
In questo meraviglioso pomeriggio di inizio primavera, anche Bregovich viene con noi durante questi otto chilometri fino al paese di Susa.
Otto km di percorso, 6,5 km ininterrotti di corteo, 75mila persone, carne umana.
Con noi, nel circo festante, ci sono i militari pagliacci, le suonatrici di tamburo con parrucche e tutine tutte rosa, ci sono tante persone stravaganti, originali, geniali, ma soprattutto ci sono persone normali, persone che fanno un lavoro come tutti, madri, padri, figli, nonne, tutti gli abitanti della Val di Susa. Dopo più di 4 ore la sfilata pacifica è giunta a Susa, in Piazza, dove dal palco si susseguono gli interventi. C’è la sensazione che questa manifestazione ASSOLUTAMENTE PACIFICA abbia fatto rumore, tanto rumore e non potranno non essere ascoltate le parole e le ragioni che oggi, ancora di più sono state gridate.
Ripartiamo al tramonto SENZA fare il biglietto (nessuno ce lo chiederà) e questa volta ce la facciamo a salire subito sul primo treno.
SIAMO STATI FORTUNATI!
Scendiamo spensierati: chi torna a casa, chi va al bar; quelli di Milano vanno verso il treno che li riporterà a casa, quando spuntano i dirigenti di Trenitalia accompagnati da una cinquantina di celerini. Dicono che senza biglietto non si viaggia più. Da ora!
Per tutto il giorno niente richieste di biglietti, ora no, ora non si torna via, ora state a Torino. La tensione sale, c’è un primo confronto, si cerca l’accordo, alcuni dirigenti della polizia fanno presente che sarebbe meglio farli ripartire lo stesso. C’è u n secondo confronto tra persone a mani nude, volti di uomini, ragazzi, donne, tante ragazze, scoperti, faccia a faccia con uomini che in un attimo rispondono all’ordine e senza chiedersi “Cosa stiamo facendo? È giusto?” si chiudono la visiera del casco, uniscono gli scudi e, in perfetta e organizzata formazione, alzano i manganelli e caricano.
La gente non fa resistenza e scappa ma vengono colpiti e colpiti, e colpiti, e colpiti alle spalle mentre continuano ad essere inseguiti.
Parte una sassaiola laterale in aiuto agli aggrediti, alcuni celerini smettono di caricare e si ripararono facendosi scudo a vicenda. Petardi scoppiano bombe carta, arrivano i lacrimogeni, l’ambulanza entra a sirene spiegate fino ai binari, sangue.
Tutto si placa, niente più contatti fisici, solo urla. C’è un terzo tentativo di confronto, alla richiesta di documenti un ragazzo, che poi non ho più visto, legge la costituzione.
Tutto è già più triste, più rassegnato, c’è stata la violenza, lo scontro che nessuno voleva e nessuno cercava.
All’improvviso, tutte le uscite vengono bloccate dall’entrata di gruppi di celerini della polizia, dei carabinieri, e addirittura degli agenti antisommossa.
Mi passano vicino, mi sfiorano e posso vedere dentro le loro visiere che alcuni hanno l’età per essere i padri dei coetanei dei loro figli che vanno a cercare al grido di “Venite qua, figli di puttana!”
Ironico, no?!
Siamo giunti all’esterno e vedo che la luna nel cielo su Torno sembra piangere al nostro fianco. Piange accecata dai lampeggianti che circondano la stazione, piange la luna, soffocata dai lacrimogeni che strozzano le urla di chi ha avuto la sensazione di essere scampato ad una GIGANTESCA DIMOSTRAZIONE DI DEMOCRAZIA.
Finalmente a letto, ricordo di una giornata stupenda come lo sono i primi pomeriggi caldi di primavera e una serata buia, cupa, che però mi ha insegnato una cosa: non leggere mai la costituzione in presenza di uomini con il manganello!
Grazie agli attivisti di Barga per averci fatto partecipi di quello che realmente accade lassù, dove l’abuso di forza, lo stato di polizia e le retate preventive ci riportano alle tragiche giornate di Genova ’01. Senza esagerare, siamo in piena “democrazia autoritaria”. Ascoltatevi Travaglio, malgrado tutto, intervenuto a “Servizio Pubblico” il 1 marzo scorso: la verità tecnica sta tutta lì, il resto è solo ideologia, forzatura della realtà, giustificazione artificiosa.
Il ruolo poi del Partito Democratico in questa storia (e in tante altre) si commenta da solo.
Io in questo caso sono con le forze dell ordine, questa e’ gente che e’ sottopagata e spesso costretta turni massacranti e sono vittime di offese da parte dei dimostranti come si e’ potuto vedere e leggere. La legge e le regole vanno rispettate ed e’ facile dare del fascista a persone che fanno il loro dovere per garantire ordine e sicurezza. Siamo sicuri che tutti i manifestanti siano agnellini pacifici. I gruppi anarchici sono ben noti in tutta europa per il loro modo violento di protestare. Finiamolo di dire che e’ solo colpa della polizia. Montare su un treno senza biglietto e’ contro le regole ed e’ sbagliato. Vi ricordo che la legge vieta di manifestare a volto coperto e alcune persone in val susa erano a volto coperto come a Genova durante il G8 dove i manifestanti hanno causato danni e violenze assurde.
pienamente d’accordo con te Gianmarco…sempre e comunque con le forze dell’ordine, sia a Genova, sia in Val di Susa, dove a manifestare sono soprattutto anarco insurrezionalisti e gente dei centri sociali, che sono lì solo per andare contro lo Stato democratico. E’ ridicolo sentir dire “democrazia autoritaria” o “stato di polizia” e soprattutto giustificare ogni atto di violenza commesso andando contro le leggi dello stato. Chi è realmente violento? chi usa idranti e manganello o chi usa bombe carta, mazze ferrate, spranghe, bottigliette con acido ecc. ecc?. Sono anche sicuro che la stragrande maggioranza di questi “incappucciati”, che per qualcuno sono eroi, non sanno nemmeno cosa sia la TAV.Ma è vero, chi appoggia queste “personucole” pensa solo che la ragione sia in loro e si erigono a maestri di vita, mentre gli altri sono solo dei poveretti.
però preferisco essere una “pecorella” che uno di loro.
Una domanda a Salvoni, l atro giorno ho parlato con degli amici della Val di Susa, e mi hanno detto che la maggior parte dei manifestanti non sono del posto e che sono quasi tutti dei centri sociali o appartengono a gruppi anarchici. I residenti della Val Susa non si oppongono a tale progetto e non manifestano anzi la maggior parte e’ a favore.
23 sindaci dei comuni interessati dichiaratesi contro la TAV.
65 comitati NO TAV nati ed attivi sul territorio.
31608 firme raccolte in loco contro la TAV e depositate a Bruxelles.
Susa, 25 febbraio: marcia pacifica di 75000 cittadini contro la TAV (e che spreco, che inutile spreco questo logorìo di meningi volto ad immaginarseli come una conventicola di punkabbestia…).
Ecco, alla fine ho risposto, per onor di cronaca, ma, visto che di provocazione si trattava, alla fine era meglio se me ne stavo zitto, un pò come quel muto poliziotto qui tanto elogiato.
Un saluto a lei ed ai suoi amici.
Ci ho pensato.
Ho pensato molto prima di intervenire.
Perchè sono combattuto quando si affrontano certi argomenti.
Da una parte le regole, chi le deve far rispettare e chi è tenuto a rispettarle.
Dall’altra l’assurdità di certe scelte.
Con le forze dell’ordine sì, sempre e sicuramente, anche perchè loro in fondo in fondo sono semplici esecutori di ordini. Possono anche avere idee difformi ma devono eseguire gli ordini legittimamente dati. Anche quando non gli piacciono.
Ma anche contro opere inutili.
Domanda: quanti hanno necessità di fare (velocemente) MilanoParigi tutti i giorni (o RomaMilano che è uguale…)?
Quanti invece usano la faentina o la garfagnina tutti i giorni?
Sono così essenziali questi COLLEGAMENTIVELOCI che sembra che non si debba più nemmeno respirare per non rallentare troppo?
Non sarebbe il caso, appena appena, di rallentare un poco e guardarci attorno invece di sfrecciare a 300km/h?
Il sottoattraversamento di Firenze serve davvero a qualcosa o sarà solo il solito pozzo (di S.Patrizio per alcuni) senza fondo che ingoierà tutto ciò che c’è intorno?
In un momento in cui si chiede il sangue alla popolazione è opportuno sperperare soldi in opere faraoniche che alla popolazione non daranno niente?
E, per favore, non tiriamo in ballo l’Europa quando ci fa comodo. Non si resta tagliati fuori perchè non si va VELOCIVELOCI da MilanoaParigi.
I milionidimiliardi che servono per queste opere (TAV, pontedimessina, sottofiorentina) se spartiti sulle piccole tratte ferroviarie e stradali dissestate ma utilizzate giorno giorno da milioni di persone non renderebbero di più in fondo al gioco?
Un’ultima domanda: se qualcuno riportasse in auge la famigerata LivornoModena saremmo disposti a subire (in nome di un progresso che riguarderà Modena e Livorno ma non noi) la devastazione della nostra valle o anche noi ci…. ci. Meglio non usare termini scurrili.
La sgrammaticatura è voluta.
Intervengo per chiarire alcuni aspetti legati alla TAV. Fondamentalmente l’opera è inutile e tutti lo sanno. I danni collaterali sulla valle sono stati calcolati e molti hanno reputato sacrificabile un lembo d’Europa. Non serve una ferrovia in più. Già ce n’è una e viene sottoutilizzata e allora perchè l’Europa, il governo, la Regione, la Provincia e molti vogliono la TAV?
Nessuno ha ancora detto che la TAV serve per rilanciare l’economia. Si tratta di una grandissima operazione commerciale che servirà a fare lavorare centinaia di ditte edili, di trasporto materiali, di smaltimento, di ogni genere di necessità per sostenere migliaia di lavoratori per 15 anni in Val di Susa, studi professionali e molto, molto altro ancora. Serviranno milioni di metri cubi di cemento e di acciaio; di legno e fibre e la galleria di 60 chilometri sarà un grande laboratorio socio-economico. Le grandi opere stanno assumendo questa particolare valenza. Nessuno lo dice ma un immenso cantiere rilancia economia. Voi direte: ma perché non fare 100 ospedali nuovi o 100 scuole nuove? Il problema è che in Italia è tutto sommato facile seguire un cantiere ed evitare infiltrazioni; averne 100 significa offrire il campo ad un magma che esiste (guardate Expò di Milano).
pienamente d accordo con te Andrea, nessno lo dice ma questo progetto crea e crera una moltitudine di lavoro e opportunita’. Per Salvoni si raccolte 31000 firme in loco,35 comitati nati e attivi sul territorio, si ma mi viene da pensare quante persone del luogo hanno firmato e quanti comitati appartengono alla Val Susa, visto che gente di Barga e’ andata a prostestare e sicuramente avranno firmato contro la TAV come molte altre persone non della Val Susa. Perche’ questa gente di Barga non protesta contro la Regione Toscana o la provincia di Lucca per opere che verranno fatte in mediavalle o in provincia. Ma siccome la toscana e’ rossa non si permetterebbero mai di protestare e quindi ben vengano chiusure di ospedali, ferrovie, tagli a scuole e insegnanti e mi vien da ridere chi si dice di essere comunista e poi proviene da famiglie di imprenditori oppure sono imprenditori loro stessi,quando protestano quando vengono messi nuovi repititori per la telefonia e poi usano i cellulari e si lamentano quando non c’e’ segnale.
Conclusione: siamo incapaci di buttare via l’acqua sporca senza buttare il bambino, allora cerchiamo almeno di sacrificarne pochi facendogli fare il bagno tutti assieme, così buttiamo via solo l’ultimo….
Circa la necessità di lavori inutili per sostenere l’economia avrei in effetti altre ideucce….
Per gli ospedali e le scuole capisco il rischio di farne di nuovi, che non è solo quello evidenziato da Giannasi, ma anche il fatto che una volta costruiti servono anche le persone per farli funzionare, quindi altri costi, quindi altri… problemi!
Rassegnamoci, siamo in mano (il mondo intero, non solo l’Italia) a pochi burattinai che ci fanno fare quel che vogliono, al limite anche sobillare le proteste per generare ordine o disordine…