Al Teatro Colombo di Valdottavo (Borgo a Mozzano) è andato in scena ieri sera il secondo appuntamento della stagione di Opera Bazar Off, il “Don Giovanni” di W. A. Mozart nella specialissima e marinettiana (a loro insaputa) versione de I Sacchi di Sabbia, una compagnia teatrale di giovani professionisti che si dedica al teatro di ricerca, diremo anzi innovativo.
Ma che cosa è il teatro di ricerca? E’ un fenomeno tutto Novecentesco, che annovera tra i suoi precursori maestri come Peter Brook, Julian Beck, Judith Malina, Jerzy Grotowsky, Eugenio Barba. Attori e Registi iniziarono ad interrogarsi sul proprio percorso, in merito all’origine delle tecniche teatrali ed alla possibilità di creare nuovi codici espressivi che restituissero al teatro la qualità che stava perdendo.
Il progetto de I Sacchi di Sabbia, a cui con piacere abbiamo assistito ieri, raccoglie tutto questo: originalità, tecnica e decisamente un’espressione innovativa che vede trasformare un’opera lirica classica come il don Giovanni in una partitura di “rumori” assolutamente piacevole all’ascolto e supportata dai sotto, anzi da soprattitoli, che hanno aiutato lo spettatore a seguire un bel testo che spesso non viene ben capito quando viene cantato dai lirici.
Una versione che molto aveva a che dire ed a che fare con il futurismo per la sua interpretazione pur se questo non era il messaggio iniziale e l’obiettivo di questo ottimo lavoro teatrale.
La bravura e la precisione di questi attori va ancora più apprezzata appurando da loro stessi che nessuno di loro è un cantante e che non hanno avuto un “direttore di coro” per aiutarli ad indirizzare la loro vocalità. Lo stesso Giovanni Guerrieri ci spiega, dopo lo spettacolo, che la trama musicale è nata dall’ascolto iniziale di una versione del Don Giovanni eseguita da Karajan nel 1986, imitata fino allo sfinimento e rivisitata producendo suoni che vanno ad imitare violini, tamburi e voci che sono di sottofondo nell’opera originale.
Il risultato è l’esecuzione a cappella di un coro di sei elementi, di un Don Giovanni tutto nuovo in cui il tentativo di riproduzione musicale rivisto in forma teatrale, rappresenta tutto ciò che un musicista “vero” non potrebbe mai riproporre e tanto meno scrivere, ma che sarebbe stato apprezzato dallo stesso Mozart per la ventata di originalità e simpatia che la giovane compagnia ha trasmesso anche a tutti noi.
Da un progetto di Giovanni Guerrieri, Giulia Solano e Giulia Gallo con Arianna Benvenuti, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Maria Pacelli, Matteo Pizzanelli, Federico Polacci, Giulia Solano; tecnica Federico Polacci.
Produzione I Sacchi di Sabbia/Compagnia Sandro Lombardi in collaborazione con Teatro Sant’Andrea, La Città del Teatro, Armunia Festival Costa degli Etruschi Con il sostegno della Regione Toscana
httpv://www.youtube.com/watch?v=O-94H3mbzgg
I Sacchi di Sabbia nascono a Pisa nel 1995.
Negli anni la Compagnia si è distinta sul piano nazionale, ricevendo importanti riconoscimenti per la particolarità di una ricerca improntata nella reinvenzione di una scena popolare contemporanea.
Già vincitori di due Premi ETI “Il Debutto di Amleto”, I Sacchi di Sabbia ricevono una nomination al Premio Ubu 2003 per lo spettacolo Orfeo. Il respiro (“… per il loro intreccio di ironia, storia e metafisica”) e vincono il Premio Speciale Ubu 2008 con la seguente motivazione:
“I Sacchi di Sabbia, per il complesso di un’attività caratteristica dalla vivacità di una scrittura condotta con freschezza creativa e irridente, giunta con Sandokan o la fine dell’avventura a un nuovo capitolo di una ricerca sincera, lunga e appassionata”.
In perenne oscillazione tra tradizione e ricerca, tra comico e tragico, il lavoro di I Sacchi di Sabbia ha finito per concretizzarsi in un linguaggio in bilico tra le arti (arti visive, danza, musica), nella ricerca di luoghi performativi inconsueti, e sempre con uno sguardo vivo e attento al territorio in cui l’evento spettacolare è posto.