La questione dell’ospedale unico e la futura chiusura degli ospedali di Barga e di Castelnuovo. Su questi temi si è svolta ieri sera a Barga, presso la sede del jazz club, la prima riunione in loco del Comitato per la Sanità nella Valle del Serchio, organismo nato in Garfagnana circa un mese fa proprio attorno alla prospettiva della nascita dell’ospedale unico, ma ancora poco conosciuto in Media Valle del Serchio.
Dove in realtà poco conosciuta e seguita, forse, è l’intera vicenda dell’ospedale unico.
Visto il tema che veniva trattato nell’incontro, stupisce un po’ infatti, la poca presenza della popolazione barghigiana rappresentata da qualche politico locale e da poca gente che comunque ha ascoltato con attenzione le spiegazioni dei componenti del Comitato e si è anche infervorata su alcuni temi.
Rispetto comunque alle riunioni che già il comitato ha organizzato a Castelnuovo, Castiglione, Gallicano ed in altre località della Garfagnana, qui l’attenzione è stata minore. Come se la gente non fosse troppo interessata alla questione. O come se ormai si attendesse l’evolversi degli eventi con una specie di rassegnazione. Il che fa abbastanza strano in una città dove negli anni ’90 e prima ancora, per la difesa dell’ospedale “San Francesco”, si sono combattute grandi battaglie.
Detto questo due parole sul comitato, composto perlopiù da giovani (il che è un bene) e che fino ad ora ha raccolto circa un centinaio di adesioni. Poche quelle sottoscritte ieri sera a Barga ed invece, a nostro umile giudizio, ci sarebbe bisogno che al suo interno figurasse una maggiore rappresentanza della nostra terra e della Media Valle. Per non sbilanciare, fisiologicamente, l’azione del Comitato soprattutto quando dovrà affrontare e seguire la tematica più scottante legata all’Ospedale Unico e che i componenti del Comitato stesso hanno riconosciuto come uno dei primi obiettivi di questo organismo: la questione della localizzazione dell’ospedale. Una questione su cui vigilare attentamente, è stato sottolineato dai ragazzi del Comitato, affinché non ci siano dubbi che la decisione che verrà indicata dalla commissione tecnica della Regione (secondo Marco Remaschi, come dichiarato tempo fa sulla stampa, entro questa estate) e che sarà poi decisa dalla conferenza dei sindaci, sia quella oggettivamente più giusta.
Un’adesione di cittadini della zona secondo noi importante in questa prospettiva, proprio perché l’analisi ed il giudizio che potrà esprimere il Comitato sia il più possibile oggettivo e non sia condizionato da campanilismi territoriali che almeno ieri sera non sono emersi nella presentazione di questo organismo, ma che potrebbero non mancare in una fase più delicata come quella di una decisione sulla localizzazione da parte dei sindaci. Del resto i presupposti iniziali ci sono. Alla nascita di questo comitato, come riportato anche sul nostro giornale, i componenti indicavano già il piano pieve come soluzione ideale per la localizzazione. Si parte insomma da posizioni preconcette e che lasciano qualche dubbio; che non sono coerenti con quanto detto ieri sera dai componenti del comitato che ci auguriamo siano state superate in corso d’opera.
Comunque sia gli intenti del Comitato sulle linee generali sono apparsi condivisibili ed anche le spiegazioni e le convinzioni sulla necessità, a questo punto, di credere convinti che la soluzione ospedale unico sia l’unica percorribile. Rimanere arroccati sulla difesa dei due ospedali esistenti, sulla base delle loro caratteristiche e delle loro problematiche strutturali, vorrebbe dire essere perdenti sin dall’inizio.
Tra i punti, tra tanti altri, che non consentono la difesa dei due ospedali esistenti, è stato sottolineato da Erik Santi che è stato un po’ il moderatore ed il presentatore della serata e delle iniziative del Comitato, il fatto che nonostante quanto speso per il loro accreditamento, la spesa e gli interventi necessari per il completo adeguamento antisismico delle due strutture, per renderle perfettamente sicure ed operative in caso di grosso evento sismico, sarebbero di molto superiori e molto più complicate che procedere alla realizzazione di un ospedale ex novo.
Il Comitato, è stato detto, continuerà in queste settimane la sua opera di informazione della popolazione locale sul come e sul perché si è arrivati a parlare ed a portare avanti il progetto ospedale unico e, come scritto nel suo statuto, lavorerà per chiedere chiarezza e garanzie sulla ipotetica costruzione di un nuovo ospedale, vigilando sulle scelte adottate dalla Regione e dai comuni affinché siano effettivamente le migliori per il cittadino.
Vigilare innanzitutto sul prossimo passaggio relativo alla localizzazione, ma anche sul cosa e sul come verrà fatto. Su quali saranno le caratteristiche reali del nuovo ospedale (che solo dal progetto di fattibilità si evince sia di tipo B e quindi abbastanza completo). Sulle dotazioni, sulle capacità di risposta verso la popolazione c’è però bisogno di maggiore chiarezza ed informazione. Per il momento la questione, ha sottolineato Erik Santi, è ancora piuttosto fumosa. E nemmeno si capisce ed è stato spiegato con dettagli adeguati dalle istituzioni, come si arriverà alla copertura finanziaria del nuovo ospedale per cui si è parlato di una probabile alienazione dei vecchi edifici, addirittura di project financing, ma di fatto non è dato sapere se arrivati al dunque i soldi per realizzarlo ci saranno o meno.
Comunque vada vogliamo augurarci che il lavoro del Comitato sia effettivamente rappresentativo non solo delle esigenze e degli interessi di un’area, ma dell’intera Valle del Serchio. Altrimenti la sua opera sarebbe già sminuita in partenza.
io non sapevo neanche ci un incontro…
Bastava tu leggessi questo sito. Era anche (e non solo) nel calendario eventi.
è un po’ che non ritornavo qui sopra, mi sa che ci verrò più spesso, almeno per tenermi aggiornato su quel di barga
Alla prossima allora.
Caro Luca,
sono Erik. Mi hanno detto che hai il mio numero e che mi telefonerai: parlerò con te molto volentieri, anche per precisare alcune cose che hai scritto nell’articolo e che non rispondono alla verità. Ma non è colpa tua, lo preciso: dalla tua ottica le cose potrebbero apparire così, e detto tra di noi sicuramente hai bisogno di ‘motivare’ un po’ i barghigiani e i cittadini della Mediavalle, che immagino essere una grande parte dei tuoi lettori! Lo posso capire.
Mi spiace che dopo le due ore di incontro a cui hai assistito, e in cui anche a tuo dire ‘non sono emersi campanilismi’, tu rimanga sostanzialmente diffidente verso il Comitato: mi spiace, ma può essere anche una buona tattica per spronare i tuoi concittadini ad aderire, e se sarà così noi ne saremo contenti.
Purtroppo parti da un base sbagliata: non c’è nessun presupposto per cui questo comitato sia o debba diventare un comitato ‘di parte’. La serata cui fai riferimento tu, svoltasi a metà aprile a Castelnuovo, non è stata propriamente il primo incontro di questo comitato, anzi, di quel tentativo iniziale non rimane niente, né l’indirizzo generale né i protagonisti: ti basti dire che i promotori di quell’incontro non sono più venuti per settimane, anzi erano tutti assenti nella sera, un mese dopo, in cui si è davvero costituito il comitato; di più, a quanto so nemmeno hanno aderito successivamente. Dico di più: di tutti i ragazzi che hai visto, praticamente nessuno era presente a quella che erroneamente definisci la ‘nascita’ del comitato, e anzi io ed un altro che eravamo i soli presenti, quella sera venimmo via senza aderire a quel ‘comitato’ mai nato, perché non ne condividevamo i presupposti.
Quindi mi tocca nettamente smentirti, nel momento in cui arrivi a dire ‘Si parte insomma da posizioni preconcette e che lasciano qualche dubbio; che non sono coerenti con quanto detto ieri sera dai componenti del comitato’: queste posizioni sono nate e morte nello spazio di una dimenticata serata di due mesi fa, non c’è stato bisogno di ‘superarle’ successivamente; il comitato è nato fin dall’inizio con posizioni molto, molto più avanzate e logiche, quelle che abbiamo presentato l’altra sera a Barga e che tu stesso definisci ‘linee generali condivisibili’.
Detto questo ti ringrazio per l’attenzione che il vostro giornale sta dedicando alle attività del Comitato “Per la Sanità nella Valle del Serchio” – Onlus, e spero che il tuo appello ai cittadini della Mediavalle per aderire diventi sempre più forte e venga raccolto da più persone possibile: forse sarà ancora più efficace se alle orecchie delle persone arriveranno parole di fiducia, anziché di diffidenza.
Erik
Io mi sono semplicemente riferito a fatti riportati sulla stampa, peraltro scritti da giornalisti di credibilità certa e basandomi su quelli i presupposti, come scritto, non erano incoraggianti. Ti dico la verità, anche alcune frasi uscite non ufficialmente dalle bocche di alcuni dei componenti del comitato l’altra sera a Barga, mi hanno lasciato qualche dubbio. Prendo nota comunque delle tue parole, della smentita (ma il sig. Ugo Mazzei ti chiedo ancora, non è il presidente del Comitato?) e dell’impegno del Comitato a lavorare nell’interesse della Valle del Serchio e ti confermo la mia dispinibilità a seguire le vostre iniziative ed a pubblicare i comunicati che ci invierete di volta in volta. Buon lavoro.
Certo,
come ti già ho scritto, non do la colpa a te, anzi capisco che dalla tua prospettiva tu possa esserti facilmente ingannato! Però era molto importante per noi chiarire queste perplessità, e l’abbiamo fatto anche in relazione all’articolo uscito su La Nazione, come avrai visto: purtroppo, complice il grande impegno del titolista, è uscito fuori un pezzo che davvero gettava discredito sulla nostra attività.
Il giornalista che scrisse in aprile il pezzo cui fai riferimento è certo più che credibile, ma io a quella riunione c’ero, come detto venni via molto deluso, e ti posso garantire la verità di tutto quel che ti ho scritto.
Ti chiedo poi: riferisci pure qui senza problema le frasi uscite dai membri del comitato l’altra sera, sono curioso di sentire cosa avrebbero detto, e eventualmente confrontarmi con loro. Perché per fare parte del comitato si devono condividere i due obiettivi: informare obiettivamente tutta la popolazione, stare ben vigili sulle decisioni prese dagli amministratori.
Se uno condivide queste due linee, e le condivide sinceramente, è l’elemento ideale per il comitato, quali che siano le sue eventuali convinzioni personali sulla localizzazione: al nostro interno abbiamo persone che credono sia giusto farlo sul Piano Pieve, persone che credono sia giusto farlo tra Gallicano e Barga, persone che credono sia giusto mantenere i due presidi esistenti, persone che ritengono sia giusto accentrare un ospedale unico in uno dei due vecchi stabilimenti. Il comitato non ha una posizione riguardo la giusta localizzazione dell’ospedale, non è mai stato il suo compito trovarla né lo diventerà: serve solo a garantire che la decisione ‘giusta’ lo sia davvero.
Precisato questo, ti confermo che sì, il presidente è Ugo Mazzei; ti racconto, se vuoi crederlo, che il presidente era stato chiesto di farlo a me, ma io rifiutai perchè non avevo voglia di prendermi la responsabilità di rappresentare, anche legalmente in eventuali situazioni future, il comitato. Come puoi immaginare, se hai vissuto situazioni simili, in casi del genere è dura trovare uno tra i presenti in sala, studenti, operai, pensionati, che se la voglia assumere questa responsabilità: fu l’assemblea a chiedere a Mazzei di prendersi questo impegno, e lui se lo prese per il semplice fatto che se non avessimo trovato nessuno, il comitato non sarebbe mai nato. Lo ringraziamo per questo, e siamo felici di averlo scelto perché è una persona capace e degna di svolgere il suo ruolo: in ogni caso il presidente, così come il Consiglio Direttivo, è totalmente sottomesso all’assemblea sovrana che è l’unico, ripeto l’unico organismo decisionale.
Ma al di là di questo, se anche Mazzei vede bene l’ipotesi Piano Pieve, il comitato non ne perde affatto; come ti ho spiegato, il comitato è aperto a tutti, non a caso abbiamo organizzato la prima serata a Gallicano, e già un’altra a Barga, nella sincera speranza di trovare persone del luogo determinate a difendere i propri diritti, magari partendo da convinzioni diverse: l’unica condizione per aderire, cui sottostanno tutti, presidente compreso, è quella di lavorare nella esclusiva prospettiva di far vincere la tecnicità e l’obiettività della decisione, come unico faro nell’azione del comitato. Nessuna deviazione.
Felice di avere, come spero, chiarito un po’ le nebbie che purtroppo rischiano di indebolire la nostra azione, ti saluto e rimango a disposizione per ulteriori approfondimenti.
Erik
Bene, ho pubblicato anche il vostro comunicato che si rifà all’articolo de La nazione che indubbiamente è stato snaturato rispetto a quanto da me scritto come potrai immaginare.
Ti chiedevo nei commenti conferme sul presidente ed il direttivo alle quali in parte mi hai risposto adesso. Ti ringrazio e ti auguro buon lavoro.