È un invito alla lentezza l’ultima mostra dell’estate barghigiana, una raccolta di fotografie scattate da Gennaro Passaro durante un suo viaggio in Etiopia, dove ha scoperto l’immobilità, la tranquillità, il vivere minuto per minuto che ormai non appartengono più alla società occidentale.
O meglio, queste caratteristiche non appartengono più alle persone, ma certi luoghi possono ancora trasmettere quella sensazione di essere fuori dal tempo che Passaro ha percepito nella Homo Valley in Etiopia.
Per questo la mostra, allestita presso le stanze della memoria e visibile fino al 23 settembre, comprende foto a colori e in bianco e nero che narrano dei luoghi e dei personaggi dell’Africa profonda affiancati da paesaggi “nostrali”, quelli che, secondo l’autore, hanno ancora la capacità di suscitare quella calma immobilità tipica di un altro vivere.
OUT OF TIME
Le foto delle Tribù Omo Valley in Etiopia e quelle dei luoghi dove vivo, fatte di paesaggi che ho di continuo sotto gli occhi ma che spesso non riesco ad osservare realmente, hanno qualcosa in comune. Nei primo caso l’isolamento di quelle tribù Etiopi fa si che sia del tutto irrilevante che quel nomade o quella donna li abbia fotografati io, oggi.
Sarebbe stata la stessa cosa se qualcuno li avesse ripresi all’inizio del 900. E anche nel secondo caso, alcuni particolari del paesaggio e delle statue della Lucchesia, riprese qualche anno fa, non sono riconducibili a nessun definito periodo temporale. Sono immagini ormai fuori del tempo. Eppure queste immagini interagiscono con una realtà profonda che fa parte di noi.
Una realtà che talvolta non risponde al ritmo (che qualcun altro batte per noi) con ii quale c’illudiamo di organizzare e controllare ii nostro tempo. Indipendente dalle ragioni che la società e noi stessi ci diamo per trovare un significato alle nostre azioni. Una realtà firma, lenta, dove pare non accadere nulla. In ogni modo, anch’essa nostra. Fuori del tempo.