Vespa mon amour. Così la pensa Massimiliano Giannasi di Mologno che, in sella al suo PX dell’82, si è spinto – in solitaria – fino alla lontana Valdobbiadene per prendere parte a un grande evento di due giorni, il 1° raduno internazionale Vespette Decelerate.
Il nostro ha percorso ottocento chilometri puntando verso nord e attraversando paesi, città, campagne per ritrovarsi in compagnia di centinaia di altri appassionati, unico rappresentante del vespa club Barga: ecco il suo diario di viaggio.
Sabato 6 ottobre sono partito da Mologno verso le cinque per arrivare a S. Stefano Valdobbiadene a pranzo.
Il viaggio è durato 6 ore più le soste, ho attraversato per la prima volta in vespa Bologna, Ferrara, Rovigo, e Padova.
Nel pomeriggio sono finalmente arrivato al raduno di Pederobba (Tv) organizzato dal “Vespa club Pederobba Vespette Decellerate” e lì ci siamo trovati in circa 150 iscritti.
Quasi con stupore, credendo di arrivare da parecchio lontano e da solo, ho incontrato gruppi venuti dalla Germania, dall’ Austria, dal Lussemburgo, dalla Slovenia e poi da Cuneo, da Genova, da Roma e praticamente da tutto il Veneto.
Ho conosciuto anche due fratelli di Perugia appena arrivati dopo sette ore di viaggio, un traguardo notevole visto che superavano entrambi la sessantina.
La splendida organizzazione ci ha portato in giro per i colli della Valdobbiadene, famosi per i vigneti di prosecco, ed infatti dopo qualche chilometro eccoci arrivati alle cantine Mionetto per la prima degustazione, e poi altri chilometri in gruppo con vespisti di tutte le età. Magia della vespa: da quindici a settanta anni tutti con la stessa passione.
Domenica, il gran giorno, arrivo presto al luogo del raduno ed infatti sono tra i primi; la vespa con la bandiera del “Vespa club Barga” è in prima fila e fotografata di continuo.
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Intanto i vespisti arrivano senza interruzione e sono di tutte le età: si va dal vespino del ragazzo, al faro basso dei primi ’50 restaurato impeccabilmente, al ‘vissuto’ ma comunque funzionante. Una moltitudine festosa e colorata e tra i tanti colori scorgo lui, Capitan Vesposa del Vespa club Monteserra, un mito conosciuto bene a Barga, con la sua mise giallo-arancio da raduni. Sono arrivati in quattro e così siamo in cinque toscani!
Si avvicina l’ora della partenza e l’organizzazione mi dice che si sono superati i milletrecento iscritti!!
Viene annunciata la partenza, via si parte in alto, su sul monte Tomba tra castagneti e rifugi della prima guerra mondiale, teatro di molti scontri dopo la ritirata di Caporetto.
Dopo l’immancabile merendino di metà percorso siamo rientrati in paese per il pranzo insieme e la premiazione finale… già perché prima dei saluti si premiano tutti i gruppi dei club.
Dopo la premiazione torno al tavolo per i saluti agli amici e parto; il viaggio di ritorno è lungo, sono già le 17.00 e quindi via, ma stavolta altra rotta più ad ovest attraverso Bassano del Grappa, Marostica – la città degli scacchi giganti – Legnago, Modena e via verso il passo delle Radici.
L’ultima ora e mezza l’ho percorsa incontrando solo un’automobile, un capriolo e qualche volpe; il più bel modo di viaggiare, la notte, con la strada deserta, la luna e l’aria fredda che ti pizzica.
Così all’una di notte termina il mio week-end: due giorni, 800km, 22 litri di miscela al 2% e tanta voglia di partire nuovamente.