É nato nel maggio scorso, a Edimburgo (Scozia), un centro ricerche che vuole tracciare i contorni e documentare la diaspora italiana in Scozia. Tra gli obiettivi dell’ISRC (Italo-Scottish Research Center) – il primo ed unico di questo genere – c’è la creazione di un archivio che raccolga quante più informazioni sull’emigrazione italiana oltremanica, per mezzo di documenti, articoli di giornale, registrazioni e interviste con i rappresentanti della comunità italiana e scozzese.
Unitamente a queste testimonianze, saranno raccolti anche effetti personali come lettere e fotografie di coloro che, in particolare tra il gli anni Novanta del 1800 e gli anni Quaranta del Novecento, lasciarono l’Italia cercando miglior sorte in Scozia.
L’Italo Scottish Research Center è un centro interdisciplinare nato in seno all’Università di Edimburgo e intende studiare le relazioni reciproche che Italia e Scozia hanno ed hanno avuto in passato; perché il reperimento del materiale sia il più facile possibile, l’ISRC sta creando anche un sito web, attraverso il quale sarà possibile promuovere il progetto, scambiare documenti, organizzare incontri.
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In ultimo, ma non meno importante, l’ISRC ha in programma anche la realizzazione di un documentario sugli italiani internati in Scozia durante la Seconda Guerra Mondiale, ed ha già realizzato un’audioguida che spiega l’opera in bronzo di sir Eduardo Paolozzi “The Manuscript of Monte Cassino”, una scultura che si trova a Edimburgo proprio di fronte alla cattedrale di St Mary.
Il monastero di Cassino, che è rimasto tristemente noto per il bombardamento subito durante la Seconda Guerra Mondiale, è terra di origine di Paolozzi – e la sua opera descrive proprio quel terribile momento – e sarà anche il luogo in cui l’Italo Scottish Research Center sarà ufficialmente presentato il 5 maggio 2013. (fonte – si ringrazia Manuele Bellonzi per la segnalazione)
Ma in cosa si sono distinti gli italiani in Scozia? un articolo della BBC ci viene in aiuto per scoprirlo.
CIBO:
Se il dibattito è ancora aperto per definire chi l’ha introdotto, è certo che il Fish and Chips ha raggiunto diffusione e popolarità grazie agli italiani.
Il ruolo dei nostri connazionali nel diffondere questo piatto è stato ammesso anche dal segretario della federazione Nazionale dei Fish frier, che ha dichiarato: “Un gran numero di immigrati italiani, principalmente provenienti dal nord Italia, sono entrati nel business del pesce e patate a partire dalla fine dell’ottocento; nei primi decenni del Novecento già dominavano il mercato e avevano aperto decine di negozi in tutta la Scozia”
Per questo molte città scozzesi hanno ancora “friggitori” italiani, anche se la concentrazione maggiore si trova nella Scozia centrale, dove i primi negozi di fish and chips sorsero oltre 120 anni fa.
Anche il gelato è una prelibatezza portata in Scozia dagli Italiani.
“Il gelato fa ormai parte della cultura scozzese” ha dichiarato il presidente dell’associazione che riunisce i gelatai scozzesi Philip Mancini, la cui famiglia è da oltre 100 anni nella produzione del gelato nella cittadina di Ayr. “In ogni città ed in ogni villaggio si può ancora trovare almeno un italiano che fa gelato. Sono divenuti una vera istituzione”.
In molti casi, poi, la produzione di gelato si è evoluta o si è allargata anche alla cucina tipica italiana, portando alla nascita di numerosi ristoranti su e giù per tutta la Scozia.
MUSICA:
Anche il mondo della musica ha avuto un vasto contributo da parte degli italiani immigrati in Scozia, grazie ad artisti come per la violinista classica Nicola Benedetti, nata in una famigli italiana a West Kilbride.
Impossibile non citare Paolo Nutini, che ha sempre dimostrato di andar fiero delle proprie origini italiane (barghigiane, per l’esattezza), nonostante sia nato e cresciuto a Paysley.
A Barga, lo sappiamo bene, è spesso ospite, ed è stato anche insignito del San Cristoforo d’Oro per i suoi meriti artistici.
Il suo brano Simple Things, composto in onore del padre, ben simboleggia l’esperienza comune a molti italo scozzesi.
Un’altra italiana, Lena Zavaroni negli anni Settanta ha vinto diverse volte il talent show Opportunity Knocks e, anche suo padre, dall’età di 16 anni e per 41 anni, ha lavorato in un fish and chips shop.
Sharleen Spiteri, frontwoman della pop band Texas, è un’altra artista che ha sangue italiano nelle vene.
Infine Rachel Sermanni, star nascente del folk britannico che abbiamo conosciuto poche settimane fa: anche lei proviene da famiglia italiana, anzi barghigiana.
SPORT:
Molti sport, in Scozia, hanno risentito dell’influenza italiana e forse non sorprende scoprire che il settore più ricco di atleti italiani è forse quello del football: hanno giocato nelle squadre più blasonate Lou Macari, Peter Marinello, Domenic Matteo ed è impossibile non ricordare Johnny Moscardini, anche lui nostro concittadino nato in Scozia che, negli anni Venti, fu bomber della nazionale Azzurra. Una volta appese le scarpette, poi, tornò a vivere in Scozia guadagnandosi da vivere con il suo ristorante.
Anche in altri sport, comunque, gli italiani hanno dato il loro contributo portando alta la bandiera della Scozia: Nick De Luca e Simon Danielli nel rugby, Dario Franchitti e Paul Di Resta nel mondo dei motori, Len Lungo nell’equitazione.
INTRATTENIMENTO:
La diaspora italiana ha avuto grande peso anche nel cinema e nella televisione scozzese con figure come Armando Iannucci, nato da padre napoletano e madre scozzese con origini italiane, o il collega Peter Capaldi, con il quale ha condotto il programma di satira politica di grande successo The Thick of It.
Altri italiani hanno avuto ruoli di rilievo nel cinema, come Tom Conti, Ronni Ancona, Ken Stott e la “nostra” Daniela Nardini, nota in tutta la Scozia per il suo ruolo nel serial This Life.
ARTI:
“Un’icona internazionale, un colosso dell’arte”: così il ministro della cultura definì l’artista Eduardo Paolozzi nel 2005, anno della sua morte.
Nato da genitori italiani a Leith, questo artista è ritenuto il fondatore del Brititish pop art movement.
L’italo scozzese Alberto Marrocco è stato invece riconosciuto come il più fine ritrattista scozzese della sua epoca, definito dall’Indipendent come colui che “ha saputo combinare la schiettezza scozzese con il calore e la generosità d’animo tipici italiani”.
Il fotografo Oscar Marzaroli è arrivato in scozia ancora bambino e nella maturità ha saputo cogliere il vero spirito di Glasgow con la mostra Shades of grey.
Altri artisti con origini italiane sono stati Emilio Coia, Richard Demarco, Alexander Trocchi, Jack Vettriano.
Tutti loro ci fanno immediatamente capire che c’è un gran numero di spunti, di documenti, di testimonianze per dar forma all’archivio dell’Italo Scottish Research Center. (fonte)
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