Una raccolta del 90% in meno rispetto a quella degli anni d’oro, una produzione di 7-8mila quintali contro i 25mila quintali delle annate migliori. Sono questi i dati disarmanti della castanicoltura, un settore in ginocchio come evidenziato dalla relazione della Coldiretti Toscana.
Oltre all’ormai noto (temuto e maledetto) Cinipide, quest’anno ci si è messo anche il tempo: con una primavera estremamente piovosa (che ha reso difficile la allegagione nel momento della fioritura) e un’estate caldissima (che ha disidratato i ricci nella fase cruciale non favorendo la maturazione delle castagne all’interno). Certo contro il tempo si può ben poco ma contro il Cinipide si può e si deve combattere.
Ne va del lavoro di tanti agricoltori e della sopravvivenza di un prodotto doc che è profondamente legato alla nostra storia e alla nostra tradizione. Per questo la Provincia di Lucca, insieme alla regione Toscana, hanno cominciato ad effettuare l’ancio del Torymus Sinensis un insetto antagonista del cinipide. Ma i risultati, spiegano gli esperti, si potranno vedere solo tra un lustro.
A poco più di un anno di distanza dalla nostra intervista, però, abbiamo ritenuto importante incontrare di nuovo l’assessore provinciale alle politiche rurali Diego Santi (nella foto) per capire a che punto siamo con questa importante battaglia.
“Stiamo continuando la lotta biologica intrapresa dal 2010 dalla Regione Toscana che ha in mano la gestione operativa della faccenda” ha affermato Santi.
“ In questi anni grazie agli investimenti sul vivaio di proprietà della provincia ed in gestione alla unione dei comuni della Garfagnana, siamo riusciti a creare un “allevamento” di torymus, antagonista naturale del cinipide, che sta dando buoni frutti consentendo alla regione di avere un numero di esemplari molto maggiore rispetto all’inizio quando si era costretti a rivolgersi all’unico fornitore (Università di Torino)”.
Grazie al numero disponibile si è passati dai 5 lanci del 2010 ai 63 lanci del 2012. A seconda dell’annata vengono scelti luoghi che abbiano alcune caratteristiche peculiari: grado di infestazione elevato (altrimenti il torymus non trova cibo), vicinanza entro 10km da luoghi già oggetto di lanci precedenti (maggiori possibilità per i nuovi individui di riprodursi anche con individui già presenti in zona per diffusione naturale), presenza di vaste aree boscate nelle vicinanze del sito scelto (maggiori possibilità di diffusione in assenza di ostacoli).
“Ad oggi in provincia di Lucca sono 12 i siti oggetto di lanci. In questi mesi la regione sta effettuando la ricognizione di nuovi siti di lancio che abbiano le caratteristiche suddette, perciò abbiamo chiesto ai comuni interessati di segnalare casi di questo tipo in modo da avviare dei sopralluoghi a partire dal febbraio 2013 per effettuare lanci nel marzo (stagione idonea per il lancio)”.
Santi, proprio in questi giorni, sta avviando una serie di incontri con le associazioni di produttori castanicole, oltre all’associazione Città del Castagno affinché emergano ulteriori esigenze, tenendo conto che la priorità va a siti in comuni mai oggetto di lanci precedenti.
“In quest’anno gli effetti del cinipide si sono visti- conclude Santi- anche se in realtà probabilmente peggio ha fatto la lunga siccità che ha compromesso molta della produzione locale di castagne. La strada è ancora lunga, sappiamo che la lotta biologica comporta tempi di almeno otto anni dall’inizio per vedere i primi risultati, ma comunque continuiamo a lavorare al problema, cercando tra l’altro di capire se ci sono attività collaterali da poter metter in campo per evitare l’abbandono dei castagneti malati”.