Il Teatro dell’Assurdo è stato il protagonista dello spettacolo al quale abbiamo assistito sabato sera al Teatro dei Differenti di Barga, con La Cantatrice Calva, la prima opera teatrale di un grande autore del 900: Eugène Ionesco.
A metterlo in scena è la produzione del Teatro Metastasio Stabile della Toscana e la bravura di Massimo Castri che, dopo il premio UBU 2010 come miglior spettacolo dell’anno ricevuto per Finale di Partita di Samuel Beckett, affronta la difficoltà, e sicuramente anche il piacere per chi ama fare teatro, di portare sul palco un testo che apparentemente sembra scontato, perché affrontato da tante compagnie teatrali e che per questo può apparire desueto; ma al quale riesce a dare un’impronta nuova e gradevole.
Ad ispirare il sentimento dell’assurdo di Ionesco ci pensa il lungo e sanguinoso periodo di guerra del 1914-18 che porterà l’autore a condannare in tutta la sua opera teatrale qualsiasi gesto umano privo di senso e ad avere una visione dell’uomo impregnata “sull’assurdità della sua esistenza chiamata in causa dall’inevitabile morte”. Con lui prende vita un nuovo tipo di fare teatro in netta antitesi con tutto ciò che si era visto fino ad allora, lineare in tutto e per tutto.
Nella Cantatrice calva la realtà e la finzione sono la stessa cosa ed il pubblico, dopo le prime battute, capisce subito che non c’è una “trama” da seguire, ma che deve lasciarsi semplicemente andare allo scambio delle frasi banali tra i protagonisti dell’opera, i signori Smith, una coppia anonima della borghesia inglese ed i loro amici, i signori Martin. Sono personaggi privi di emozione ed il risultato è un dialogo surreale e privo di senso. La stessa vera protagonista, la cantatrice calva, è assente e non compare mai se non in una delle battute finali in cui si chiede “A proposito, e la cantatrice calva?” “Si pettina sempre allo stesso modo!”, creando un piccolo mistero attorno ad un personaggio che svolge comunque un ruolo importante nell’azione.
Lo stesso titolo non ha un vero senso, ma fu semplicemente suggerito a Ionesco da un lapsus di un attore durante le prove.
Nel finale gli attori sul proscenio gridano al pubblico tanto da sembrare di esprimere veramente qualcosa, ma la loro bravura sta proprio in questo: tenere gli spettatori incollati alla sedia fino al’ultimo minuto senza in realtà dire niente!
LA CANTATRICE CALVA
di Eugène Ionesco
traduzione Gian Renzo Morteo
regia MASSIMO CASTRI
con la collaborazione di MARCO PLINI
scene e costumi Claudia Calvaresi
progetto luci Roberto Innocenti
musiche Arturo Annecchino
aiuto regista Thea Dellavalle
personaggi e interpreti:
signor Smith, Mauro Malinverno
signora Smith, Valentina Banci
signor Martin, Fabio Mascagni
signora Martin, Elisa Cecilia Langone
Mary, la cameriera, Sara Zanobbio
il capitano dei pompieri, Francesco Borchi
produzione TEATRO METASTASIO STABILE DELLA TOSCANA