Sant’Antonio, quest’anno, ha la barba bianca: imbiancato dalla neve, vicina sui colli, portata a Fornaci dal vento. Come era di solito il 17 gennaio di una volta. Per fortuna ci pensa il meteo a mantenere la tradizione, visto che per altri aspetti, la Festa di S. Antonio, patrono di Fornaci, sembra essersi un po’ spenta.
La fiera non è più quella di una volta e neanche quella che avevamo imparato ad apprezzare nei tempi recenti: quest’anno via Provinciale, nel tratto dalla Chiesa vecchia a via Rossa, è rimasta completamente orfana di banchi. Sarà un caso, sarà il freddo, ma anche nella parte di via Piave e negli altri spazi, le merci non abbondavano. E soprattutto non c’erano in vendita le piante da frutto, le viti e gli ulivi da trapiantare tra poche settimane. Ultimo “segno” di quella fiera contadina che S. Antonio è stato negli anni, quando era tradizione, addirittura, comprare il maiale da allevare durante l’anno.
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Per contro, le merci che hanno trovato più mercato rispetto a quelle tradizionali – abbigliamento, calzature, oggetti per la casa in primis – non sembrano avere quella gran qualità e quella gran varietà da grande affare. Pazienza. Aspetteremo tempi migliori.
Perfino le celebrazioni religiose sembrano essersi un poco appannate, anche se quest’anno hanno visto una piccola, grande novità. A celebrare la messa di S. Antonio, accompagnata dalla Schola Cantorum, è stato infatti don Lorenzo Bianchi, novello sacerdote fornacino che con piacere ha accolto in chiesa i fedeli devoti al patrono.
Non sono mancati, per fortuna, i panini benedetti distribuiti alla fine della funzione in cambio di un’offerta, preparati in onore del santo e da consumare in famiglia con intento propiziatorio; fuori dalla chiesa del SS. Nome di Maria, inoltre, torte caserecce in vendita e pesca di beneficienza, come tradizione comanda.
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