Accorpamento degli ospedali: dove?
Se lo chiede l’Osservatorio della Sanità di Barga in un comunicato stampa emesso in questi giorni e la domanda è più che lecita visto che da diverse settimane si sa che l’ASL 2 sta preparando un piano per la riorganizzazione sanitaria ed ospedaliera il cui obiettivo finale è quello di accorpare gli attuali principali servizi presenti nei due ospedali di Barga e di Castelnuovo, in una delle due sedi. Con la conseguente chiusura di fatto dell’altro presidio che perderebbe definitivamente, stavolta senza appelli, la qualifica di ospedale.
In verità alla domanda dell’Osservatorio seguirà presto una risposta. Domani a Lucca si riunirà la conferenza generale dei sindaci per ascoltare le parole dell’assessore regionale Luigi Marroni circa la sede del nuovo ospedale unico della Valle, con le ultime precisazioni in merito alla tipologia prevista per la sede scelta del Piano Pieve.
E, soprattutto, il direttore generale dell’ASL 2 comunicherà le intenzioni dell’azienda in merito alla riorganizzazione ospedaliera. Quale sarà l’ospedale che conterrà i principali servizi e quale sarà invece l’ospedale che quasi sicuramente si ridurrà a contenitore di servizi ambulatoriali e poco più. Il tutto per ottenere quel risparmio necessario per far quadrare i bilanci dell’azienda.
[dw-post-more level=”1″] Diciamola subito questa cosa. A quanto si sente dire, dalle voci che girano in questi giorni, le ipotesi studiate dall’azienda – e redatte da una commissione che, sempre a quanto si sente dire, sarebbe fortemente sbilanciata – sarebbero a favore dell’ospedale di Castelnuovo Garfagnana; giudicato come quello in grado di ospitare tutte le principali attività ospedaliere; anche quelle esistenti a Barga. Insomma il rischio è che il “San Francesco”, debole del fatto che qui non sono presenti reparti chirurgici e pronto soccorso, sarebbe destinato a soccombere alla riorganizzazione. Domani, forse, si pronuncerà la definitiva sentenza di morte del “San Francesco”. L’ultimo e definitivo capitolo di un’agonia che è cominciata tanti e tanti anni fa, ma che adesso starebbe per concludersi. Il direttore generale proporrà le sue ipotesi di riorganizzazione alla conferenza dei sindaci e, visto come è già andata la cosa per la localizzazione dell’ospedale unico, vista l’unità d’intenti e di azione garfagnina, è facile supporre come andrà a finire…
Inutile stare a parlare a questo punto della questione ospedale unico e sul dove domani si potrebbe decidere di farlo. Secondo noi verrà confermata la scelta del Piano Pieve, visto che i sindaci della Garfagnana non si sono spostati di un centimetro dalla loro posizione; e con essa la penalizzante tipologia prevista per questa sede. Una scelta che converrebbe a tanti, Regione e direzione aziendale compresa, perché di fatto vorrebbe dire lasciar perdere la questione ospedale unico. Accantonarla perché divenuta non più fondamentale alla luce proprio della riorganiz<zazione che dovrà essere fatta. Che senso avrebbe realizzare un ospedaletto da campo come quello che è stato ribadito per questa sede, quando con la riorganizzazione si sarà realizzato di fatto a Castelnuovo un ospedale che come servizi è sicuramente più completo? A chi interesserebbe farlo? Di certo non a chi in Garfagnana ha saputo lavorare in questi mesi così bene per far valere le proprie ragioni.
Secondo noi domani accadrà questo, si prenderà questa strada. E da domani potremo finalmente piangere le ultime lacrime per il nostro ospedale. Da domani Barga potrebbe perdere i suoi reparti, fiori all’occhiello della sanità della Valle, come ginecologia e la Riabilitazione. Da domani il “San Francesco” potrebbe non esistere più o quasi. Con tutte le conseguenze del caso. Sia per gli operatori sanitari che vi lavorano, sia per la popolazione di questo territorio, sia per la stessa economia della zona.
Detto questo pubblichiamo il comunicato dell’Osservatorio che pur affermando concetti che paiono condivisibili, pare oramai anacronistico. Almeno secondo il nostro umile giudizio e secondo le nostre ipotesi sul “giorno del giudizio” previsto per domani. Ci auguriamo e ce lo auguriamo di cuore, di sbagliarci. Di essere fin troppo pessimisti. Che insomma alla fine non sarà così. Perché sarebbe un altro duro colpo da incassare in questo primo scampolo di 201; che ci ha già assestato innumerevoli colpi bassi.
Ultimamente sono numerose le prese di posizione e le notizie riportanti dati riguardanti l’ospedale di Barga spesso sospettosamente inesatti e, quasi sempre, “per difetto”.
Nonostante la posizione dell’Osservatorio sia, notoriamente, quella per il mantenimento dei due presidi esistenti di Barga e di Castelnuovo, certo è che, se un eventuale accorpamento risultasse indispensabile, occorre capire quale tra i due meglio risponde alle esigenze della popolazione della Valle.
Forse, prima dell’Osservatorio, la questione se la sarebbero dovuta porre i politici locali, i responsabili del PASL n. 2, i politici che siedono nel Consiglio Regionale della Toscana e tutti coloro che possono decidere per l’eventuale accorpamento, questo al di là dei campanilismi e delle polemiche sterili.
Problema non secondario e assolutamente attuale è quello della sismicità che certamente coinvolge tutto il nostro territorio, ma in maniera sicuramente differente a seconda dell’area considerata.
Innanzitutto bisogna dire che Barga è lontana dall’area epicentrale della zona sismogenetica n. 28 “Garfagnana e Lunigiana” e infatti, anche storicamente, ha avuto sismi di intensità minore rispetto a quelli verificatisi in Garfagnana. L’ospedale di Barga, dunque, può garantire una migliore assistenza anche in caso di gravi eventi sismici.
Inoltre l’ospedale di Barga presenta una struttura nuova e moderna, ben organizzata logisticamente, costantemente sottoposta ad adeguamento sismico (L.730/86), con una superficie coperta assai maggiore di quella di Castelnuovo e dotata di ampi spazi verdi a corredo ben fruibili. L’ospedale è raggiungibile dalla strada di fondo Valle con le attuali tre strade, ma è anche facilmente collegabile al nuovo ponte sul Serchio. Il nosocomio barghigiano, in cui è attualmente disponibile una sala operatoria, ben si presta all’allestimento di altre perfettamente attrezzate e funzionali. Offre inoltre 180 posti letto e vanta reparti di eccellenza che richiamano utenti anche da altre zone, continuando ad essere, nonostante un’incomprensibile privazione dei servizi essenziali a favore di una struttura posta a pochi chilometri di distanza, ma assolutamente meno adatta, punto di riferimento essenziale non solo per i residenti della Valle del Serchio.
Al contrario, la struttura dell’ospedale di Castelnuovo non è certo moderna o funzionale, perché si è dovuta adattare alle pregresse e non certo recenti costruzioni esistenti. Inoltre il nosocomio garfagnino ha una superficie inferiore rispetto a quello di Barga e dispone di un numero assai inferiore di posti letto. Sorge poi in una zona molto problematica da un punto di vista orografico, senza più spazi verdi disponibili e ha un’unica, tortuosa strada di accesso.
Inoltre non possiamo non considerare che Castelnuovo Garfagnana si trova nell’area epicentrale della zona sismogenetica n. 28 “Garfagnana e Lunigiana”, caratterizzata da numerosi terremoti storici di magnitudo superiore a 5 (il terremoto del 1920 ebbe una M= 6,5); per questa zona la Regione Toscana, nel suo “Rapporto Tecnico n. 1 -Marzo 2003 Progetto Terremoto in Garfagnana e Lunigiana” afferma che, in relazione alla elevata pericolosità sismica, lo scenario di danno per l’area della Garfagnana e Lunigiana, considerate sempre area epicentrale del sisma, non può che individuare una situazione di grave ed estesa drammaticità con un numero elevato di vittime e di feriti e che le prime 6-12 ore determinano un elevato livello di criticità per i soccorsi e soprattutto per il ricovero e l’assistenza dei feriti che, nelle varie ipotesi, potrebbero essere alcune migliaia.
Le zone di Castelnuovo Garfagnana e di Pieve Fosciana sono interessate dal noto sistema di faglie che prende il nome di “Etrurian Fault System” e che generò il grave sisma del 1920 che causò un elevato numero di vittime, nonché dai due lineamenti tettonici trasversali “Linea del Secchia” e “Linea Massa-Monte Cervarola”. Il forte terremoto del 25 gennaio u.s. e la lunga sequenza sismica successiva si sono originati proprio in questa zona e la recente “allerta terremoto” parlava di un possibile sisma con epicentro a Castelnuovo Garfagnana. Questi avvenimenti, ancora una volta, testimoniano che nella zona vi è una importante e profonda discontinuità della litosfera terrestre che potrà generare ancora forti terremoti.
Alla luce di quanto sopra riportato ci domandiamo:
È ragionevole accorpare i reparti in un ospedale che è situato nell’area sismica epicentrale, dove si intersecano le faglie e i lineamenti tettonici della Garfagnana?
E ragionevole accorpare i reparti in un ospedale situato in una zona, la Garfagnana, dove il numero degli abitanti è inferiore a quello della Media Valle?
E’ ragionevole accorpare i reparti in un ospedale che, per la sua localizzazione “periferica” e per la sua struttura obsoleta, è destinato a creare ulteriori disagi alla popolazione della Valle del Serchio e, conseguentemente, a perdere ancora utenza ?
I cittadini, fortemente preoccupati per l’assistenza ospedaliera della Valle, attendono cortesi risposte”.
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No, non è ragionevole; per questo lo faranno.
io credo che bisognerebbe dare un’occhiata ai membri della commissione che si è occupata della riorganizzazione dei servizi. non vi era presente un solo barghigiano ed erano tutti garfagnini. quindi avete dei dubbi su come finirà? sarà bene cominciare a riflettere su come agire per il futuro. quel che è certo è che a seconda di come finiranno i giochi ritengo necessario avviare una collaborazione con Lucca che di sicuro sarà più lontana ma almeno garantirà un servizio di maggiore qualità rispetto a quello che potrà essere garantito in quella mezza infermeria che aggiusteranno a Castelnuovo.