“Se vogliamo andare avanti ci deve essere una svolta”: in tutta la nazione come nel nostro comune, tra la società civile come nel mondo politico, nell’economia su larga scala come nello sviluppo locale. Ed è su questo punto che si è concentrata la riunione avvenuta l’altra sera tra Bargapartners, Pro Loco, amministrazione comunale ed un ristretto gruppo di cittadini ed operatori economici che, si spera, al prossimo incontro possano essere molti di più.
A trainare la riflessione su una possibile rivoluzione nell’economia locale Walter Tognocchi, titolare di un Bed & Breakfast di lusso nel centro storico e uomo di mondo che, non essendo barghigiano ma essendosi innamorato della cittadina, è riuscito a riconoscerne con una certa oggettività pregi e difetti.
Pregi: la creatività, l’impegno, la capacità organizzativa dei cittadini verso la vita sociale e culturale; difetti: la parcellizzazione delle forze, la frequente autoreferenzialità, la scarsa promozione di quanto organizzato. Anche se riportati in modo riduttivo, sono più o meno questi i motivi che hanno stimolato la riflessione e fatto nascere il progetto Bargapartners, di cui fanno parte anche Alessandro Rizzardi e Andrea Guzzoletti, due che, in quanto impegno nell’organizzare manifestazioni di un certo livello, non sono certo gli ultimi arrivati.
Come superare dunque i limiti dei nostri eventi (sagre, concerti, serate in piazza, mostre d’arte e quant’altro) spesso dal tenore troppo paesano (e quindi poco attrattivo) senza abbandonare o mortificare la spinta vitale di Barga e dei suoi cittadini?
Coordinando le forze e puntando piuttosto su pochi eventi che, se sviluppati al meglio, possano raggiungere un livello di qualità in grado di varcare i confini locali. A beneficio della vita culturale e del tessuto economico.
È infatti qui che si punta: sviluppare l’economia locale attraverso la cultura, la musica, la tradizione, l’intrattenimento di qualità.
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Possibile? Sì, secondo Bargapartners, se nell’organizzare manifestazioni riusciremo a passare da uno stile “hobbistico” ad un approccio imprenditoriale che apra le porte a un nuovo modello di sviluppo.
Sia chiaro, alcune manifestazioni hanno già caratteristiche di questo tipo, motivo per cui anche le altre possono raggiungere livelli di professionalità adeguati, che in questo modo sapranno attrarre persone sul territorio che torneranno poi in visita, affascinate dall’offerta culturale, dalla bellezza paesaggistica e architettonica, dalla professionalità e dalla qualità dell’accoglienza turistica.
Uno swap che deve coinvolgere tutti, sia mentalmente che economicamente, dato che si tratterà di un investimento su noi stessi che saprà riportare flussi importanti.
Bargapartners aveva lanciato la provocazione già a ottobre: se si trovano 100 imprenditori disposti a investire 300euro ciascuno avremo un budget di 30mila euro da investire in un grande evento che porti sul territorio migliaia di visitatori che dormiranno, mangeranno, berranno e faranno shopping a Barga con beneficio di tutti.
L’esperimento è solo in parte riuscito (“solo” 15 soggetti hanno aderito all’invito) e, se il budget per il momento non è stato raggiunto, è stato comunque confermato che qualcuno ha compreso l’idea, afferrando la bontà del taglio imprenditoriale e professionale che Bargapartners invita a dare all’offerta culturale.
In una cittadina dove non ci si trova d’accordo neanche sul prezzo del caffè, però, forse sarà difficile che la proposta di Bargapartners trovi il favore compatto e unanime degli operatori turistici e commerciali; già alla riunione dell’altra sera, diverse sfumature sono emerse nelle linee di pensiero dei presenti.
Ma per il momento, l’importante è capire la necessità di dare una svolta, magari delegando un unico organismo al coordinamento degli eventi, al quale sarà affidato anche l’ingrato compito di “bocciare” ciò che – anche se fatto con amore, passione, dedizione – abbassa o si discosta dalla qualità che si vuole raggiungere. Questa sfida potrebbe essere raccolta dalla Pro Loco, rifondata praticamente per questo scopo ma attualmente priva di quelle professionalità che sappiano davvero valutare, scegliere, organizzare eventi di livello, attrattivi per visitatori ed aziende.
Mentre estendiamo l’invito a tutti coloro che possono portare le competenze richieste, poniamo l’ultima domanda. Cosa c’entrano le aziende in questo processo? Avranno un ruolo di rilievo: saranno i primi finanziatori della cultura poiché crederanno negli eventi e nella forza di affiancare il loro nome a questo concerto o a quella mostra, consapevoli di aver investito su qualcosa di impalpabile come un evento culturale ma che può portare indietro flussi concreti.
Ce la faranno i nostri eroi?
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Many very good ideas here and (at long last) clear-headed analysis and a sense of urgency. Above all, as the Bargapartners note, something must be done about the miserable absence of promotion for local events. There should be advance coordination at all levels — scheduling, planning and publicizing — rather than the usual last-minute gyrations that yield nothing but frustration.
But it won’t happen without another item on the agenda that may prove controversial. Barga needs and has long needed a “Cultural Czar,” an official whose sole job is to act as principal coordinator of all creative events. This official must be chosen very carefully, on the basis of demonstrated abilities, and his job should be subject to annual review by a board of directors drawn directlyfrom the arts and related business communities. The salary should be jointly supported by Pro Loco businesses and the Comune, but rigorously independent of government, to avoid private intervention in cultural planning decisions by public figures.
The predictable reaction will be that “it’s not done like that in Italy,” or “there’s no money to fund such a post.” Ma la verita, cari amici, is that Italy — and Barga — must change the way certain things are done or it will continue wasting its genius on empty seats at concerts and endless chaos. As for costs, the object of reorganizing the town’s cultural administration is to enhance its economy, and it takes a bit of money spent to bring a lot of money into the coffers — so long as it is spent wisely and transparently (another departure from Italian norms).
Barga is home to an extraordinarily talent group of musicians, artists and writers. Two of them are members of Bargapartners, and like Walter — what a terrific addition to our local conversation he is! –they bring sharp intelligence as well as a record of serious community commitment to their project. It is well worth inviting a foreign resident into their ranks,someone who can bring an outsider’s perspective to efforts that will fail if they don’t reach a wide and diverse audience. (No, I’m not presenting myself as a candidate, but I’d be happy to propose some excellent names.)
Tante idee molto buone e (finalmente) lucidità di analisi e un senso di urgenza. Soprattutto, come sottolinea Bargapartners, qualcosa deve essere fatto per l’assenza tangibile di promozione per glieventi locali. Ci dovrebbe essere un coordinamento che anticipi ed organizzi a tutti i livelli la programmazione, la pianificazione e la pubblicità, piuttostoi che le solite giravolte dell’ultimo minuto giravolte che non producono altro che frustrazione e che sicuramente sono troppo estempooranee e quindi poco mirate.
Ma non accadrà senza un altro punto all’ordine del giorno che può risultare controverso. Barga ha bisogno ed è da tempo che ne ha bisogno di un “zar culturale,” una persona il cui unico compito sia quello di coordinare tutti gli eventi creativi. Questa figura deve essere scelta con molta attenzione, sulla base delle capacità dimostrate e il suo lavoro deve essere oggetto di revisione annuale da un consiglio di amministrazione prodotto dalla comunità artistica e dalle associazioni che sono coinvolte nella programmazione di eventi Il salario deve essere congiuntamente sostenuto da Pro Loco e Comune, ma questo non deve in assun modo rendere questa figura dipendente della politica e dell’amministrazione al fine di evitare ingerenze di alcun tipo nelle decisioni di pianificazione culturale da parte di personaggi pubblici.
La reazione prevedibile sarà che “non si fa così in Italia”, o “non ci sono soldi per pagare questo ruolo.” Ma la verita, cari amici, è che l’Italia – e Barga – deve cambiare il modo in cui si fanno certe cose o continuerà a sprecare il suo genio in posti vuoti in occasione di concerti e caos senza fine nella gestione delle manifestazioni. Per quanto riguarda i costi, l’oggetto di riorganizzare l’amministrazione culturale della città è quello di rafforzare la sua economia; dunque servono un po’ di soldi. Ma il fine giustifica i mezzi: un pok’ di soldi spesi bene per portare un sacco di soldi nelle casse della ciuttadina – a patto che si spenda saggiamente e in modo trasparente.
Barga è la patria di un talento straordinario, di una forte realtà composta di musicisti, artisti e scrittori. Due di loro sono membri di Bargapartners, e come Walter – un’aggiunta formidabile per la nostra realtà locale! – portano intelligenza acuta e un record di impegno serio in favore della comunità. Vale la pena di coinvolgere un residente straniero in queasta discussione, qualcuno che può dare un’altra prospettiva agli sforzi prefissatI, che avranno esito negativo se non si riuscirà a raggiungere un pubblico ampio e diversificato. (No, non mi sto presentando come candidato, ma sarei felice di proporre alcuni nomi eccellenti.)