It had been the declared intention of Walter Tognocchi, the owner of the luxury bed and breakfast establishment Acchiappasogni which opened in Barga Vecchia in July of last year ( article here) to provide not just simply a place to stay for visitors to the city but also a centre for culture featuring the visual arts and music.
He has kept his promise with the opening of the first art exhibition held in the Acchiappasogni last December (article here) and this weekend the music and art continued with the first public showing here in Barga of the work of Santo Previtera.
Santo Previtera, AKA .Sheng Lai AKA “pietra d’occidente” from Marin, Neuchatel, Switzerland but now living in the shadow of Mount Enta at Zafferana in Sicily was present at the opening with a hands on display of just what it means in using the four objects which are central to creating his work : the traditional Chinese brush, ink, ink stone and rice paper.
The music part of the equation was supplied by the duo from Genova – Susto e Soranzio – elegant voice and acoustic bass with that always present touch of tango in the mix.
The exhibition is on until the 26th May 2013
httpv://www.youtube.com/watch?v=Jo2zU6IYato
All’età di ventotto anni, Santo Previtera si avvicina alla pittura da completo autodidatta in seguito all’evento che, a suo dire, gli ha permesso di ridiscutere completamente la sua vita.
Un’occasionale viaggio a Parigi, in visita all’amica e artista Maria Lagrange, lo porta al museo d’Orsay, che esalta l’opera impressionista e post-impressionista di fine 800 inizio 900: ne esce incantato e il suo entusiasmo per la pittura cresce; approfondisce la tecnica della pennellata a tratti del capostipite del movimento, Claude Monet, di cui riprende alcuni capolavori, “la Pie” e “le Pont d’Argenteuil”.
Santo resta affascinato dal giapponismo, il fenomeno di contaminazione delle opere degli artisti francesi impressionisti con l’estetica orientale: le stampe giapponesi ukiyo-e si erano diffuse in tutta Europa e le immagini di vita quotidiana che vi erano ritratte erano comparse in ogni mercatino: uno dei maggiori cultori dell’arte nipponica fu Vincent Van Gogh che collezionò centinaia di queste immagini, scovate a Montmartre, e ne fece lo sfondo per molte sue opere.
L’Oriente e la sua cultura fanno breccia così nel cuore di Santo e la curiosità per il Giappone si sposta presto sulla Cina: di ritorno dal viaggio a Parigi, acquista alcuni libri sulla pittura cinese, della carta di riso, i preziosi pennelli ed il famigerato inchiostro nero.
Santo presto si rende conto che si tratta di un’arte eccelsa, che richiede dedizione e continua pratica. È uno stato interiore di quiete e concentrazione, che permette al “Qi” di fluire ed impregnare il dipinto, divenendo ricettacolo e dispensiere allo stesso tempo del soffio vitale dell’autore.
I pennelli, la carta e l’inchiostro finiscono dimenticati nel fondo di un cassetto, ma solo per lasciare il tempo all’acerbo artista di maturare umanamente ed artisticamente.
Passano circa otto anni in cui Santo continua a dipingere ad olio sia a pennello che a spatola in modo saltuario ed incostante.
La difficile tecnica dell’acquarello lo affascina e l’approccio è positivo, però sente che qualcosa manca: sui fogli rimane sì una bella immagine, ma priva di vitalità, manca il “Qi”. Quest’ultimo pensiero lo fionda letteralmente al cassetto dove pennelli, inchiostro e carta erano stati abbandonati. È la riscoperta di ciò che gli antichi letterati cinesi (artisti liberi dai canoni accademici) chiamarono i “Quattro Tesori”:
La Carta
I Pennelli
L’Inchiostro
La Pietra da inchiostro
source – unicotratto