Sabato 13 agosto, alle ore 18, presso il Campo dei caduti di Migliano (Fosciandora) grazie al Comune e all’Unione dei Comuni della Garfagnana si terrà la presentazione del libro “La partecipazione fosciandorina alla Grande Guerra” scritto da Ivano Stefani ed edito dalla “Banca dell’Identità e della Memoria della Garfagnana”.
Il volume sarà introdotto dal professor Pietro Paolo Angelini, dopo i saluti del sindaco di Fosciandora Moreno Lunardi e del presidente dell’Unione dei Comuni Andrea Tagliasacchi.
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Vittorio Lino Biondi, autore della prefazione al libro che pubblichiamo di seguito (per gentile concesione dell’autore), invece, fornirà un approfondimento di carattere storico militare. Chiuderà la giornata l’esibizione della banda musicale “I ragazzi del Giglio”.
Il bel libro di Ivano Stefani rappresenta, decisamente molto più di tanti altre pubblicazioni del territorio, una Memoria. La nostra Memoria condivisa. Della nostra gente, dei nostri nonni, delle persone della nostra terra. Partendo da un evento epocale, lo Stefani ci trasporta nella sua implementazione quotidiana sul territorio. Da Fosciandora, sperduto comune garfagnino, partono quasi un centinaio di ragazzi, tra quelli residenti e quelli nati e poi trasferiti.
Questo dato numerico offre al lettore attento e sensibile, l’esatta misura dell’immane sforzo bellico che compie la giovane Nazione. Uno sforzo, diremmo oggi “ nazional-popolare”; Della Storia. Quella con la maiuscola.Quella che si insegnava a scuola , con il rispetto profondo, dovuto, sentito, per chi quella Storia aveva vissuto.
Come fa il Comune di Fosciandora, e tante altre Amministrazioni locali, che impiantano il Viale della Memoria , erigono i monumento ai caduti, posizionano targhe, curano la riconsegna dei resti alle famiglie, le medaglie, le nomine a “Cavaliere di Vittorio Veneto”.
La perpetrazione della Memoria. Sforzo doveroso e non vacuo, necessario, sentito. Se il Paese rimane quello che era, anzi viene potenziato dalle annessioni dei territori irridenti, lo dobbiamo a loro. Ai Soldati Italiani. Che partirono, obbedendo ad un ordine che li strappava alla vita, che li costringeva una nuova attività sconosciuta ma necessaria, diversa e pesante.
Combattere.E che tornarono, non tutti purtroppo. Per molti il ritorno fu un telegramma, un foglio di notifica, una cassettina di zinco, a volte. Ma quelli che ebbero la fortuna di tornare portarono con loro una diversa speme, una visione globale che era maturata dallo sforzo congiunto, dalla condivisione di momenti difficili, del dolore, della sofferenza, del pericolo.
Si chiamavano “fratelli”, tra loro. Fratelli nella guerra, una “fratellanza militare” che poi si tradurrà proprio come il nome rivela, in organizzazioni umanitarie e sociali sul territorio. Si trovavano nei dopolavoro, nei circoli, e si riconoscevano tra loro.
Mettevano appesi nella case, in genere nella stanza “bona”, il salotto per chi lo aveva, il quadretto con il Foglio di Congedo con onore, le medaglie, lo Stato di Servizio. Momenti di vita quotidiana, la guerra era entrata nella vita e non si poteva più ignorare. Segnava dentro. Il libro di Stefani ci porta tutti questi momenti, queste sensazioni. E’ bello. Un bel libro.
Da Leggere e conservare. Come si conserva una Memoria che fa parte di noi, del nostro tempo.
Ci serve. Aiuta.Come dice il Presidente Emerito della Corte di Cassazione Ferdinando Imposimato, è necessario conoscere il Passato, per comprendere il Presente e affrontare meglio il Futuro.
E questo bel libro, lo fa. Ci aiuta a conoscere il Passato.
Grazie Ivano.
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Ten. Col. ( Ris.) Vittorio Lino BIONDI.