La fotografia a colori di Michele Bertagna
E’ singolare la sorte di alcune scoperte che restano dimenticate per anni per venire nuovamente ritrovate allorché il progresso della tecnica perviene forse agli stessi risultati d’un tempo, con mezzi più evoluti e apparecchi perfezionati. Uno dei casi per il quale può valere l’ osservazione è quello della fotografia a colori su carta, ottenuta fin da oltre centoanni or sono da un cittadino di Barga, il prof. Michele Bertagna.
Michele Bertagna nacque a Barga il 1°Gennaio 1867. Insegnò Fisica nei Licei di Potenza, Massa e Pistoia ove morì il 12 Dicembre1908. Di Lui restano due volumetti che pubblicò in Potenza ad uso dei suoi scolari. L’importanza del Bertagna nel campo nazionale ed anche internazionale si deve alle sue ricerche tendenti ad ottenere positivi fotografici su carta a colori. Valente fotografo iniziò esperimenti in tal campo verso il 1900, probabilmente incitato a ciò dai consigli di un fisico francese, il Prof. Joseph Cauro, che egli aveva conosciuto a Barga nel 1896.
Il Prof. Joseph Cauro deceduto prematuramente al Monte Bianco, nel 1900, mentre eseguiva esperimenti sulla conducibilità elettrica di fili metallici posti sul ghiaccio, veniva spesso a villeggiare a Barga da sua sorella.
Nel 1899 il prof. Cauro ospitò a Barga l’insigne fisico francese Gabriel Lippmann, premio Nobel per la fisica ed ideatore di un metodo di fotografia a colori su lastra detto interferenziale. Ci risulta che il Cauro presentò il Bertagna al Lippmann, in quella occasione, e pensiamo che il colloquio che ebbe con il fisico francese desse il via alle sue ricerche sulla fotografia a colori su carta.
Nel 1905 il Bertagna aveva fatto tali progressi da ottenere dei positivi a colori su carta, basandosi su di un sistema tricromico che, oltre la stabilità dei colori, aveva il pregio di essere attuabile con pose brevi tanto da ottenere fotografie di esseri viventi, il che fa supporre una notevole rapidità di esposizione.
Le uniche persone che s’interessarono alle ricerche del Bertagna furono Antonio Mordini, il prodittatore di Garibaldi in Sicilia, e Giovanni Pascoli, quest’ultimo grande amico del nostro fisico che volle ritrarlo a colori col suo procedimento e di cui rimangono due bellissime fotografie a colori gelosamente conservata dal poeta. – source