Pardini, who among other titles is also a doctor in ancient literature, has completed a five-year training course at the Paracelsus School in Zurich, where he became a Heilpraktiker, specialized in natural, gentle and non-invasive treatments that also bring back the herbal traditions of ancient Europe, all in line with the principles of modern scientific vision.
The novel tells the story of a mysterious manuscript from the 1600s that ends up, in a fortuitous way, in the hands of the restorer Fabio Lunardi from Lucca.
The reading of this ancient text and the story of its protagonists will involve him more than expected. The lives and events, forgotten for four centuries, will become an opportunity for reflection and change from the very beginning.
We met in the middle of the square. The rain, which had fallen until a little before, made the paving stones shine; we smiled at each other, and extended our hands towards each other.
Between the stones of the castle walls, bushes full of flowers grew, they were out of season but so beautiful.
Without knowing it, a little before, each of us had picked one to give to the other. Now we held in our outstretched hand a white flower with a few petals, enriched with purple eyelashes that made it wonderful. Surprised, we hugged each other tightly.
Pardini, che fra i vari titoli è anche dottore in lettere antiche, ha seguito un percorso formativo durato cinque anni alla scuola Paracelsus di Zurigo, dove è divenuto Heilpraktiker, ovvero specializzato in cure naturali, dolci e non invasive, che riportano nel presente anche le tradizioni erboristiche dell’antica Europa ma, tutto in concerto con i canoni della moderna visione scientifica.
L’opera racconta di un misterioso manoscritto del 1600 che finisce in modo – fortuito? – in mano al restauratore lucchese Fabio Lunardi.
La lettura di questo antico scritto e la storia dei suoi protagonisti lo coinvolgeranno più del previsto. Le vite e le vicende, dimenticate da ormai quattro secoli, diventeranno fin da subito occasione di riflessione e cambiamento.
Ci incontrammo proprio al centro della piazza. La pioggia, caduta fino a poco prima, faceva luccicare le pietre del lastricato; ci sorridemmo, allungammo insieme le mani, l’uno verso l’altra.
Tra le pietre delle mura castellane crescevano cespugli carichi di fiori, erano fuori stagione ma tanto belli.
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Senza saperlo, poco prima, ognuno di noi ne aveva raccolto uno per donarlo all’altro. Ora reggevamo nella mano protesa un fiore bianco con pochi petali, arricchito di ciglia violacee che lo rendevano meraviglioso. Stupiti, ci stringemmo forte… Un misterioso manoscritto del ‘600 finisce in modo – fortuito? – in mano al restauratore lucchese Fabio Lunardi.
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