peggio.

     Erano le 8 e mezzo circa quando sopravvenne un'altra terribilissima scossa, ondula-toria  e  sussultoria  al  tempo  stesso  con  una

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romba spaventosa che mise il terrore in tutti.

     Le case scuotevano in una maniera così furiosa che da un momento all'altro si temeva che si squarciassero. I campanelli degli usci suonavano a gran distesa, le masserizie traballavano, caddero diversi camini e molte case tirarono delle screpolature, specie nelle cantonate e nei muri interni, di modo che i proprietari hanno dovuto risarcirle con molte leghe.

     Mai a memoria di uomo era successa una scossa così forte. Fortunatamente fu breve, forse tre o quattro minuti-secondi, che se avesse continuato per altri pochi, Barga pote-va dirsi assolutamente distrutta. Lo spavento nondimeno fu grande e più raccapricciante per quelli che si trovavano nelle Chiese. Fu un fuggi fuggi, un momento di terrore indescrivibile.

     Tutti in preda ad una terribile agitazione, non sapevano più a che partito appigliarsi. Dapetrutto erano grida spaventevoli. Non si sentivano   che   delle   voci   sparse  qua  e  là

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chiedendo consigli e conforti al tempo stesso. Il Brigadiere dei Carabinieri Sig. Spero Arcangioli nativo di Lamporecchio il primo fra tutti (è doveroso il dirlo) percorse il paese e mentre incoraggiava la popolazione, consigliava tutti di andare all'aperto. Il Fosso e il Bastione furono il principale ricovero per tutti i paesani che ogni tanto sentivano tremare la terra sotto i piedi.

     Nel corso del giorno furono molte le scosse da non poterle numerare precisamente, però leggiere con romba sorda che si dipartiva di là dall'Appennino verso S.Anna e Bari-gazzo. Fu sgombrata immediatamente la Chiesina della Fornacetta perché la cupola minacciava rovina e levato il SS. fu portato in Duomo.

     Poco dopo lo stesso Brigadiere prudentemente fece sgombrare ancora la Chiesa del Duomo per timore che le scosse si ripetessero più forti e succedesse una catastrofe. Quei momenti furono di terrore.

     Veder trasportare Gesù Sacramento sul bastione, depositarlo  alla  meglio  perché  al mo-

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mento non era preparato nulla, destava raccapriccio.

     I soli rami del Cedro del Libano fecero per qualche momento da Padiglione al Signore dell'Universo. Più tardi fu improntato un Altare meglio che si poté e quindi fu tenuto alla pubblica venerazione.

     Vi fu portata pure la SS. Annunziata, immagine tanto miracolosa, che tante altre volte in simili circostanze fu esposta in cotesto luogo perché colla sua potente intercessione pregasse il suo Divin Figlio per questo popolo che piangente la supplicava.

     Il Fosso così chiamato che ha servito sempre di ricreazione e di svago ai Barghigiani non solo ma ai forestieri che qui passano i mesi dell'estate, in quei giorni era divenuto un tempio, una chiesa e in quella terra si inginocchiavano tutti riverenti davanti all'Altissimo e alla Madre sua recitando preci di penitenza colle lacrime agli occhi di tutti gli astanti per timore pur troppo di un meritato castigo. Non mancò mai l'assistenza di  giorno  e di notte di

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un sacerdote e molti nella mattina vi celebrarono la Messa e fu un continuo pregare. Veder poi le povere madri tutte scarmigliate stringere al seno i loro cari piccini, esporli il giorno ai raggi del sole e la notte alla rugiada cadente, porgerli colle manine accoppiate spaventati anch'essi in atto supplichevole alla Vergine benedetta,era uno spettacolo lacrimevole. Voltando lo sguardo a destra e a sinistra non vedere altro che gruppi di persone che si ispiravano debolmente coraggio a vicenda, ciascuno col suo fagottino contenente un po' di pane per rifocillare alla meglio i loro corpi, faceva male, non si poteva reprimere un sospiro e sentirsi una stretta di cuore opprimente. Certi momenti non si possono descrivere, bisogna ritrovarcisi per sapere quel che sono di doloroso. Una povera donna svenne sulla piazza del Fosso, a un'altra sofferente di cuore, prese male, e portata a casa il giorno dipoi morì. La notte dello stesso giorno nessuno abitò nelle case.

     Chi andava e chi veniva a tenere compagnia al  SS.  Sacramento  e alla Vergine

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Santa sul bastione. Molti stettero per le capanne fino a 25 e 30 persone per ciascuna, quali avevano fatto delle tende per ripararsi soltanto dall'aria, altri avevano preso a nolo le carrozze coperte che si trovavano nel paese per rifugiarci i loro figliuoletti lattanti e così avevano cercato di adattarsi alla meglio. Ci si incontrava per le strade ci guardavamo col viso pallido e scontraffatto e non si aveva coraggio di proferire parola,  soltanto dalle labbra mute sembrava che uscisse quell'accento. Se non ci vediamo più, ci riuniremo nell'altro mondo.

     A questo pensiero il cuore addolorato batteva violento. Era inutile lusingarci, era inutile fare gli spiriti forti, la paura non passava, perché ogni tanto si ripeteva qualche scossella, che ci faceva tremare. Il giorno 6 e la notte seguente fu tenuto sempre il Sacra-mento e il simulacro della Vergine sul bastio-ne. Altre piccole scosse, successero in que

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