| 
             
           GRANDE FOLLA PER L'INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA MACCARI  Alla presenza del sottosegretario ai Beni Culturali, Carlo
          Carli e di numerose autorità provinciali e regionali e
          di governo, quali il sottosegretario Natale D'Amico ed il sen.
          Patrizio Petrucci, è stata inaugurata venerdì 
          pomeriggio, presso la Fondazione Ricci, la mostra «I "Selvaggi
          della Lucchesia: Mino Maccari a Barga», esposizione che
          offre documenti e materiali sconosciuti agli studiosi di Mino
          Maccari, uno dei più illustri ed interessanti artisti
          del primo Novecento; ed in particolare scopre e testimonia i
          rapporti avuti dallo stesso con Barga, grazie all'amico Antonio
          Mordini, valente etnografo ed archeologo, appartenente ad una
          delle più illustri famiglie barghigiane. Rapporti importanti,
          che hanno condizionato l'arte ed anche la vita di Maccari, ma
          che, stranamente, fino a questa mostra, non erano mai emersi
          nei tanti volumi ed articoli pubblicati sull'artista valdesano.La mostra è stata presentata dagli studiosi Umberto Sereni
          e Barbara Cinelli, autori anche dei saggi del pregevole catalogo
          stampato dalla Maria Pacini Fazzi di Lucca, che vede anche i
          testi di Nadia Marchioni e Maria Pia Baroncelli.
 Tanta gente, più di trecento persone, hanno assistito
          al vernissage che si è svolto presso la Fondazione Ricci,
          al cui interno l'arch. Cristiana Ricci ha allestito una mostra
          davvero interessante. Una esposizione eterogenea, composta da
          dipinti ad olio, incisioni, sculture, documenti e giornali tutti
          legati alla scoperta di un Maccari inedito, sconosciuto, ma anche
          ad una serie di altri importanti artisti: una collezione di opere
          che a Barga porta una bella fetta degli esponenti dell'arte del
          primo Novecento. Voluta per esaltare  l'interesse di Maccari
          per questo piccolo borgo montano e per i borghi in generale,
          visti come luoghi dalla vita austera e sicuramente meno nervosa
          ed alienante da quella proposta dalle città degli anni
          '30.
 Ad illustrare l'immagine del «borgo», insieme alle
          opere di Maccari, i quadri dei validi artisti locali, Alberto
          Magri e Giovan Battista Santini. Ma anche le xilografie di Giorgio
          Morandi e di Luigi Bartolini, che a Barga sono giunte grazie
          alla disponibilità della Fondazione Tito Balestra, rappresentata,
          nel giorno dell'inaugurazione, dal dott. Flaminio Balestra.
 Infine, in mostra, le xilografie e le sculture del barghigiano
          Adolfo Balduini, la cui opera Maccari volle segnalare ad Ardengo
          Soffici. A Soffici, che ne esaltò  e questa è
          senz'altro una delle particolarità messe in evidenza dalla
          mostra - «le tipiche caratteristiche di artista della
          nuova era fascista».  Le idee politiche di Balduini appartenevano
          invece ad un'area culturale politica-retrattaria ben lontana
          dal nuovo ordine mussoliniano. Il suo orizzonte ideale era insomma
          illuminato dal socialismo umanitario e le sue opere erano già
          apparse sulla rivista Ordine Nuovo  di Antonio Gramsci nel 1919.
          Opere della stessa fattura, che poi Soffici avrebbe esaltato
          e proposto ad immagini identitarie dell'arte del fascismo.
 Come ha scritto anche il prof. Sereni nel saggio pubblicato sul
          catalogo, a guardar bene, e il «caso Balduini» insegna,
          il Novecento italiano con la sua ansia di «ordine nuovo»,
          è molto più complicato di quanto non sembri.
   «I "Selvaggi" della Lucchesia: Mino Maccari
          a Barga»Fondazione Ricci Onlus  Via Roma  Barga (Tel. 0583
          724357)
 Orario apertura 10-13/17-22,30.
  |