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                                  | An 
                                      article from a Barghigiana in Mali |  
 Spesso ho l impressione di essere nera sono 25 giorni 
                              che cammino per le strade di Bamako in Mali, che 
                              parlo un perfetto francese africano, che corro per 
                              attraversare la strada, che picchio la testa quando 
                              i mini-bus prendono le buche per la strada, che 
                              ricevo e dono il buogniorno a qualsiasi persona 
                              che incontro, che gioco con i bambini per strada, 
                              che canto insieme alle donne quando cucinano, che 
                              mangio con le mani in un grande piatto insieme a 
                              tutti coloro che hanno fame, che sorrido ad ogni 
                              occasione, che danzo, che suono, che ascolto suoni 
                              così lontani dal mio paese, i ragazzi sarti 
                              che camminano e fanno rimbalzare le forbici nelle 
                              proprie mani facendole battere a tempo con il loro 
                              passo, i ragazzi dei mini-bus che urlano i nomi 
                              dei quartieri e battono le lamiere per far scendere 
                              e salire i viaggiatori, i mercati pieni di voci 
                              di donne che vendono i raccolti del marito, le moschee 
                              che intonano preghiere dalla mattina alla sera, 
                              le macchine che suonano ad ogni persona e ad ogni 
                              altro veicolo, le donne che ridono per la strada, 
                              i venditori che vogliono venderti a tutti i costi 
                              la loro merce, questa è musica, musica dell'Africa.
 Ho viaggiato un giorno per venire in Africa Nera 
                                perchè cercavo la musica tradizionale, 
                                le cerimonie, i riti, tutto un coloratissimo immaginario 
                                da veri turisti occidentali e se veramente lo 
                                desideri basta pagare irrisorie cifre e voilà 
                                la cerimonia prende forma.
 Ma la vera musica tradizionale in Africa è 
                                quella che dà il ritmo giusto per sopravvivere 
                                alla povertà, alla malattia, alla rassegnazione.
 Il ritmo dell'amore per tutto ciò che di 
                                umano resta in questo mondo, che è terzo 
                                quando si parla di questioni economiche ma non 
                                è secondo a nessuno quando si tratta di 
                                vivere umanamente.
  Il Tubab perde la sua identità, non riesce 
                                piu a trovare tutto ciò che era e possedeva 
                                prima di incontrare l'Africa.
 text: Chiara 
                                Bondielli images: Chiara Bondielli + David 
                                Galgani
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