L’unità Pastorale di Fornaci Loppia e Ponte all’Ania si sta preparando per un importante esperienza, non solo religiosa, ma soprattutto sociale e introspettiva: un pellegrinaggio sul Cammino di Santiago, il percorso che da Francia o Portogallo, con diverse varianti, conduce a Santiago de Compostela, in Spagna, dove si trovano le spoglie dell’Apostolo Giacomo.
Se ne è parlato giovedì 2 marzo durante un incontro presso le sale parrocchiali del Cristo Redentore, dove chi ha già affrontato l’impresa ha raccontato l’ esperienza di “pellegrino” verso la cattedrale che custodisce le spoglie del veneratissimo santo.
Anche se nessuno nega la fatica di camminare per chilometri e chilometri a piedi, tutti quanti hanno sottolineato, anche con una certa emozione, l’incredibile esperienza che restituisce questo viaggio, scoprendo solidarietà, condivisione, parità, pace con se stessi.
Sul “Cammino”, tutti si è uguali e tutti si è solidali – anche se sconosciuti – per raggiungere un fine comune che comunque non è per tutti uguale: non è infatti solo un percorso mistico o religioso, ma anche un modo per ricontattarsi, per liberarsi, per mettersi alla prova. Ed infatti, il senso dell’esperienza che ognuno dei 9 “testimoni” presenti all’incontro ha raccontato, è risultato diverso, ma comunque appagante: c’è chi ha capito la non importanza delle cose materiali; chi invece ha scoperto come il tempo abbia un immenso valore a vada goduto a pieno; c’è chi ha capito come la fatica fisica sia comunque ripagata dalla soddisfazione, e chi ha scoperto come sia possibile avere un senso di comunione con perfetti sconosciuti, tanto da salutarsi ed aiutarsi come invece fossero amici da tempo.
Questo è in parte quello che il Cammino di Santiago permette di vivere e tutti quanti sono concordi sul fatto che al ritorno “qualcosa” è cambiato, non necessariamente in termini di devozione (nessuno vi ha fatto cenno), quanto piuttosto sul piano personale.
C’è poi chi, fatto il Cammino già un paio di volte, ha deciso di vivere anche l’esperienza di ospitalero, prestando cioè servizio nei numerosi ostelli che si affacciano lungo il percorso per dare ricovero ai pellegrini tra una tappa e l’altra.
Insomma, un’ esperienza da fare, non importa se lungo gli 800 km del più battuto “percorso francese” o inserendosi lungo il Cammino, o ancora, compiendolo di anno in anno a tappe.
Intanto, l’Unità Pastorale ha stilato un programma dettagliato e completo per affrontare quest’esperienza, sotto l’ala esperta di Silvano Mannori, che il cammino di Santiago, ormai, lo ha compiuto diverse volte (la prima volta in bicicletta, partendo da Fornaci) e diverse volte è stato volontario negli ostelli lungo il cammino.
Partenza dunque il 10 luglio alla volta di St. Jean Pied de Port, al confine tra Francia e Spagna, verso Compostela. Poiché il pellegrinaggio ha una durata di 40 giorni, è stata prevista anche la possibilità di inserirsi durante il cammino, per non rinunciare a questa bellissima esperienza.
Per informazioni sul programma, per fugare ogni dubbio sulla difficoltà dell’impresa, e per prenotare il viaggio è possibile contattare il veterano “nostrale” Silvano Mannori al 335 6086359 oppure scarica il programma.
Giacomo era uno dei 12 apostoli e dopo la resurrezione di Cristo prestò la sua opera di evangelizzazione nella penisola iberica. Tornato in Palestina fu fatto decapitare dal re Erode Agrippa, che temeva che l’apostolo acquisisse un eccessivo potere; i suoi discepoli Attanasio e Teodoro ne raccolsero il corpo e lo trasportarono segretamente nei luoghi della predicazione. Sbarcati nei pressi di Finisterre si addentrarono in Galicia e gli diedero sepoltura.
Nei secoli successivi si perse traccia del sepolcro. Nell ’anno 813 l ’eremita Pelayo vide, per molti giorni successivi, una pioggia di stelle cadere sopra un colle. Una notte gli apparve in sogno San Giacomo che gli svelò che il luogo delle luci indicava la sua tomba. L ’abate, scoperto il sepolcro ne diede notizia al Vescovo locale che confermò la veridicità dell’accaduto. La notizia giunse presto al papa ed ai principali sovrani cattolici dell’epoca. Di qui iniziò il culto di Santiago (il nome è la contrazione di San Giacomo). Fu costruita una piccola chiesa sul luogo del sepolcro; ben presto sorse intorno una città che fu denominata Santiago de Compostela (da campus stellae).
Subito dopo la scoperta del sepolcro iniziarono i pellegrinaggi. I pellegrini confluivano qui da ogni parte d’Europa: la via lattea indicava la direzione da seguire ed il flusso, in alcune epoche, divenne imponente.
Lungo il percorso si sviluppò così una rete di servizi per il sostentamento dei pellegrini: chiese, monasteri, alloggi, ospizi, ospedali, locande, molti dei quali ancora visibili ai nostri giorni. Lungo il cammino nacquero paesi e città, furono costruite strade, ponti. Della protezione dei pellegrini dagli assalti dei briganti si occuparono per un lungo periodo molti ordini ospitaleri. Molti re e personaggi noti effettuarono il pellegrinaggio: San Francesco fu uno di questi.
Nel secolo XVIII iniziò un progressivo declino e una ripresa è iniziata negli anni ’80. Un decisivo contributo è stato dato dalla visita del papa Giovanni Paolo II a Santiago nell’anno 1989, in concomitanza con l’incontro mondiale della gioventù: mezzo milioni di giovani convennero a Santiago da ogni parte del mondo, e fu la maggior concentrazione di pellegrini mai registrata. Da allora il flusso dei pellegrini è aumentato progressivamente e in modo inarrestabile tanto che Il 23 ottobre 1987 il Consiglio d’Europa ha dichiarato i percorsi che portano a Santiago “itinerario culturale europeo”, mentre nel 1993 l’UNESCO li ha dichiarati “patrimonio dell’Umanità”.
Fonte: compostela.pellegrinando.it