L’Ugl Pubblico Impiego, ha con soddisfazione rilevato che ultimamente si è ricominciato a parlare sull’ipotesi, un tempo sostenuta solo dall’Ugl, dell’Ospedale Unico della Valle del Serchio. Infatti le cronache cittadine abbondano in questi ultimi mesi d’interventi sulla sanità lucchese. Oltre alle endemiche carenze e alle ventilate soluzioni di queste da parte del politico o del tecnico di turno, ciò che ci preme rilevare è il dibattito sul nuovo costruendo Ospedale della Piana di Lucca che si intreccia alle infinite messe a norma dei due mezzi ospedali della Valle.
Alcune decine d’anni fa, in tempi non sospetti, all’interno del dibattito che anche allora si era aperto sulla razionalizzazione della sanità lucchese, l’Ugl lanciò una proposta così articolata. Una unica ASL nel territorio provinciale, nell’ottica di una più snella organizzazione e nel risparmio di gestione. Si individuava poi la necessità di tre nuovi moduli ospedalieri: Ospedale Unico della Versilia, Ospedale Unico della Valle del Serchio e Ospedale della Piana di Lucca. La costruzione di nuovi moduli monoblocco sarebbe stata più pratica ed economica delle eterne razionalizzazioni, rifacimenti e messe a norma delle vecchie e, in qualche caso, fatiscenti strutture. Monoblocchi che vedono una diminuzione complessiva dei posti letto a causa del minor tempo d’ospedalizzazione del paziente e di tutta una serie di strutture sanitarie diffuse nel territorio che avvicinano ancor più il cittadino alla sanità pubblica. E anche una diffusione sempre crescente del day hospital che abbatte i costi di gestione e migliora e tutela la qualità della vita del paziente.
L’Ospedale Unico della Versilia divenne per primo una realtà operante, anche se non privo di difetti (rintracciabili facilmente attraverso gli articoli apparsi sulla stampa) essendo stato il capofila. Partì poi l’iter per il nuovo Ospedale di Lucca, e qui abbiamo assistito alle polemiche di coloro che non volevano che l’ospedale nuovo nascesse. Una volta stabilita la volontà della costruzione del nuovo ospedale, sono iniziate altre polemiche sulla sua localizzazione. L’area di Campo di Marte dovrà essere sfruttata dalla città nell’ottica di un suo sviluppo: è una piccola città a ridosso del centro storico. Nell’area di Campo di Marte l’Ugl vede futuri insediamenti commerciali, uffici, abitazioni, punti di aggregazione, laboratori artigianali.
Anche la proposta a suo tempo illustrata da Picchi del “Campus di Marte” è stata presa in seria considerazione. Nuovi monoblocchi ospedalieri e non ristrutturazione dell’esistente, perché l’innovazione e l’uso di nuove tecnologie in ambito ospedaliero sconsiglia anche economicamente il recupero. Inoltre l’avanzare delle conoscenze sempre più ci indirizza ad utilizzare in maniera diversa e più sicura l’ambiente ospedaliero: occorre evitare che queste strutture divengano fonti di nuove e devastanti infezioni, all’interno dei padiglioni sanitari possono infatti svilupparsi agenti patogeni d’estrema pericolosità, e questo va in tutti i modi evitato. L’ospedale diurno, la riduzione dei tempi di degenza e molto altro ancora suggeriscono di preparare nuove strutture dedicate ad hoc. Se per la Versilia il progetto è stato realizzato da tempo, a Lucca e nella Valle del Serchio il discorso cambia.
A Lucca si è perso tempo per dissapori sull’assegnazione dei lavori e sono sorte divergenze, non ancora del tutto risolte, sull’ubicazione del sito. L’Ugl aveva accettato il sito che i tecnici (Regione, ASL e Comuni) avevano indicato nel 2003, quando (quasi) tutti erano d’accordo. Dunque a San Filippo, località che fu accettata allora e che anche oggi l’Ugl ritiene non solo valida, ma l’unica soluzione. Nella Valle del Serchio il discorso cambia completamente. L’Ugl si è trovata sempre sola (o quasi) a sostenere la validità di un nuovo ospedale in posizione mediana: Mologno o Campia. Le Amministrazioni si sono sempre arroccate sulla difesa dell’esistente e l’ASL e la Regione non hanno mai preso in considerazione seriamente l’esigenza di una nuova struttura. Barga e Castelnuovo hanno subito depotenziamenti e si è arrivati all’integrazione dei due vecchi ospedali che pur separati avrebbero utopisticamente dovuto avere una funzione unitaria. Soluzione che nella pratica non poteva soddisfare né l’utenza, né le amministrazioni, né il personale sanitario. La Valle del Serchio è così rimasta senza il suo Ospedale Unico della Valle, e questo invece per l’Ugl è la priorità. Il numero d’abitanti, la concentrazione delle imprese, la conformazione montana, il rischio sismico, sono fattori che indicano l’indispensabilità d’un nuovo presidio ospedaliero nella Valle del Serchio.
L’Ospedale Unico della Valle del Serchio è una necessità dovuta all’habitat collinare e montano, alla zona sismica, alla massiccia presenza di insediamenti industriali e artigianali, ad una sempre più vasta presenza di ospiti soprattutto nel periodo estivo, ad una viabilità precaria. Solo ultimamente si sono sviluppate timide aperture verso l’Ospedale Unico anche a livello istituzionale. Ma di creare un’unica ASL a livello provinciale – malgrado si sprechino gli interventi sui minori costi della P.A. – ancora non se ne parla.