Il Paracetamolo è un farmaco che allevia il dolore e la febbre ed in Italia è comunemente conosciuto come Tachipirina, oppure Efferalgan. La Food and Drug Administration (FDA) sta chiedendo ai produttori di tale farmaco una limitazione del medicinale a 325 mg per compressa. L’FDA ha come obbiettivo quello di rendere la prescrizione di farmaci contenenti Paracetamolo più sicura per i pazienti. Secondo l’ente statunitense, infatti, il paziente tenderebbe a sottovalutare i rischi di questo prodotto anche se il foglio illustrativo riporta quali siano i possibili avversi. Secondo alcuni studi, il rischio di danno epatico si verifica soprattutto quando i pazienti assumono più prodotti contenenti Paracetamolo e superano la dose massima giornaliera di 4 g.
Questo comunicato è stato riportato da diversi siti fra i quali farmacovigilanza.net che specifica: “L’overdose da prodotti di combinazione da prescrizione contenenti Paracetamolo (negli Stati Uniti ndr) è responsabile di quasi la metà di tutti i casi di insufficienza epatica causati dal Paracetamolo negli Stati Uniti; molti di questi casi necessitano di un trapianto di fegato o hanno un esito fatale”. Il comunicato è stato riportato anche dalla ADUC, nota associazione per la difesa dei consumatori che stà sollecitando il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, affinché valuti le indicazioni e le proposte emerse dal rapporto della FDA.
A lanciare l’allerta alcuni giorni fa è stato l’ente americano per il controllo sui farmaci, la Food and drug Administration (Fda): che ha invitato le aziende farmaceutiche a limitare il dosaggio del paracetamolo, antinfiammatorio di uso comune, dopo alcune segnalazioni di danni al fegato. La questione è arrivata anche in Italia ed è ora all’esame dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha infatti reso noto in un comunicato che; “La problematica sarà inserita per la valutazione nell’ordine del giorno nella riunione della Commissione tecnico-scientifica dell’Aifa”. Intanto il farmacologo Silvio Garattini invita a non creare allarmismi pur approvando la decisione della Fda, e precisa che: “Non ci sono rischi per i bambini”.
La decisione della Fda di sollecitare le aziende farmaceutiche a ridurre i dosaggi di paracetamolo a non più di 325 mg per compressa in quei farmaci da prescrizione in cui il comune principio attivo fosse associato ad altre sostanze, aveva fatto seguito alle numerose segnalazioni di effetti collaterali a danno del fegato. La riduzione del dosaggio non riguarda però i farmaci da banco vendibili senza ricetta medica (Otc). “I possibili danni collaterali legati a dosi eccessive di paracetamolo, principalmente a carico del fegato, sono noti: tali effetti – sottolinea Garattini – sono rari ma vanno presi in considerazione”.
La Fda non ha però incluso i farmaci Otc, un aspetto criticato da Garattini: “A maggior ragione il dosaggio di paracetamolo andrebbe ridotto nei farmaci Otc, che non sono sotto il controllo della prescrizione medica”. Quanto ai bambini, i maggiori consumatori di questo antinfiammatorio, Garattini rassicura: “I farmaci con paracetamolo per i bambini non contengono altri principi attivi in associazione e dunque non rientrano nella tipologia indicata dalla Fda”.
Roberta Valeriani