Noi che giochiamo ancora

L’altra sera ero davanti alla televisione quando ho avuto l’illuminazione della consapevolezza: se vuoi vedere un buon programma di approfondimento, ma non solo, al contrario di altri per lobotomizzati decerebrati, non ti resta che LA7 e Rai Tre. Ormai, legittimati dalla classe politica al potere – leader in testa – il tappo è saltato e una bella dose di putridume si è riversata in strada. E’ un dato di fatto. Incontrovertibile. Stare a galla risulta alquanto difficoltoso. Così mi è venuta una seconda idea, semplice, manichea, affilata e appuntita. Un giochino. Bello perché poi ognuno può aggiungere il suo pezzettino, se ha voglia. Ce la fai – mi son detto – a mettere nero su bianco alcune cose non propriamente scontate che pensi ti facciano bene e altre che, quando ci pensi, dubiti dei tuoi colleghi umani? Ci provo.
Mi fanno stare bene Mario Monicelli, Antonello Piroso, Karol Wojtyla, pantofole comode, il quotidiano preferito, Don Andrea Gallo, Matteo Renzi, il Duomo di Barga, Neri Marcorè, il teatro, la Sinistra, vivere a Barga, Sandro Pertini, Obama, un certo lucchese, la Regina Elisabetta, il cioccolato fondente, scrivere, le montagne azzurre intorno a Barga, L’Era Glaciale, Internet, Frankenstein junior, incazzarmi spesso, la barghigianità, partecipare, Luciana Littizzetto, ridere, alcune volte, sguaiatamente, scambiare due opinioni per la strada e all’Edicola Poli.
Mi fanno il resto il cinema, i motorini smarmittati che sfrecciano in viale Pascoli, il premier, Fukushima, i cacciatori, i bunga-bunga, la sinistra adesso, la nostra guerra in Libia, l’arroganza, quelli che sono davvero troppo barghigiani, gli imbecilli, la voce alta, pensare come spesso pensano a Castelnuovo Garfagnana, morire a vent’anni per overdose, certi capannoni nel comune di Barga, l’indifferenza, attraversare Fornaci alle sei del pomeriggio.
Bum! Ma che bel gioco. Olè.