The second in a series of five conferences on art and the Risorgimento held at the Fondazione Ricci in Barga Giardino this afternoon. It will be an opportunity missed if people continue to attend in small numbers such as today, as the conferences which will run right through April, May, and June are of considerable interest to local culture, as they deal not just with artists on a national level but also feature work by artists and photographers from this area. The whole event is curated by Gioela Massagli and runs under the title of “1848-1870 Arte e artisti tra Risorgimento e Italia Unita”
As was pointed out in the opening speeches of the first conference, it would be a shame if local schools do not join in and participate in these events.
Una serie di conferenze con tema l’arte nel Risorgimento saranno organizzate nelle prossime settimane dalla Fondazione Ricci di Barga quale tributo al 150° dell’Unità d’Itala.
L’iniziativa si intitola “1848-1870 Arte e artisti tra Risorgimento e Italia unita” ed è curata da Gioela Massagli.
Al nuovo e caratteristico movimento dei macchiaioli si associano pittori provenienti da gran parte d’Italia, con inclinazioni politiche democratiche, che prendono parte alle guerre del risorgimento. Il periodo più attivo dura soltanto pochi anni, dal 1854 al 1860. Subito dopo emergono dentro il movimento contrasti riguardanti lo stile, le tradizioni regionali e soprattutto le differenze di personalità.
Tra i maggiori rappresentanti del gruppo si annoverano i toscani Giovanni Fattori (Livorno 1825-1908), Raffaello Sernesi (1838-66), Adriano Cecioni; Odoardo Borrani (1834-1905), Telemaco Signorini (1835-1901), il laziale Giovanni Nino Costa (Roma 1826-1903), il campano Giuseppe Abbati (Napoli 1836-68); il veneto Federico Zandomeneghi (Venezia); il romagnolo Silvestro Lega (1826-95) e Giovanni Boldini (Ferrara 1842-1931). La scelta orientata verso un più ampio panorama cosmopolita e una netta rottura con l’arte provinciale ottocentesca italiana, è ben salda in Telemaco Signorini, uno tra i fondatori del gruppo, e Diego Martelli (1838-96) critico ed anche grande interessato promotore d’arte, autore di studi dedicati all’impressionismo ed ai rapporti tra romanticismo e realismo.
I punti di ritrovo e di scambio culturale non sono più l’Accademia e le scuole, ma il Caffè Michelangelo sul Belvedere, con una vastissima panoramica di Firenze. La natura viene rappresentata filtrata e priva di una qualsivoglia definizione letteraria. I macchiaioli prendono coscienza di un’arte fondata su ricerche di sintesi, regolata nella variazione del tono, pronunciata in modo assai distinto nello spazio, non tanto dagli effetti prospettici, quanto dal rafforzarsi o dall’indebolirsi della modulazione cromatica. La macchia di colore sulla tela nella didattica napoletana ha un più chiaro e caratteristico valore, cioè quello di avere come fondamenti, un marcato contrasto di chiaroscuro, ottenuto con l’accostamento di pigmenti a gradazioni ben distinte, acquisendo una specifica nitidezza ed un preciso profilo nei contorni, a dispetto delle convenzioni canoniche e didattiche del disegno.