Con la celebrazione del 75° della fondazione del Gruppo di Barga dell’ANA Pi, Lu, Li, che si è svolta con i tre giorni interamente dedicati alle penne nere: 27, 28, 29 maggio 2011, alla sala Colombo di Barga, sede del Gruppo, è stata inaugurata l’interessante mostra “Alpini sempre”, curata dai membri del Gruppo di Barga, con il contributo fotografico di archivi e diverse famiglie di Barga che hanno messo a disposizione immagini dei loro cari Alpini, tanti di loro sacrificati su fronti di guerra, specialmente sul Fronte Russo nel tragico inverno del 1942-’43.
Il corpo degli Alpini a Barga ha un triste primato, infatti, è quello che annovera la maggioranza dei caduti di tutte le ultime guerre e non a caso l’esposizione prende avvio proprio con il ricordo del fronte russo, che a quel triste primato ha dato il suo determinante contributo. Infatti, dei 69 caduti in terra russa e che la pubblica anagrafe più del 90% censisce come dispersi, ben 65 avevano la penna nera sul cappello, dei quali sono rimaste circa trenta immagini esposte nella mostra. Per tutti ricordiamo la medaglia d’argento al valor militare Leo Lombardini.
Continua l’esposizione con immagini che ricordano gli Alpini di Barga in momenti di svago sui fronti dell’Africa e della Grecia, come in occasione delle varie adunate nazionali, dove i nostri rappresentanti del glorioso corpo alpino si distinguevano e si distinguono per la sana allegria.
Ovviamente non mancano i ricordi della Prima Guerra Mondiale, come la medaglia d’Oro tenente Enzo Zerboglio, un pisano che tramite il padre senatore Adolfo, divenne barghigiano d’elezione.
Tra i ricordi anche un’immagine di Marco Egidio Cecchi, detto il “Valeri”, ritratto a trentatre anni, con moglie e tre figli, durante una licenza dal fronte, dove combatté nel terzo reggimento Artiglieria Alpina. Il “Valeri” fino alla morte fu l’alfiere della sottosezione di Barga e geloso custode del suo gagliardetto, che nel 1952, in occasione dell’inaugurazione del monumento ai caduti e dispersi Alpini di via della Crocetta, fu decorato di medaglia dal Generale Emilio Battisti, il comandante in terra russa dell’eroica Divisione Cuneense.
Battisti era molto amato da tutte le famiglie degli Alpini della Cuneense, le quali seppero del suo eroico gesto durante la tragica ritirata in Russia, quando nel gennaio 1943 si rifiutò di salire su un aereo tedesco fattogli giungere per trarlo in salvo: “Caricate questi due feriti, io resto a condividere la sorte dei miei Alpini”.
Fatto prigioniero dai russi, dopo un duro carcere e il campo di concentramento, solo nel 1950 poté fare ritorno in Italia. Alla morte che avvenne nel 1971, nel testamento lasciò detto che voleva essere sepolto con i caduti della sua Cuneense, volontà esaudita nel 1983, con l’inumazione della salma al Sacrario di Colle Nova di Imperia dedicato ai caduti della Cuneense.
Visitare la mostra dei nostri Alpini alla Colombo vuol dire tante cose, ma soprattutto rendere omaggio e onore ad una parte tra le migliori della nostra gente. Semplici e importanti persone che nel cuore e nei fatti portarono e portano un incondizionato messaggio d’amore per tutti, un esempio certamente da imitare per le migliori sorti dell’Italia in questo 150° della sua unità nazionale.