Qualche spiraglio in vista per risolvere la difficile crisi che da tempo sta interessando le aziende dello Scatolificio Corsonna (quella di Castelvecchio con 89 dipendenti e quella di Bientina con 68 lavoratori).
La settimana scorsa è giunta una lettera di impegno da parte del gruppo Cartiera Verde Romanello, azienda leader nel settore per il Nord Italia, che è disponibile a rilevare i due stabilimenti. La lettera presenta una proposta abbastanza articolata che ieri è stata definita durante una riunione dove è stato siglato verbale di accordo con la Regione Toscana, le parti sindacali e le istituzioni, alla presenza dei commissari che seguono la crisi Corsonna.
Non sarà un percorso facile, visto che alla base dell’accordo sta una sperimentazione di 6 mesi durante i quali gli stabilimenti dovranno produrre entro il sesto mese un fatturato di un milione al mese e non realizzare perdite superiori a 500 mila euro in sei mesi. Per far questo dovrà essere creata una nuova società provvisoria che dovrebbe fare da apripista, nel caso vengano rispettati gli obiettivi previsti, al passaggio al gruppo Romanello che poi acquisirebbe i due stabilimenti.
Ma c’è un’altra tegola da superare. Con questo verbale di accordo e con la lettera di impegno il 30 di giugno i commissari che seguono la vicenda si incontreranno con il giudice fallimentare che sulla base delle loro relazioni dovrà stabilire se esistono le condizioni per mandare avanti l’iter del concordato preventivo. Solo se così sarà (e se il giudice non deciderà invece per un concordato fallimentare che complicherebbe non poco le cose) si potrà dare il via alla fase sperimentale, riattivando, anche se in forma limitata, la produzione.
La prima a ripartire sarebbe la fabbrica di Castelvecchio Pascoli con un numero iniziale di circa 40 dipendenti che poi potrebbe crescere di pari passo con la produzione. Entro i successivi due mesi la ripartenza provvisoria riguarderà anche allo stabilimento di Bientina.
Il numero dei dipendenti che potranno essere riassunti sarà quindi direttamente proporzionale a quanto richiesto per arrivare alla produzione indicata. Più sarà buona la produzione e maggiori possibilità ci saranno per vedere reintegrate il più possibile le unità lavorative in cassa integrazione.
I lavoratori avranno un contratto a tempo determinato per un massimo di sei mesi, ma anche se le cose non andassero a buon fine, in caso di fallimento dell’operazione, tornerebbero ad avere tutti i benefici che stanno godendo in fatto di ammortizzatori sociali.
Per ripartire garantiranno la liquidità necessaria Fidi Toscana e gli istituti di credito e alcuni dei materiali primi sarebbero forniti dalla stessa azienda Romanello, mentre già si avrebbe notizia di possibili ordini.
Tutto è nelle mani dei commissari e del giudice e solo se si arriverà al concordato preventivo si darà il via alla ripresa di una produzione ormai ferma da mesi, riportando di fatto, anche se per un periodo temporaneo, i due stabilimenti sul mercato.
Il sindaco di Barga Marco Bonini non nasconde la difficoltà della situazione, ma sottolinea che questa è l’unica opportunità percorribile, l’unica possibilità per evitare che si vada velocemente verso il definitivo fallimento. Nell’intervista che proponiamo sotto lo stesso ci spiega tutte le fasi di questo nuovo sviluppo della crisi:
Dita incrociate quindi, sia a Castelvecchio che a Bientina, dove sono al momento in cassa integrazione qualcosa come 150 dipendenti in totale. Dopo mesi di impasse, anche se tra mille paletti, qualcosa si sta finalmente muovendo.